
Ansa
il colloquio
Osnato (FdI) tra pensioni e Manovra: “No agli extraprofitti. La priorità è ridurre le tasse”
Il presidente della commissione Finanze della Camera: "Tagliare l'Irpef, detassare gli straordinar". Il congelamento dell'età pensionabile? "Prepensionamenti o pensionamenti più morbidi devono essere un obiettivo che contemperi l’esigenza di mantenere la traiettoria della finanza pubblica. Derogare sarebbe un errore"
No a tasse sugli “extraprofitti”, niente follie contabili sulle pensioni e, soprattutto, la riduzione delle tasse. In vista della prossima Legge di bilancio, il deputato di Fratelli d’Italia Marco Osnato traccia la rotta dei meloniani. “La priorità a cui destinare le risorse – dice al Foglio il presidente della commissione Finanze della Camera – è il taglio dell’Irpef per la classe media, come ha indicato anche il viceministro Maurizio Leo”. Dal 35 al 33 per cento per i redditi fino a 60 mila euro lordi.
“Puntiamo inoltre a ridurre il peso fiscale sugli straordinari, perché abbiamo bisogno di aumentare la produttività. In un momento in cui c’è scarsa disponibilità di manodopera, bisogna favorire chi sceglie di lavorare di più” spiega Osnato che negli scorsi mesi aveva già proposto un ordine del giorno che va in questa direzione. “E’ stato approvato all’unanimità e penso che ci sarà anche nella manovra”. Nel frattempo si continua a discutere di pensioni. Del superamento della legge Fornero, consueto dibattito pre-finanziaria, e del congelamento dell’adeguamento dell’età pensionabile all’aumento dell’aspettativa di vita. Il costo, secondo il sottosegretario leghista Durigon, è di circa 200 milioni, sebbene l’Inps abbia fatto filtrare che si tratterebbe di circa 1-1,5 miliardi all’anno. “Ci fidiamo dei conti che farà il ministero”, premette Osnato. “In linea di massima, siamo favorevoli a trovare modalità per permettere ai lavoratori di andare in pensione non troppo tardi, soprattutto per chi ha avuto una carriera problematica o particolarmente pesante. Ma prepensionamenti o pensionamenti più morbidi devono essere un obiettivo che contemperi l’esigenza di mantenere la traiettoria della finanza pubblica. Derogare sarebbe un errore. Così come lo è stato la legge Fornero, che ha pensato esclusivamente ai conti, senza considerare l’impatto sui lavoratori, vedi gli esodati e le otto-nove misure di salvaguardia. In medio stat virtus”. Anche perché, aggiunge Osnato, è importante non disperdere la fiducia che in questi mesi agenzie e mercati hanno riconosciuto all’Italia, tanto più in una fase di grandi movimenti bancari. “Ci è stata riconosciuta, ma non ancora abbastanza”.
Cioè? “Abbiamo un debito pubblico rilevante ma siamo in buona compagnia. Abbiamo le famiglie e le imprese meno indebitate tra i paesi del G7, una patrimonialità privata pari a 5-6 volte il debito pubblico e un’ottima riserva aurea. Ma ancora le agenzie, sebbene abbiano migliorato il nostro outlook e qualcuna anche il nostro rating, ci mettono in area B. Mentre paesi che stanno peggio, come la Francia, sono trattati meglio”. Su questo aspetto, prosegue Osnato con una sorta di avviso ai naviganti, sarebbe importante che “tutti quanti, politici di maggioranza e opposizione, imprenditori, associazioni di categoria e stampa, iniziassimo a presentarci per il paese che siamo davvero. Questo potrebbe aiutare le agenzie di rating a darci posizionamenti migliori”. E vantaggi sul costo del debito che potrebbero liberare spazi fiscali per welfare e sviluppo. Eppure negli ultimi due giorni, altro tormentone agostano ricorrente, si è tornato a parlare di una tassa sugli extraprofitti delle banche dopo l’intervento a Rimini di Giancarlo Giorgetti. “Il pizzicotto del ministro era affettuoso, simpatico per così dire. Penso fosse un richiamo al fatto che il credito alle famiglie e alle piccole e medie imprese deve essere più facile e veloce”, è la lettura del presidente della commissione Finanze. “Altra cosa sarebbe tassare gli extraprofitti, che non è apparsa una via piuttosto proficua in passato. Le polemiche con le banche o le assicurazioni non ci appartengono. Non sono nemici del popolo, devono essere una risorsa che va tutelata, come abbiamo fatto e continueremo a fare”. Per questo, conclude Osnato, “se ci saranno occasioni in cui, confrontandoci con gli istituti di credito, si trovino insieme meccanismi utili allo sviluppo, ben venga. Ma una tenzone con le banche non è nei piani del governo”.