
Virginia Libero in una foto tratta dal suo profilo Facebook (foto ANSA)
il ritratto
I Giovani democratici trovano l'accordo: chi è Virginia Libero la nuova segretaria
Veneta, 27enne e con anni di volontariato e attivismo politico alle spalle. L’intesa sul suo nome arriva dopo anni di lotte intestine fra i dem under 30. Ora si attende il congresso in autunno
L’accordo è arrivato nella notte di venerdì. Virginia Libero sarà la nuova segretaria nazionale dei Giovani democratici, associazione giovanile che raccoglie gli under 30 del Pd. È sua l’unica candidatura effettivamente depositata, così come deciso dagli stessi Gd dopo settimane di confronti e trattative in tutte le loro componenti. Per l’elezione effettiva occorrerà aspettare almeno fino a novembre, quando oltre 600 delegati provenienti da ogni parte d’Italia si riuniranno nell’Assemblea nazionale per eleggere il nuovo gruppo dirigente.
L'annuncio ufficiale è arrivato ieri dalla segretaria Elly Schlein, direttamente dalla Festa dell'Unità di Reggio Emilia: “Voglio ringraziare i Giovani democratici perché con il loro sforzo unitario danno l'esempio anche a noi". Già il giorno prima, fra storie e post su Instagram, qualche piccolo dem brindava all’intesa raggiunta sulle note di “Bella ciao”.
Il 9 settembre si sono chiusi i tesseramenti, ora si passa alla fase successiva. Procede spedito il cronoprogramma, deciso e supervisionato dall’avvocato Lorenzo Innocenzi, scelto dal Nazareno questa estate proprio per guidare la giovanile dem verso un congresso nazionale dopo cinque anni di tribolazioni e guerriglie interne.
Adesso si punta tutto su Libero. 27 anni, la sua storia parte nella provincia veneta, a Selvazzano. Oggi abita a Padova, dove è a un passo dal concludere gli studi di Giurisprudenza, e il suo curriculum è denso di volontariato e attivismo politico sin dai banchi di scuola. Nel 2013 viene eletta rappresentante d’istituto nel suo liceo, poi arriva alla Consulta provinciale degli Studenti e qualche anno dopo nel Senato accademico del suo ateneo, dove viene eletta sia nel 2018 che nel 2020 fra le file di Udu Padova, associazione studentesca di cui è stata presidente. Nel frattempo ha assunto anche la guida del circolo Auser Blowup nel quartiere popolare padovano di Portello, nato durante la pandemia per ospitare iniziative che includano studenti universitari e i residenti più anziani della zona. Sui suoi profili social spunta qualche video di sostegno per la Global Sumud flotilla, insieme a un paio di foto con la relatrice Onu Francesca Albanese e diversi reel incentrati sul Veneto. Il 6 agosto, infatti, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni regionali venete. E nella speranza di raggiungere Palazzo Balbi, Libero sarà quasi sicuramente già alla guida dei dem under 30.
Le trattative sul nome erano in corso da tempo. Il Pd nazionale, quello “dei grandi”, aveva influito quel tanto che bastava per rendere il percorso liscio e senza intoppi. “Se potete, però, scegliete una ragazza”, si chiedeva timidamente dal Nazareno. Prima di Libero, fra i nomi che circolavano con maggiore insistenza c’era quello di Tiziana Elli, assessora del municipio 9 di Milano e segretaria regionale dei Gd Lombardia. Ma continuava a ronzare anche quello di Tommaso Sasso, già protagonista della lotta per la segreteria disputata negli ultimi due anni contro le mozioni di Paolo Romano e Claudio Mastrangelo. A frenare la sua corsa è stata probabilmente anche la sua età, 29 anni, dato che una volta toccati i 30 l’associazione giovanile espelle automaticamente ogni associato, impedendo di rinnovare la tessera. “Ormai tutti e tre ci muoviamo ad ampie falcate verso i 30 anni”, aveva detto al Foglio Mastrangelo, all’indomani della nomina dell’avvocato Innocenzi a commissario ad acta per il congresso. Un’opportunità, secondo il dem, “per una nuova generazione di giovani democratici, per prendere in mano l’organizzazione giovanile e mettersi finalmente alle spalle le tossine di questi cinque anni”.
Il nome di Libero è il risultato di un cammino più che tortuoso, che affonda le radici ai tempi della segreteria di Nicola Zingaretti. Il congresso giovanile organizzato nella prima estate del Covid, dopo la fine del mandato da segretario di Mattia Zunino, ha fornito un risultato incerto. Eppure, le due mozioni contrapposte (una di Raffaele Marras e una di Caterina Cerroni) hanno annunciato entrambe la vittoria. Dopo mesi di conteggi, riconteggi e accuse reciproche di brogli, la commissione congresso si è dimessa in blocco, senza decretare il vincitore. Allo scontro per la vittoria, si è aggiunto poi quello per il regolamento congressuale e su come dovessero essere espressi i voti, insieme ai dubbi mossi da alcuni esponenti sulla veridicità di alcune tessere raccolte in svariate sezioni territoriali.
Col passare del tempo si sono avvicendate nuove mozioni sempre più litigiose, mentre l'organizzazione a livello nazionale si è completamente congelata. I social non mostrano segni di vita da anni così come il sito web, che continua rimandare a una pagina sconosciuta con sopra la scritta “acquista questo dominio”. Parallelamente, i distaccamenti territoriali hanno continuato le loro attività politiche, senza rallentamenti ma anche senza una direzione nazionale chiara e coesa. Forse questa è la volta buona.


Il popolo ha sempre ragione
Statista? Mah, Pertini capì solo che per piacere agli italiani basta poco

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