
Il racconto
Salvini e Cariddi. Euforia, corni rossi, la promessa "nel 2032 sarà percorribile". E nella Lega: "Dedichiamolo a Berlusconi"
Il Cipess approva il progetto definitico del Ponte sullo Stretto e Salvini passa al casello (e alla storia). Numeri del lotto, cabala, cifre. Il Pd: "meglio la catapulta". Meloni: "Il Paese sarà più connesso". Lo scoglio della Corte dei Conti
Roma. Da Salvini a Cariddi. Sciagurati, non prendetelo in giro! E’ il Renzo Piano di Scilla, il Salvinidream dello Ionio. Anche Salvini non “vende sogni, ma solide realtà”. Nel 2032. Meglio il 2033. L’approvazione, e presentazione, del progetto definitivo del Ponte di Messina, il Salvini bridge, sta a metà tra il gioco del lotto di Eduardo De Filippo e un film di Nolan, Calabriastellar. L’alta ingegneria si impasta con la cabala (“lo avremo nel 2032-33, per chi gioca con i numeri…”) Salvini si mescola con il sottosegretario, Alessandro Morelli, il mezzobusto del Cipess, che si occupa di piloni e Rai. E’ un trionfo di cornetti rossi, a partire dalla cravatta (con cornetti) di Pietro Ciucci, l’ad della Società Stretto di Messina, ed è un kamasutra di numeri per l’opera “acceleratore di sviluppo”. Piovono metropolitane (“avremo tre fermate”) date e cifre: 3.300 metri di lunghezza, 72 l’altezza, 44.323 fili d’acciaio e 2 torri. Stefano Boeri, qui, sembra un geometra di Roccalumera.
La giornata? Dice Salvini: “Storica”. La copertura? “Interamente garantita”. L’occupazione? “120 mila unità. Il Ponte lo costruiranno anche le imprese lombarde, venete ed emiliano-romagnole”. Gli chiedono i tempi di percorrenza, e lui, preparatissimo, spiega che “si passa da 120 minuti a 15 minuti, con sei corsie, e pure tre fermate metro” e ricorda “ultimeremo anche l’Alta velocità”. Ministro, ma inserirete il Ponte tra le opere di difesa? La risposta: “Il Ponte lo possono attraversare Croce Rossa, militari, non serve solo a scopi turistici. Ma non mi faccia entrare nel lavoro dei ministri Giorgetti e Crosetto”. Ministro, quando, quando? “Ovviamente serve la bollinatura della Corte dei Conti (ahi) ma l’obiettivo è partire con i cantieri per settembre e ottobre”. Non ci basta. Ministro, l’anno in cui diremo addio al ferribotte? “Il nostro obiettivo è l’attraversamento tra il 2032 e il 2033, quando ci sarà la Torino-Lione e i romani potranno raggiungere da piazza Venezia la Farnesina”. Se lo sentisse Al Bano canterebbe: “Felicità è un bicchiere di vino, il Ponte e il panino”. La presidente Meloni partecipa alla riunione del Cipess e si complimenta per il Salvini bridge perché “è quasi superfluo dirlo ma si tratta di un’opera strategica per lo sviluppo di tutta la nazione. L’opera non è facile, ma a noi piacciono le sfide difficili quando sono sensate. Un’opera di questa imponenza lascerà un’eredità concreta: Italia più connessa, più competitiva, coesa”.
Una carovana di fotografi viene spedita nella saletta di Palazzo Chigi per raccontare l’emozione del vicepremier e questo “Ponte a campata unica più lungo della storia”. Si vende “storia” come l’anguria e i press kit, con musica epica, sono il cocco fresco. La conferenza è convocata per le 12.30 ma slitta ad apertura di Tg. I preziosi uffici del ministro ci scrivono, alle 12,51, che è “in corso Cipess sul Ponte sullo Stretto”. Alle 13.02, sempre informati dal Ponte minuto per minuto scopriamo che “Salvini ha anche ringraziato i ministri precedenti, citando Pietro Lunardi”. Alle 13.09 arriva la fotografia di Meloni e Salvini sorridenti. Alle 13.12, il Ponte è nato: “Cipess: approvato il Ponte sullo Stretto”. Pochi minuti ancora, 13.15, e si riceve la conferma che il bambino-Ponte sta bene e che genitore 1, Salvini, e il mezzo genitore 2 (il Morelli) si presenteranno in sala.
In sala, il fotografo che non può che essere di Avs, disfattista, dice: “C’è la riunione in corso e sta già a manna’ il video”. Il collega, che invece non può che essere del M5s, No tav, gli fa sponda: “Magari non si presenta”. Di nuovo, l’altro: “Se figurate. Stanno ‘a prepara’ la fanfara”. Li avrà mandati Fratoianni. Alla Camera, il porto dove tutti si imbarcano (per le ferie) e dove abbiamo atteso passare la storia, Peppe Provenzano, l’Ingrao siciliano del Pd, si ribella: “Il Ponte? Io propongo la catapulta”. Domandiamo a un leghista se Salvini abbia dato istruzioni sul Ponte e lui: “Ci ha solo detto ‘evitiamo di farci del male. E’ opera dell’Italia intera. Non facciamo il solito gioco: nord contro sud’”.
Al Nord, inutile dire cosa pensano i leghisti alla Bossi, come Paolo Grimoldi, l’espulso: “Meno Messina e più variante di Tremezzina”. Non è un paese per sognatori. L’ex vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, che non fa parte di questi menagrami e che non vede l’ora di sfrecciare con la spider, con a bordo la sua bella, ci propone pure il nome, che gira tanto in Lega: “Io sono di Monza e propongo di chiamarlo ‘Ponte Berlusconi’ perché Berlusconi l’ha pensato ma Salvini lo fa”.
I Tg fanno scorpacciata di Ponte perché il Ponte fa sperare, si vende, perché, diceva lo Zarathustra di Nietzsche, “la grandezza dell’uomo è di essere un ponte e non uno scopo”. Le nostre fonti leghiste ci girano un messaggio di Nino Germanà, il responsabile Lega Sicilia, che incita i legionari del Ponte: “Mercoledì 6 agosto sarà una giornata impegnativa per il ministro, un ministro del nord che ha fatto più di qualunque altro omologo del sud. Appuntamento stasera a Torre Faro alle 19”. Il pedaggio costerà meno di 10 euro. Berlusconi dall’alto sorride perché Prodi e Monti dissero ‘no’, al Ponte ma Salvini adesso vuole passare alla storia, e pure al casello. Sentite: “Lo Stretto lo hanno attraversato solo Lucio Cecilio Metello, che fece costruire un ponte di botti, e san Francesco di Paola con il mantello”.
Pensate in letteratura cosa sarebbe accaduto grazie al Ponte. Leandro non avrebbe attraversato le acque agitate per raggiungere la sua Ero. E non sarebbe morto. Ulisse non avrebbe perso tempo con Scilla e Cariddi, e avrebbe raggiunto in anticipo la sua Penelope. Si sarebbe sprecata meno tela e anche Giorgetti sarebbe stato contento. Il commissario Montalbano e la fidanzata Livia si sarebbero incontrati a Crotone senza rottura di cabassisi. Viva il Ponte. Salvini è l’ultimo Omero.

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