
"Sono sconcertato e disgustato". Tarantelli Jr. sulla candidata Di Cesare
Luca, figlio dell’economista Ezio Tarantelli ucciso dalle Br, critica la scelta del centrosinistra di candidare in Calabria la prof. che commemorò la brigatista Balzerani: "Ci indigniamo da cittadini più che da parenti delle vittime"
“Disgusto” è la reazione che esprime Luca Tarantelli alla candidatura di Donatella Di Cesare come capolista di Avs alle regionali in Calabria. La professoressa di filosofia della Sapienza, un anno fa, aveva ricordato la morte della brigatista Barbara Balzerani: “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”, recitava il post della Di Cesare poi cancellato.
Balzerani era la capa della colonna romana delle Brigate Rosse che il 27 marzo 1985 uccise il padre di Luca, Ezio Tarantelli, economista vicino alla Cisl. “Già un anno fa rimasi sconcertato da quelle dichiarazioni – dice al Foglio –. Questo suo tentativo di nobilitare la lotta armata è inaccettabile prima di tutto come prospettiva intellettuale. Ma vedere che ora viene addirittura candidata dalla sinistra mi produce disgusto”. Chi la difende, come il candidato presidente del M5s Pasquale Tridico o gli eurodeputati di Avs Mimmo Lucano e Ilaria Salis, sostiene che la Di Cesare sia vittima di una campagna d’odio delle destre che stravolge il senso delle sue parole. “Guardi, fatico a trovare una possibile interpretazione diversa da quella che nitidamente è espressa in quella dichiarazione. D’altronde basta leggere gli scritti della Di Cesare sulla ‘rivolta’ per trovare una coerenza di pensiero”.
La tesi giustificazionista è che con la Balzerani e le Br di Cesare ha una coincidenza di ideali, ma non una condivisione dei metodi. “Ma quelli lì non sono ideali, è finta politica travestita da finti ideali. E poi basta conoscere la storia e leggere i loro scritti per sapere che per i brigatisti i fini rivoluzionari e i mezzi violenti erano inscindibili”. Di Cesare dice di essere pacifista. “Preferisco non commentare per evitare querele”. Perché pensa che la sinistra l’abbia candidata? “Non mi metto a interpretare, ma da elettore di centrosinistra sono sconcertato e disgustato. Mi aspetto che le candidature siano in linea con i valori democratici e della civiltà occidentale”.
Luca Tarantelli, insieme a Emmanuele Massagli, per i 40 anni dall’uccisione del padre ha pubblicato “Il coraggio delle proposte impopuliste” (Edizioni Lavoro), un volume che raccoglie l’impegno intellettuale di Ezio Tarantelli per sconfiggere l’inflazione e la disoccupazione in una fase complicata come quella degli anni Ottanta. Per quelle idee riformiste fu ammazzato, tre mesi prima del referendum sulla scala mobile, nel parcheggio della Sapienza: la stessa università della Di Cesare. “Non ce l’aspettavamo minimamente, pensavamo che il terrorismo fosse finito, e invece è continuato anche dopo con gli omicidi di Conti e Ruffilli. E poi c’è stata una coda lunga con l’uccisione di D’Antona e Biagi. È una corrente che non si vede ma non scompare perché fa parte della natura umana, e per questo va riconosciuta e isolata. Ci indigniamo da cittadini più che da parenti. Non siamo vittime da compatire, abbiamo idee da difendere che derivano da considerazioni politiche”.