L'intervista

Vannacci: "Sfiducerò von der Leyen con la Sinistra al Parlamento europeo"

Ginevra Leganza

Il generale, eurodeputato e vicesegretario leghista spiega perché von der Leyen è un fallimento, e perché su questo anche la sinistra ha ragione

Il generale nazionale, eurodeputato, vicesegretario della Lega non tentenna: “Frau Von der Leyen va sfiduciata”, dice al Foglio a poche ore dal discorso sullo stato dell’Unione della presidente della Commissione. “Frau von der Leyen è un fallimento totale”, ribadisce dunque Roberto Vannacci. Che poi aggiunge: “La sua è una politica scellerata”. Ma se a luglio la presidente si era salvata da una mozione di sfiducia proposta da AfD, adesso è la Sinistra al Parlamento europeo a metterla in discussione. Generale, una sfiducia a Frau Von der Leyen val bene The Left? “Ne sono assolutamente convinto. Questa presidenza è una sciagura”.

Nelle ultime ore a Strasburgo, in Aula, lei ha finanche elogiato la vicepresidente “pasionaria”, socialista e ambientalista, Teresa Ribera. La quale ha attestato il fallimento di “questa” Unione europea. Finanche gli europarlamentari del Pd criticano oggi Von der Leyen. Che dice: possiamo arruolarli? “Ecco, nel caso del Pd penso sia una critica di facciata, per prendere voti alle regionali. Il Pd non fa proprio testo, avendo votato tutte le leggi e tutti i provvedimenti inerenti al Green deal, alla desertificazione industriale, e alla guerra a oltranza”.

“Sono assolutamente convinto sia giusto sfiduciare von der Leyen – spiega Vannacci –  perché l’Europa sta perdendo in tutti i settori. Nel campo economico, sociale, della difesa, del lavoro. Ci stiamo riempiendo dei disperati del mondo. E nessuna soluzione è stata trovata per affrontare le problematiche principali che riguardano il Continente”. Il discorso sullo stato dell’Unione non le avrà fatto cambiare idea. “Il discorso sullo stato dell’Unione è stato un fallimento”. Perché? “Perché Von der Leyen ha iniziato dicendo che c’è bisogno di una nuova Europa, sicché ci aspettavamo prospettasse dei cambiamenti. Invece non ha scalfito in un solo dettaglio la scellerata politica degli ultimi sette-otto anni”. Cosa l’ha colpita? “Da dove cominciare? Ha detto che con la guerra dovremo continuare ad libitum. Ha ribadito l’urgenza del Rearm Europe, e cioè di un investimento di 800 miliardi di euro in armi a svantaggio di altri settori come il lavoro, la sanità, le infrastrutture. Ha affermato, poi, che proseguirà con il Green deal, ovvero un piano che in molti considerano la più grande truffa subita dall’Occidente dal dopoguerra a oggi. Si tratta per l’appunto di disgrazie”.

Sull’immigrazione, però, ha detto qualcosa. O no? “Sull’immigrazione ha detto poco. E anche i passi avanti sono stati limitati. Non si parla mai di bloccare l’immigrazione clandestina. Né di adottare provvedimenti risolutivi nei confronti di un fenomeno che influenza profondamente la vita degli europei, e soprattutto degli italiani. A tal proposito, ricordo che spesso si cerca di dipingere i russi come la più spaventosa minaccia per l’Europa, ma oggi la vera minaccia, quella che arreca danni ai cittadini, è diversa”. E qual è? “Sono gli immigrati illegali, che ogni giorno commettono reati, stupri, furti e rapine all’interno delle nostre nazioni. Si parla di un ipotetico invasore russo, ma l’invasore vero, proveniente dal cosiddetto terzo mondo, l’abbiamo in casa”. Lega vannaccizzata, Unione sfiduciata. “Ha detto addirittura che l’Europa deve rassegnarsi a piccole auto elettriche, rinunciando alle auto di grandi dimensioni per chi le volesse. Per non dire dell’istituzione di un ministero della verità”. Von der Orwell, verrebbe da dire. Di cosa si tratta? “Di censura. Sono i fact-checker che dovranno verificare che le notizie siano allineate al pensiero unico stabilito, temo, dalla Commissione stessa. E poi, a proposito della mozione e di Left, Von der Leyen dovrebbe stare attenta visto che ha persino dichiarato di voler eliminare la povertà...”. Il tono è ironico. Il senso, apotropaico. “Ecco, non è precisamente un obiettivo che ha portato fortuna a chi se l’era intestato in passato”.