
Il racconto
Il gendarme Gentiloni guida ora i riformisti del Pd. Si riuniscono a Milano. E c'è anche Zingaretti
È la guida, insieme a Guerini, dei riformisti che si sono separati da Stefano Bonaccini. Difesa, prudenza sui conti. Si propongono come "gli affidabili" di governo e si preparano per l'elezione del successore di Mattarella
Arrivano i gendarmi dell’occidente, Paolo Gentiloni fa la corrente. I riformisti del Pd li guida adesso, con lo spirito, “Paolo il Calmo”, il conte Gentiloni (sta prendendo le misure del Quirinale).
Una notizia è che i riformisti (senza Bonaccini) si riuniscono a Milano, già a ottobre. L’altra? Anche Nicola Zingaretti è della corrente gendarmi con Gentiloni. Le argute mosse di Paolo il Calmo: dichiara che le opposizioni “non sono pronte per governare” e loda, “senza trionfalismi”, la cautela di Meloni e di Giorgetti sui conti. Tradotto: nel Pd gli affidabili ci sono e sono i gendarmi dell'occidente (se si va al governo i ministeri della Difesa e degli Esteri, Economia spettano ai gendarmi). Con l’America ci parla Paolo, con l’Europa ci parla Enzo (Amendola). Ah, chi ci parla con Schlein? Avete capito perché Bonaccini li ha definiti “riformisti da palazzo”?
Il piano è serio: si scrive riformisti ma si legge Gentiloni. E’ l’ex commissario il riferimento del Pd che pensa “le armi ci servono per difenderci dall’aggressore russo”, “la pace certo, ma l’Ucraina non si abbandona”, “la Russia va fermata”, “i conti si tengono in ordine” e con i 5s “provateci pure, ma noi preferiamo Avs”. La corrente si è separata da Bonaccini, Bonaccini-Ban (i suoi Ray-Ban finiranno un giorno nel museo dei sinistrutti) perché come dice Lorenzo Guerini “l’esperienza è fallita” ma “c’è un pensiero politico che va organizzato”. I gendarmi dell’occidente nel Pd ormai li conoscete. Sono Picierno, Gori, Madia, Guerini, Quartapelle, Sensi, Decaro, Delrio, Malpezzi, Sandra Zampa (e se c’è Zampa c’è anche Romano Prodi) gli eurodem Maran, Gualmini. Ci sarebbe Enzo Amendola che è quota Amendola, speciale, il ministro che ha incassato il Pnrr, l’ex ministro che conosce il Mediterraneo, l’ex ministro che ha fatto perdere la testa a Gentiloni (rilegge ogni sera il libro di Amendola “L’imam deve morire”, Piemme). Se non ci fosse Trump si potrebbe dire: ecco il Pd atlantista, ecco il Pd di governo. Nel Pd si dice anche: ipotizziamo che il cielo ci aiuti e che si vincano le elezioni. Bene, ma chi mandiamo in Europa a trattare sui conti, chi ci mandiamo in America a parlare di Difesa? Inutile suggerirlo. I gendarmi del Pd. E anche Zingaretti. Era Zingaretti il segretario del Pd quando Gentiloni è stato nominato commissario europeo. E chi c’era a Frascati, il 12 settembre agli Stati generali della Difesa, con i vertici di Leonardo? C’era Nick la saponetta, Zingaretti mille bolle blu (sembra che Schlein gli voglia togliere la guida della Fondazione Demo) Zinga il gendarmino. Oggi c’è la direzione del Pd. Non attendetevi gesti romantici, eroici. Nel Pd al massimo contano le sfumature di “cara segretaria, siamo con te, ma”. Fino a domenica nessuno fiata perché c’è Matteo Ricci candidato nelle Marche. Mai farlo. Se qualcuno si permette, sommessamente, di ricordare alla segretaria: “Curioso, convocare la segreteria dopo sei mesi a quattro giorni dalle elezioni regionali” si carica lo stigma “è colpa tua”. Sciagurato. Quanto vale la corrente gendarmi per l’Occidente? Come minimo il 25 per cento del Pd. Bonaccini? Sarà costretto a riprendere in mano quello che resta della sua corrente. Le altre correnti, quelle di Franceschini, Orlando, Speranza aumenteranno di peso e ricorderanno a Schlein: “Siamo noi che ti abbiamo eletto”. La buona notizia? A sinistra solo le ambizioni fanno vincere le elezioni. Schlein punta a Palazzo Chigi, Gentiloni, non lo dice, ma punta al Colle, come Giuseppe Conte (che punta anche a Chigi). Meloni li prende in giro e invece … Staranno tutti insieme, in qualche modo, con sacrificio, “per senso di responsabilità”, per l’Occidente e per il Colle. Gli “Incollati”.
