Il caso

Meloni contro la flotilla: "Missione irresponsabile". E Salvini si sgancia dalla risoluzione sulla Palestina

Simone Canettieri

La premier attacca: "E' organizzata per creare problemi al governo, contro di me un clima d'odio". Il capo della Lega: "Riconoscere lo stato palestinse è come trattare con le Br" 

Nella notte italiana sente Guido Crosetto per decidere di inviare una fregata della Marina in soccorso della Sumud flotilla, all’ora di pranzo americana condanna l’attacco, ma stigmatizza l’operazione in sé: “Sembrano prevalentemente fatte non per consegnare gli aiuti ma per creare problemi al governo. Perché qual è l’alternativa se non si accetta questa proposta? Forzare il blocco navale di Israele? E poi che cosa dovrebbe fare il governo italiano? Mandare le navi della marina militare e dichiarare guerra a Israele? Mi pare che si stia un po' esagerando”. E’ la striscia di Meloni.

 

Giorgia Meloni prima di parlare all’assemblea dell’Onu a New York vuole cambiare l’agenda e la narrazione, così organizza un punto stampa con gli inviati che la seguono. La notizia del giorno è    l’attacco in acque internazionali alla flotilla a sud di Creta con droni con bombe sonore, spray urticanti e ordigni che ha causato danni a circa 15 imbarcazioni ma senza feriti tra gli equipaggi. I sospetti cadono su Israele. Appena  la notizia diventa pubblica, le opposizioni occupano l’Aula, il ministro Guido Crosetto si è già attivato e lo fa sapere e questa mattina riferirà sui fatti in Parlamento (insieme agli sconfinamenti russi).  La premier dopo qualche ora parla di “rischio gratuito, irresponsabile e pericoloso”.  In poche parole la presidente del Consiglio dice che non c’è bisogno di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare degli aiuti a Gaza, “che il governo italiano e le autorità preposte avrebbero potuto consegnare in poche ore". La premier ricorda che Israele aveva già offerto la possibilità di far arrivare i carichi umanitari al porto di Ashdod, proposta respinta dagli organizzatori. Ora il governo italiano lavora a una nuova mediazione che prevede la consegna al patriarcato latino di Gerusalemme. “E’ una proposta sulla quale mi pare ci sia il consenso di tutti – spiega – stiamo aspettando una risposta dalla Flotilla”. Insomma il giorno dopo la proposta di una risoluzione alla Camera – in programma il 2 ottobre – per riconoscere lo stato della Palesina a patto che Hamas stia fuori e che gli ostaggi siano consegnati, ecco la mossa di Meloni che si smarca sulla missione umanitaria, di cui non aveva mai parlato. L’iniziativa parlamentare per come è stata costruita è destinata a finire rimpallata tra i banchi dell’opposizione. La leader di FdI lo sa e carica l’evento della prossima settimana. Sul fronte opposto, Pd, M5S e Avs voterebbero “no” alla proposta della maggioranza e potrebbero invece presentare una risoluzione unitaria: al momento è solo un’ipotesi, ma sono già avviati i contatti fra i partiti per arrivare a un testo condiviso in cui si chieda l'immediato riconoscimento della Palestina, come già fatto da molti altri Paesi, lo stop di invio di armi a Israele, l’applicazione di sanzioni a Israele e la legittimazione dell’Anp quale interlocutore istituzionale ferma restando la condanna delle azioni terroristiche di Hamas. Tutto sembra abbastanza già scritto. Così come   l’uscita in serata di Matteo Salvini. Il leader della Lega dice: “Vedere i bambini palestinesi e israeliani giocare insieme è il sogno di tutti, non del ministro ma del papà, però in questo momento riconoscere lo stato di Palestina che è governato dai terroristi islamici è una follia, un suicidio, un martirio, un assurdo”.  

Una posizione lontana politicamente dallo sforzo di Meloni e dalla mediazione messa in piedi da Antonio Tajani, ministro degli Esteri al seguito della premier all’Onu. “E’ come se l’Italia avesse trattato con le Brigate rosse, non tratti con i terroristi, gli elimini e poi tratti con le persone”. Il fatto del giorno resta l’attacco alla flotilla a bordo della quale sono presenti anche parlamentari dell’opposizione. Schlein se la prende con Meloni: “Dice  che è irresponsabile usare Gaza per attaccare il governo, io dico che invece è irresponsabile aver trascinato l’Italia sulle posizioni di Netanyahu”. E dunque non se ne esce e anche la risoluzione parlamentare – politicamente importante quanto simbolica – è destinata a essere affrontata da vasi non comunicanti. Il clima è quello che è. La premier continua a denunciare un clima d’odio contro la sua persona, un clima, dice, agitato dall’opposizione.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.