
Il racconto
Schlein e la paura di perdere nelle Marche. Direzione Pd prima del voto per evitare processi
Aleggia lo sprettro della sconfitta di Matteo Ricci. Ettore Rosato (Azione) "Vince Acquaroli". Il complotto dei sondaggi e del 2-0 a favore di Meloni (Marche-Calabria). La segretaria si blinda prima del voto
Elly Schlein, la Smarcata: convoca la direzione del Pd prima del voto nelle Marche. Data: martedì 23, ore 11. L’ultima direzione? Risale al 27 febbraio. Se si perde, peccato. Ma se si perde, niente fazzoletti, processi e, direbbe Meloni, il solito lancio di “cartoccetti”. Si smarca. Uno spettruccio si aggira per il Pd: “Eh”. Nelle Marche? “Eh”. La flotilla di Schlein: “Eh, chiedete a Curti”. Peppe Provenzano: “Eh, chiedete ad Augusto Curti, il nostro deputato marchigiano”. Ve lo dice Ettore Rosato, il mago di Calenda: “Per me vince Francesco Acquaroli. I sondaggi dicono che …”. La situazione non è eccellente e c’è anche la mucca nella stanza. Da Pesaro: “Verrà a sostenerci il grande Pier Luigi Bersani”. Ah. Ma chi chiude la campagna elettorale di Matteo Ricci? Eh. Si chiude a Osimo con Alessandra Todde e Stefania Proietti, le presidenti di Sardegna e Umbria. Cerchiamo Curti.
La parola tabù: “Sconfitta”, la convinzione: “Nelle Marche si è fatta difficile, ma non impossibile”. Eh. “Chiedete a Curti”. Provateci voi a vincere contro Meloni, contro “i complottoni”, dice il Pd, contro le “mancette” del governo. Si è fatta difficile ma non si deve dire perché come insegna Laura Boldrini: “Senza l’ottimismo non si fa politica”. Ma si vince o no? Alla Camera, i parlamentari dem, in coro: “Chiedete a Curti”. Fermiamo Angelo Bonelli, l’indomabile, che tuona contro “le marchette” del governo, contro l’idea che Meloni sta veicolando: “Dopo il caso Kirk, fa passare l’idea che la violenza sia di sinistra. E’ indegno. Copre le mancanze del suo candidato, Acquaroli, che è scomparso da questa campagna elettorale”. Ma nelle Marche? E Bonelli: “E’ testa a testa. Si può vincere”. Gianni Cuperlo si sta precipitando a fare campagna elettorale per Ricci, infaticabile. Anche lui: “Chiedete a Curti”. Elly Schlein non si dica che non ce la stia mettendo tutta. A Pesaro ha riempito la piazza e gira, gira, comizia. Si torna sempre … A loro, al M5s, a Giuseppe Conte. Da Conte City fanno sapere: “Il presidente Conte andrà due volte nelle Marche a sostenere Ricci, andremo a Fabriano. Ci stiamo impegnando. Non è vero che manca il nostro sostegno. E’ chiaro che il candidato è Ricci del Pd”. Eh. Il vicepresidente del M5s, Michele Gubitosa, furbissimo, vi risponde che “nelle Marche sta andando benissimo, anzi, molto, molto bene”. Cerchiamo Curti.
La flotilla di Schlein continua a parlare di “complottone”. A danneggiare Ricci, il soldato Ricci, sarebbero stati i sondaggi usciti sui quotidiani che avrebbero dato la spinta ad Acquaroli. Sempre la flotilla: “In realtà non è vero che Acquaroli sia avanti di molti punti, lo scarto è risicato, solo che a destra sono stati bravi a cavalcare i sondaggi, e poi certo, l’inchiesta non ha aiutato”. La Verità di Maurizio Belpietro sta contando anche i capelli che sono rimasti sopra la testa del povero Ricci. Il resto lo fa la geografia. Ugo Sposetti, nonno Pci, l’ultimo comunista (quando arriva alla Camera, Fabio Rampelli, di FdI, lo abbraccia e quasi si commuove. Cara Rai, lascia perdere Celentano e prendi loro due!) spiega che nelle Marche “la questione non è solo poltica ma geografica”. Ricci è stato sindaco di Pesaro, ma per il resto dei marchigiani Pesaro è quasi Romagna. Non basta a vincere. Come non basta Pasquale Tridico in Calabria. E siamo al secondo complottone. Pensa il Pd: “Se perdiamo nelle Marche e in Calabria, Meloni partirà dal 2-0”. Terzo complottone. Il voto di Veneto, Puglia e Campania sarà unificato, il 23 e il 24 novembre. Eh. La flotilla di Elly: “La destra, grazie al 2-0 può attutire l’eventuale sconfitta in Puglia e Campania. Ma per avere più dettagli chiedete a Curti”. Ma chi è Curti? Cuperlo: “E’ il principe di Ascoli Piceno”. Provenzano, quando serve, non si trova mai, perché lui ha un piede in due continenti: “Sto per partire per il Sudamerica”.
Ma il numero di telefono di Curti? Nulla. Ricordate quel momento magico chiamato nel Pd “direzione”? Sono momenti di trascurabilissima infelicità. E’ l’unico attimo per cui nel Pd vale vivere, spazi temporali dove l’animo frustrato dell’ homo dem sprigiona soluzioni (il più delle volte finisce con il collega che commenta: “Ma che voleva dì”). E’ dal 27 febbraio che non si convoca, ed è più attesa della tredicesima. Schlein (che mangia Franceschini e Nutella) cosa fa? La convoca prima di sabato per parlare di “alleanze” (nel Pd è come discutere della transustanziazione). Se nelle Marche si perde? Servirebbe una direzione, ma c’è il voto in Calabria e non si farebbe un servizio a Tridico. E se si perde dopo la Calabria? Eh. C’è il voto da preparare in Puglia e Veneto. Ci dividiamo? Eh, no. Enzo Amendola: “E’ lui! Ecco Curti!”. E’ seduto insieme al compagno Nico Stumpo, il Tommaso Campanella della Calabria, del Pd, uno che ha le idee chiare: “Basta con questa storia di quarta gamba. A noi non serve un nuovo centro, a noi serve solo un Mastella. E ora chiedete a Curti”. Caro Curti, ma nelle Marche come andrà? “Si vince, battiamo la destra, lottiamo fino alla fine. Ottimismo. Forza”. Ricci? Una candidatura tormentata, avvisi di garanzia, pagine di quotidiani, Conte che si chiude in camera di consiglio prima di dire sì a Ricci. La soluzione? Ce l’avevano in casa. Chiedete a Curti…