Il racconto

Salvini difende Vannacci (che diserta i Federali Lega) e il generale prepara la presa di Pontida

Carmelo Caruso

In Toscana l'europarlamentare usa come slogan "La Lega svolta a destra", viene coperto da Salvini, e alle riunioni della Lega manda il suo collaboratore (che impone nel listino bloccato). A Pontida i vannacciani con le felpe "Make Pontida great again"

Roma. Si sta rassegnando a fare il vice Vannacci, Salvinacci, Salvini l’aiutante. Lo copre, lo difende, lo sposa. In Toscana gli lascia usare lo slogan elettorale, “La Lega svolta a destra”; ai leghisti che scappano, per colpa del generale, replica: “C’è tanta gente che in Lega entra e anche qualcuno che può prendersi del riposo” perché “Vannacci è un valore aggiunto”. E’ così aggiunto che da vicesegretario non si presenta ai federali. Al suo posto ha  mandato recentemente  il factotum speciale Massimiliano Simoni, lo stesso che  ha imposto in Toscana nel listino bloccato. A Pontida vuole far sfilare i suoi vannacciani con le felpe, “Make Pontida great again”.  E’ l’Arlecchino del nuovo caos. 


Si è vannaccizzato per intero anche Salvini. Garantisce che lo fa da fisico, da scienziato, per esperimento. Pensa Salvini: se in Toscana va male Vannacci finisce la bolla Vannacci; se va bene Vannacci (e vedrete) insieme, costruiranno Casa Vannacci al posto di Casa Pound. Si sono presentate ieri le liste della Lega in Toscana e Salvini ha partecipato di persona, a Firenze,  ha  dichiarato: “Il dibattito sulla vannaccizzazione della Lega interessa solo ai giornalisti” perché “in Toscana, casa sua, è giusto che Vannacci abbia voce in capitolo”.

 

Ormai non si capisce dove finisce Salvini e inizia Vannacci, si sovrappongono. Vannacci spiega: “Il clima che si è creato, dopo l’omicidio Kirk, è una cosa vergognosa e purtroppo devo constatare che la violenza è sempre a sinistra”,  Salvini annuisce, si traveste da pedagogo: “Andrò nelle scuole e nelle università a parlare con i ragazzi”. Alla presentazione mancava l’europarlamentare Susanna Ceccardi, mancavano i leghisti toscani che sono stati estromessi dal generale, consiglieri che hanno versato in questi 5 anni fino a 135 mila euro al partito.  Sono le liste bollinate da Vannacci e che la segretaria della Lega Viareggio, dimissionaria, ha definito, “da pulizia etnica”. Hanno chiesto a Vannacci delle esclusioni e il generale ha fatto  spirito: “In Lega tutti potevano correre. Candidarsi non è né un premio né una rendita di posizione”. E’ infatti un privilegio che Salvini ha concesso solo al suo factotum, questo Simoni, collaboratore personale di Vannacci a Bruxelles, che il generale invia, in missione, perfino ai federali di partito.  Sono i leghisti a dirlo: “E’ come se Luca Zaia o Attilio Fontana si facessero sostituire dai loro collaboratori. Da quando?”.

 

Oggi pomeriggio, alle 17, si tiene un nuovo federale: chi manda Vannacci? Simoni o un ologramma? E’ per Simoni che si è deciso (Salvini era contrario) di usare in Toscana il listino bloccato, scelta che ha provocato la fuga degli iscritti. Racconta al Foglio, Fabio Filomeni, il primo dei vannacciani (anche il primo a separarsene) “che tanti seguaci di Vannacci stanno rimproverando al generale la scelta di entrare nella Lega. L’unione fra  Vannacci e Salvini è stata un matrimonio d’interesse ma adesso nuoce a entrambi”. La Lega antica non ha mai avuto niente a che fare con la destraccia, che Meloni ha messo ai margini.

 

Anche Claudio Durigon, al sud, in Calabria e Sicilia, ogni volta che viene fermato, dice: “Io non c’entro niente con i fascisti. Io sono un leghista e democristiano”. Prima che Salvini consegnasse a Vannacci la campagna elettorale Toscana (e chissà cosa altro ancora) l’europarlamentare “no vannax” Ceccardi, raccontano a Firenze, suggeriva: misuriamoci, fai correre Vannacci in tre collegi e in altri tre fai correre me. Vediamo chi porta più voti. La risposta è stata ‘no’ perché Vannacci è un generale, ma non ci mette la faccia (non è candidato).  Lui mette solo faccioni nei poster dei vannacciani. Attilio Fontana, il Cambronne di Varese, l’autore del “col cazzo che vannaccizziamo la Lega”, si chiede in queste ore: “Vannacci a Pontida? Non lo so? So solo che Pontida è la festa della Lega”. E invece Vannacci parlerà, già sabato pomeriggio, alla festa dei giovani (nelle stesse ore ci sarà l’altra, quella dei giovani FdI, e c’è da scommettere che sarà un’occasione per riabilitarsi, tanto più con   Vannacci come termine di paragone). Non parlerà Ceccardi, non lo farà l’altra vicesegretaria Lega, Silvia Sardone. Tutto il carnevale deve essere suo. Per tenerlo buono prenderà la parola Salvini, per primo, e seguiranno due interviste: una a Vannacci e l’altra al ministro Valditara. Attenti, c’è del metodo. L’ultima vestaglia che Vannacci intende indossare a Pontida è quella del Bossi con la cernia, il generale finto padano. Teme contestazione, da parte dei leghisti veneti, e prepara una sorpresa, la contromossa. Il suo manipolo prepara queste  felpe:   “Make Pontida Great again”. Sogna, ma non lo dice ancora, i cortei al nero di seppia, quelli di Londra (Matteo Renzi ha scritto: “Occhio: se Vannacci fa come Farage, Meloni va a casa. Meloni alimenta la paura perché lei ha paura”). Pontida 2025? O diventa Predappio o la Vannacciexit.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio