Fabio Rampelli - foto LaPresse

Il colloquio

Rampelli (Fdi): "Salvini su Macron ha parlato da capo della Lega, non da vicepremier"

Nicolò Zambelli

Il vicepresidente della Camera sull'incidente diplomatico tra Francia e Italia: "La politica estera è competenza del presidente del Consiglio e della Farnesina, che sulle questioni più rilevanti agiscono con il conforto del capo dello stato"

"La battuta di Salvini è stata da capo di partito, non da vicepremier". Lo dice al Foglio Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera in quota Fratelli d'Italia, commentando il recente incidente diplomatico tra Italia e Francia. Il fatto è noto: lo scorso 21 agosto, il leader della Lega e ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha detto che il presidente Emmanuel Macron può "attaccarsi al tram" a proposito della proposta di invio di truppe europee in Ucraina.
 

Le parole del leader della Lega hanno spinto la Francia a convocare l'ambasciatore italiano a Parigi nel corso del weekend, ma non c'è stato nessun passo indietro da parte di Salvini. A gettare acqua sul fuoco è stato l'altro vicepremier, Antonio Tajani, ieri al meeting di Rimini: "La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri e se si devono far valere delle ragioni si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole", ha detto.
 

Della stessa idea è anche Fabio Rampelli: "La politica estera è competenza innanzitutto del presidente del Consiglio e del titolare della Farnesina, che sulle questioni più rilevanti agiscono con il conforto del capo dello stato. Storie di gran lunga diverse…", spiega. E prova a rassicurare: "Mi pare evidente che si tratti di una polemica politica incidentale che non potrà intaccare i rapporti di amicizia tra Italia e Francia".
 

Secondo Rampelli il commento di Salvini era "prevedibile" di fronte all'ipotesi avanzata dal premier francese: "Comunque la si pensi è una posizione forte che richiama automaticamente delle reazioni. E poi Macron in Europa è sostenitore di Ursula Von der Leyen, Salvini al contrario è un suo oppositore", dice. Ma resta che, secondo lui: "La sua è stata una battuta da capo di partito e non da viceministro".