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La fuga della destra dalle regionali. In Campania avanza l'ipotesi di un ex prefetto. Blitz di De Laurentiis a Palazzo Chigi
Meloni non riesce a chiudere sugli sfidanti di Decaro e Fico. Un film già visto alle comunali di Roma, Milano e Napoli. La visita del patron del Napoli accende la curiosità generale
C’è chi evoca Enrico Michetti, il candidato sindaco di Roma che si rifaceva ad Augusto. E chi invece tira fuori il pistola di Milano: il pediatra Luca Bernardo, sfidante di Beppe Sala, con la rivoltella in ospedale. Ora che anche Elly Schlein è riuscita a chiudere le candidature nelle regioni superando i veti della coalizione, nel centrodestra avanza il fantasma Carneade. E cioè il candidato governatore improponibile mandato al massacro elettorale dove nessuno con un po’ di sale in zucca vuole correre. Proprio in Campania e Puglia, fortini che, a occhio, Schlein e Conte riusciranno a fare propri senza fatica. Fratelli d’Italia si è così avvitata su sé stessa: si gioca il tutto per tutto nelle Marche per la riconferma di Francesco Acquaroli, sembra costretta a rinnovare il Veneto alla Lega, va verso un ko già scritto in Toscana e per Puglia e Campania appunto non ci sta a mostrare il petto per andare verso la bella morte.
Per la Campania, per esempio, è convinzione comune nel centrodestra che la candidatura di Fico sia davvero complicata da superare. Anche la scelta di Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri di Fratelli d’Italia, è data come perdente. Al limite della candidatura di servizio, o quasi. Ecco perché prende quota l’ipotesi dell’ex prefetto di Napoli, ora a capo del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione al Ministero dell’Interno, Michele di Bari. Un servitore dello stato, prossimo alla pensione, che non dispiace a Forza Italia. Una figura al di sopra del bene e del male pronta al sacrificio? C’è chi dice di sì. E ricorda a tal proposito un film già visto per il comune di Napoli. Quello interpretato dal pm Catello Maresca che da indipendente del centrodestra raccolse contro Gaetano Manfredi, nel 2021, solo il 21 per cento, guardando il ballottaggio con il binocolo. Al prefetto toccherà la stessa sorte?
In attesa del vertice del centrodestra, a solleticare ieri la fantasia dei cronisti piazzati dalle parti di Palazzo Chigi c’è stata la visita di Aurelio De Laurentiis. Il produttore cinematografico e soprattutto patron del Napoli calcio bis-scudettato è entrato ieri pomeriggio nel palazzo del governo. Subito è scattata la suggestione. Avrà incontrato la presidente del Consiglio Meloni, appena rientrata dal viaggio a New York con la figlia, per ascoltare una proposta di candidatura? Oppure avrà visto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari come accaduto già lo scorso luglio? Oppure ancora, come ha suggerito qualche simpaticone, De Laurentiis ha preso le misure alle stanze per chiedere di girare un nuovo film per Natale: “Il CineChigi”? Più facile la seconda ipotesi, quella di un incontro con Fazzolari. Ma fino a quando non si riunirà il tavolo del centrodestra le speculazioni si sfogliano come i petali della margherita. Stesso discorso per la Puglia, fotografia di uno stallo alla messicana. Forza Italia per occupare una casella mette il nome del deputato Mauro D’Attis, stessa cosa per onor di cronaca la fa Fratelli d’Italia con il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, amico personale della premier nonché di lei guida alle vacanze estive. E’ chiaro che in entrambi c’è la consapevolezza che contro Decaro la sfida sarà ingenerosa. Ecco perché anche in questo caso si cercano uomini delle istituzioni o delle imprese sui quali nessuno a Roma metterà davvero il cappello, al netto del solito comizio di chiusura di Meloni, Tajani e Salvini. Ecco il leghista, se è vero che ha ceduto la Lombardia (c’è l’idea di Ettore Prandini, numero della Coldiretti) per la riconferma del Veneto, inizia a friggere per poter annunciare il dopo Zaia in salsa Liga. Operazione anche questa che sembra essersi avviluppata su se stessa. La teoria che occorra aspettare l’esito delle elezioni nelle Marche rischia di rovinare la festa del Carroccio sul pratone di Pontida, prevista una settimana prima del match Acquaroli-Ricci. Tutti sbuffano nel centrodestra in queste ore. In Fratelli d’Italia, primo partito della coalizione, si fanno ragionamenti di questo tipo: “Se ci andrà bene confermeremo le Marche e perderemo la Toscana. Se ci andrà male nemmeno questo, e la Lega incasserà comunque il Veneto, in una tornata complicata per tutto il centrodestra che poi farà parlare Schlein di spallate al governo”. In generale, specie dalle parti di Forza Italia, evocano quanto accaduto alle comunali di Roma, Napoli e Milano con scelte dell’ultima ora che si dimostrarono impietose anche per il voto di lista dei singoli partiti. Lo sguardo dei partiti di governo è anche rivolto alle prossime elezioni: scegliere civici che spingerebbero la coalizione su percentuali modeste rischia di essere un ulteriore boomerang per le prossime elezioni. Se non dovesse cambiare la legge elettorale in Campania e Puglia i collegi uninominali sarebbero di questo passo di colore rosso. Sicché a tutti ieri non restava che rifarsi con le sciagure del governo Bayrou in Francia.