Il racconto

Elly Schlein si prende l'Anci (per frenare Silvia Salis). Patto con Manfredi e Gualtieri

Carmelo Caruso

Corre a Bologna, a novembre, durante l'assemblea Anci, per inglobare nella sua corrente i sindaci (a trazione riformista). Asse con il sindaco di Napoli per avere una rete in vista di possibile primarie

Elly Schlein, la sindaca. Vuole prendersi l’Anci (il 14 novembre) firmare l’armistizio con il presidente Gaetano Manfredi (“Gaetano, tu stai con me!”) fermare la scalata (mediatica) di Silvia Salis, la diva di Genova. Ah, con la segretaria c’è anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. E’ la prima risposta alla nuova corrente dei riformisti guidata da Paolo Gentiloni e Lorenzo Guerini. Cosa le rimproverano da sempre? Assenza dai territori, scarsa empatia con i primi cittadini. La riscossa. Adesso. L’obiettivo: inglobare la rete dei primi cittadini, averli dalla sua parte per le primarie.


La notizia l’ha data Schlein, in direzione, ma come al solito nel Pd è tutta una sfumatura. Annuncia la segretaria: “Il 14 e il 15 novembre stiamo preparando un grande appuntamento nazionale con i nostri sindaci. Lo faremo alla vigilia dell’assemblea nazionale Anci”. I più birbanti del Pd lo capiscono: “Sta annunciando che si fa la corrente dei sindaci”. Ed è una mossa irrituale. Abilissima. A Bologna, dal 12 al 14 novembre, si riuniscono, come ogni anno, i sindaci di tutta Italia per l’assemblea annuale Anci. Titolo: “Insieme per il bene comune”. E’ la città di Schlein, di Matteo Lepore, sindaco, schleiniano, che da tempo si lamenta con la segretaria: “Sto avendo poco spazio” (Silvia Salis, la Nilde Iotti con la giacca Armani ha soffiato a Lepore, e a Bologna, l’evento sulle città metropolitane). Cosa fa Schlein? Si imbuca. Arriva pure lei. E Manfredi. Chi lo ha voluto presidente Anci? Dice Elly: “Gaetano l’ho voluto io”. Torniamo indietro. Di un anno. Si vota il nuovo presidente Anci, la rete “inventata” dal sindaco di Catania, Enzo Bianco, e nel tempo trasformata nella più formidabile macchina di consenso riformista. L’anima dell’Anci è stata per anni l’ex ministro, Graziano Delrio, che l’ha portata in dote a Matteo Renzi, il Renzi invincibile, tanto di permettergli di scalare il Pd. Un altro che ha governato la rete Anci, insieme a Delrio, è stato Matteo Ricci, oggi candidato nelle Marche. Dopo Delrio? E’ arrivato Antonio Decaro, ex sindaco di Bari. Ovvero: i riformisti. L’anno scorso, la guida dell’Anci se la sono contesa il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e Manfredi, sindaco di Napoli, l’ex ministro Sik Sik. Diceva Piantedosi ai 50 anni di matrimonio di Clemente e Sandra, i Mastellas, “Manfredi sarà il federatore, l’uomo da battere, il futuro candidato premier”.

 

Lo sanno tutti ormai che Manfredi è candidato anche a vincere le Olimpiadi di Milano-Cortina. Dario Franceschini, Dario il grande, lo vorrebbe federatore, ma Renzi lo vedrebbe bene anche come guida del nuovo polo insieme a Salis, Alessandro Onorato. Insomma, Manfredi è nù babbà. Ma Manfredi è anche l’unico che a Napoli ha realizzato il miracolo: una grande chiesa che passa da Che Guevara a Madre Teresa, dal M5s fino ad Armandino Cesaro, il figlio di Giggino ‘a purpetta (che piace assai, assai, anche a Roberto Fico, il candidato in Campania). Nella contesa Manfredi-Lo Russo (oggi assediato dai 5s, tanto che Chiara Appendino mette in discussione la sua ricandidatura) Stefano Bonaccini (e Vincenzo De Luca) tifava Lorusso, mentre Schlein tifava Manfredi. Alle regionali campane però il rapporto Schlein-Manfredi si incrina. Schlein è quasi tentata dal candidare un’altra figura al posto di Fico (o Cafiero de Raho o Sergio Costa del M5s) mentre Manfredi resta dell’opinione che il candidato migliore sia Fico. Finisce con la candidatura di Fico, con un chiarimento Schlein-Manfredi, e con la promessa del sindaco di Napoli alla segretaria: lealtà. Ma a Schlein servono anche i voti dell’Anci. La strategia (che è anche strategia anti Salis): riallaccia di corsa l’intesa con Sara Funaro, sindaca di Firenze (intesa mai decollata dopo l’elezione) fa asse con Gualtieri, che è presidente di un’altra rete formidabile, Ali (Autonomie locali italiane). Riallaccia anche con la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, con il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai. Ci sarebbe anche Beppe Sala di Milano, ma è in uscita, logorato, tanto che Schlein lavora già per l’ex direttore Mario Calabresi candidato. Capito adesso perché va a Bologna? Uno dei tanti sindaci Anci: “Schlein smania per mettere bandierine ovunque. L’assemblea Anci di Bologna è solo l’inizio”. In una parola. Trincea. Anche perché il “testardamente unitari” lo paga il Pd. In Toscana, con Eugenio Giani, il Pd che corre in coalizione ci rimette. In Campania, il M5s ha difficoltà con le liste. E ci sono le Marche. Aspettando Salis abbiamo Elly tricolore, la sindaca del rione Pd.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio