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Il racconto

La tela di Decaro: vuole l'immunità, teme ancora Emiliano. Trattative, voci di ritiro. Il fastidio di Schlein

Carmelo Caruso

Tratta ancora e non cede sul veto a Vendola. La paura di ritorsioni da parte di Emiliano, i dubbi di Schlein che ora pensa: "Ha un disegno, sfidarmi a congresso. In Puglia il M5s rischia di essere superato da Avs

Odissea tra le cozze. Antonio Decaro come Penelope. Al telaio. Si candida, non si candida, a cosa si candida? Non si sblocca. Voci di ritiro. L’ultima che ci arriva è questa: Decaro ha paura di correre in Puglia. Non vuole perdere l’immunità europea. Teme i “poteri” di Emiliano. Cantami, o Taruffi, del Decaro ricco di veti. L’altra versione. L’eroe, secondo la flotilla di Elly Schlein, tesse: “Ha un disegno lucidissimo. Fare asse con Conte, che in Puglia rischia di essere superato da Avs. mantenere il veto  su Vendola, per poter dire agli uomini di Emiliano che il veto non era solo contro lui”. E poi? “Avrà mostrato che esiste un’altra idea di Pd. Da presidente della Puglia o da europarlamentare”. E dopo, dopo? “La segreteria anticiperà il congresso prima della scadenza naturale e lui correrà. Anche se perde, si siede al tavolo e può fare le liste con lei”. Ormai è una strage di proci: storie incredibili di candidati da prestare ad Avs, la mano di Bettini per mediare... Se precipita ci sono già altri due nomi Pd come candidati: l’assessore Raffaele Piemontese o Loredana Capone. Credeteci. Oggi saranno tutti insieme, a Bisceglie: Schlein, Decaro, Gaetano Manfredi e Ciccio Boccia. Sorridete!


Va bene animare una vittoria già scontata, quella della sinistra in Puglia, ma ora siamo all’epica. Trattative pazze, assessorati che vengono offerti come le seppie, complotti, accordi sottobanco, sfide tra titani. Decaro lo descrivono come provato nell’aspetto, e nell’animo, ma anche Giuseppe Conte sarebbe “profondamente amareggiato”, “deluso”. Il Pasolini di Terlizzi, Vendola, sarebbe diviso fra il gesto romantico, mi faccio da parte, e la resistenza.

 

Telefoniamo a Nicola Fratoianni che smentisce qualsiasi scambio Vendola-assessorati. Un Vendola non si baratta. La soluzione estrema? Nel Pd gira pure l’idea singolare: correre con Decaro in Puglia senza Avs. Altra telefonata ad Angelo Bonelli (quando lui e Fratoianni devono decidere questioni fondamentali si affidano alla monetina: testa o croce? Vuoi vedere che funziona?) e Bonelli ci dice che “Elly Schlein non permetterà mai a Decaro, e ripeto mai, di rompere la coalizione unitaria in Puglia. No”. Che fare? Era una storia di veti ma ora nessuno vuole perderci la faccia. E l’immunità. Un’altra spiegazione che ci arriva dai decariani: “Antonio, se si candida, deve rinunciare all’immunità da europarlamentare e dunque ha ragione nel pretendere di lavorare senza condizionamenti”. Ma perché mettere il veto su Vendola, un poeta, un navigatore? E’ sempre così: più si scava più si scopre. A furia di concentrarci su Decaro, e sulla sua ira funesta, ci siamo dimenticati di Conte il levantino che ora rischia. Anche lui. La flotilla di Schlein: “Conte e Decaro si sentono regolarmente. Non è strano che Conte, contrario al riarmo, ami spassionatamente Decaro, che ha votato per il riarmo? E non è strano che Conte dica: senza Decaro è un guaio?”. Passiamo all’aritmetica. Avs non solo è un partito in crescita. Con Vendola, in Puglia, rischia di superare perfino il M5s. Nel 2020 è vero che il M5s arrivò al nove per cento, ma correva con il suo candidato presidente, Antonella Laricchia, che ha lasciato il M5s e la politica. Si aggiunga che del M5s si potranno ricandidare solo due dei quattro uscenti. Insomma: il M5s viaggia sulle stesse percentuali di Avs, ma Avs ha un Vendola che dopo i veti non avrebbe bisogno neppure di fare campagna elettorale. Eroe. Un Aiace. Avete capito perché Conte il levantino era preoccupato? Mercoledì sera al Monk con il suo pollicione fasciato (breve intervistina. Presidente Conte, ma cosa le è accaduto? “Mi sono affettato. Un’insidia in casa” (sorriso). Presidente, ma questo è un sabotaggio della destra? “In verità se vedete bene mi sono affettato la sinistra”) ebbene, mercoledì sera, al Monk, è vero che Conte ha bevuto birra con Schlein, Fratoianni, e Bonelli, ma subito dopo è scappato e non si è seduto sulla panca larga ad addentare supplì. Aggiornamento ultimo sul suo umore: “Ah, sapeste. La sua terra! La Puglia. Credeteci, si sta amareggiando e tanto”. E ci crediamo. Solo che non c’è da credere a questa: “Garantito: Schlein e Decaro saliranno oggi, insieme, sul palco, a Bisceglie”. Ma se non c’è l’accordo? “Qualcosa si dirà”. I riformisti dichiarano: “Stallo”. Ancora la flotilla di Schlein: “Decaro ha alzato troppo il tiro, ha messo troppe condizioni capestro. E ora paga la sua ubris. Ah, piccola informazione. Guardate che i 500 mila voti che ha preso, li ha presi perché in Puglia ha imposto che non corressero altri grossi nomi. In Campania c’erano Topo, Ruotolo, Picierno, Annunziata”. E’ un’odissea tra le cozze ma anche un parricidio a metà. Decaro cosa teme? Un Eolo ci fa sapere che teme i poteri stregoneschi (e giudiziari) di Emiliano, il suo Poseidone. La vera fortuna in Puglia? Che la sinistra è senza destra. Qui la destra non è pervenuta (sarà spiaggiata nell’isola di Calipso o a Locorotondo?). Ora zitti. In una stanza c’è Decaro che lavora. All’uncinetto. 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio