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il rush finale

Duello a distanza nelle Marche. Meloni va ad Ancona per Acquaroli, Schlein a Pesaro con Ricci

Ruggiero Montenegro

Il centrodestra, con tutti i leader nazionali, lancia la volata al fedelissimo meloniano mentre cerca di definire le candidature nelle altre regioni. La segretaria dem sarà insieme a Bonaccini per sostenere l'europarlamentare e tentare il colpaccio nella regione più in bilico

A dividerle circa un’ora di macchina, meno di 100 chilometri. Da una parte, ad Ancona, Giorgia Meloni – insieme agli altri leader del centrodestra – per tirare la volata al suo fedelissimo Francesco Acquaroli. Dall’altra, a Pesaro, Elly Schlein con Matteo Ricci per sognare il colpaccio e strappare la regione alla premier. La partita, ne sono convinti in entrambi gli schieramenti, è apertissima e può avere effetti più ampi, ben oltre la contesa marchigiana – l’unica regione tra quelle al voto in autunno che al momento sembra essere davvero in bilico.


Le Marche, d’altra parte, sono state il primo territorio conquistato da Fratelli d’Italia e sebbene Acquaroli a inizio campagna elettorale avesse chiesto di non attribuire alla contesa un significato nazionale, le cose hanno preso ben presto un’altra piega. Marche Ohio d’Italia. Così da mesi in regione è tutto un via vai di auto blu, di ministri e iniziative, che oggi troveranno il culmine nella piazza che riunirà, oltre a Meloni, anche Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Ci sarà poi Antonio De Poli, il segretario dell’Udc, e sono attesi pure i parlamentari, invitati a presenziare per l’occasione. Non sarà nemmeno la prima volta che i leader del centrodestra passano da queste parti, era successo già a inizio agosto quando Meloni ha annunciato l’estensione della Zes – zona economica speciale – alle Marche.  Inoltre, è stato mandato in soccorso di Acquaroli anche Italo Bocchino, abile polemista e volto televisivo della destra, per supplire alle carenze comunicative del governatore uscente nel confronto con Matteo Ricci, che invece coi media ha un’altra confidenza.

I sondaggi concedono al fedelissimo meloniano un leggero vantaggio, che Meloni conta di consolidare oggi con le sue parole e con un format già testato con successo in altre elezioni. Al di fuori delle Marche intanto resta ancora da definire il risiko delle candidature. In Veneto, in particolare, dove la Lega continua a rivendicare il dopo Zaia e si fa spazio il nome del segretario regionale del Carroccio, Alberto Stefani. “E’ il miglior candidato, lo mettiamo a disposizione, ma non imponiamo nulla”, ha rilanciato ieri Salvini, che ha affrontato il dossier anche nel corso del federale della Lega: "Dopo il raduno di Pontida contiamo di chiudere”. Mentre bisognerà chiarire quale ruolo avrà l’uscente Luca Zaia.  In questo quadro Antonio Tajani si augura che i nomi dei candidati “arrivino presto”. Il leader di Forza Italia ha chiarito di “non aver preclusioni per i candidati leghisti”, ma anche di auspicarsi un nome civico in Puglia (sebbene ieri circolasse anche il nome di Angelo Annese, sindaco di Monopoli, oltre al solito Mauro D’Attis e ai profili della società civile)  e Campania. In queste regioni, così come in Veneto, si voterà a novembre. Il tempo non manca ma chissà che l’appuntamento di oggi nelle Marche non diventi l’occasione per fare un passo in avanti.

Sull’altro fronte, nel centrosinistra, invece il problema non si pone. I candidati sono già tutti in campo. Semmai, a fronte della ritrovata unità regionale, è la campagna elettorale che va in ordine sparso. Oggi a sostenere Matteo Ricci ci saranno solo gli esponenti nazionali del Pd. Giuseppe Conte nelle Marche si è fatto attendere, è arrivato solo la scorsa settimana e tornerà nei prossimi giorni. Così questo pomeriggio con l’ex sindaco di Pesaro ci sarà Stefano Bonaccini (ieri è stato il turno di Nicola Zingaretti) e soprattutto Schlein, ormai di casa nella regione adriatica. E’ convinta, la leader dem,  che un successo nelle Marche possa aprire la strada alle vittorie nelle altre regioni, in quello che rappresenta – insieme al referendum sulla giustizia – l’ultimo grande test in vista delle politiche. La segretaria è attesa sul palco quasi in contemporanea con la premier, in una sfida che rinnoverà una volta ancora il dualismo con Meloni. Domenica scorsa le due hanno polemizzato a distanza, secondo uno schema e un calcolo che per entrambe pare conveniente, a livello politico ed elettorale. Anche stasera potrebbe andare nella stessa maniera. 
 

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