Verso le regionali

Fico e "l'inceneritore". Da Manfredi al Pd riformista la difesa dell'impianto che il grillino vorrebbe chiudere

Gianluca De Rosa

E' la battaglia identitaria del M5s e infatti a febbraio l'ex presidente della Camera, ormai candidato del campo largo in Campania ha messo nel mirino il termovalorizzatore che salvò napoli dai rifiuti. Ma sia il sindaco, sia i dem riformisti frenano

 A febbraio, quando il suo nome già circolava con insistenza come quello più probabile per il ruolo di futuro candidato del centrosinistra in vista del dopo De Luca in Campania, Roberto Fico, ex presidente della Camera del M5s, parlando a un comizio al Palasport di Casoria, lanciò una delle sue prima idee per il futuro della regione: chiudere il termovalorizzatore di Acerra. “Io – disse tutto d’un tratto impossessato dalla passione del grillismo della prima ora – sento che abbiamo voglia di dire su tutti gli schermi della nazione che prepariamo il piano di dismissione dell’inceneritore di Acerra”.  Si tratta dell’impianto che, alla fine del primo decennio del 2000, salvò Napoli dalla grande crisi dei rifiuti e risolse l’annoso problema delle ecoballe. Immagini di un’indecenza ancora nitide nelle menti dei cittadini campani. Ma per il Movimento la “guerra agli inceneritori” è e resta una proposta identitaria cruciale, forse l’ultima.  E’ il simbolo di quel “cambiamento” – ora annacquato dal “ma con continuità con la giunta precedente” per non scontentare  De Luca – auspicato sia dai grillini, sia da chi nel Pd  – da Sandro Ruotolo a Marco Sarracino – ha sponsorizzato la sua candidatura e accettato, infine, in cambio di una lista civica e della segreteria del partito regionale al figlio Piero, anche dal governatore che venerdì parlerà ai campani per spiegare la sua decisione. Ma dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, al Pd riformista arriva lo stop all’idea dei grillini sulla chiusura dell’impianto di Acerra.   Le parole sul termovalorizzatore hanno comunque fatto drizzare i capelli a Carlo Calenda che, infatti, con il suo partito, non sosterrà la corsa di Fico, ormai quasi ufficiale per Pd, M5s e Avs. “Piuttosto che appoggiare uno che vuole chiudere il termovalorizzatore di Acerra, mi taglio le mani”, ripete in continuazione il leader di Azione. Ma anche dentro al Pd riformista, e al mondo che gli ruota intorno, la proposta viene vista con qualcosa di più che un’alzata di sopracciglio.


Dice al Foglio Umberto Ranieri, ex sottosegretario agli Esteri del Pd, una vita tutta tra Pci napoletano, nella corrente migliorata di dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e la parte riformista del Pd in Campania. “Su una proposta del genere – dice – credo francamente che sarebbero i cittadini campani i primi a protestare. Basta ricordarsi un po’ la storia dello smaltimento dei rifiuti a Napoli per riconoscere che l’impianto di Acerra è strato essenziale per superare una grave emergenza. Certo lo si può adeguare, si può rinnovare se, e non lo so onestamente, le tecnologie di smaltimento lo consentono, ma sono convinto che resti ancora una struttura fondamentale per affrontare  le dimensioni enormi dell’accumulo di rifiuti a Napoli”. Se come andranno le cose in Campania con Fico si vede da queste prime proposte non c’è il rischio che con il candidato pentastellato il riformismo del Pd vada a farsi benedire anche in Campania? “Io personalmente – risponde Ranieri – non conosco Fico e dunque  non mi permetto di giudicarlo, certo questo genere di proposte mi auguro non siano davvero in cima all’agenda del futuro presidente”. Dentro al partito comunque in pochi, almeno per ora, prendono sul serio questa proposta, anche se i termini dell’accordo per arrivare alla sua candidatura, a differenza di quanto accaduto con Giani in Toscana, non prevedono almeno per ora un programma di governo messo nero su bianco.

 

E d’altronde, almeno su questo punto, lo stop alla proposta di Fico è arrivato anche da uno dei principali sponsor della corsa del pentastellato alla guida della Campania, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che ha spiegato: “Capisco che a livello teorico si potrebbe anche arrivare ad aumentare la raccolta differenziata fino a ridurre a una frazione molto bassa la percentuale che deve andare all’incenerimento, ma è una tendenza, perché ci sarà sempre e comunque una parte che dovrà andare all’inceneritore”.