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L'intervista
Marcato: “Salvini ha ragione, la lista Zaia in Veneto è un errore”
“Giorgia Meloni fa il suo gioco, ma non c’è dubbio che tra i due partiti che si giocano il primato non ci vuole alcun terzo incomodo”, dice l’assessore regionale Roberto Marcato: “Il Veneto sarà la madre di tutte le battaglie. E dopo una sequela di mortiferi risultati, il rischio è che la Lega venga azzerata”
Ma allora è vero? “Assolutamente sì”. Ce lo dica forte e chiaro. “Matteo Salvini ha ragione: non c’è dubbio che la lista Zaia, all’interno di una coalizione di centrodestra, sarebbe un problema. Soprattutto per la Lega”. A parlare è l’assessore regionale Roberto Marcato. Da anni contrario all’estremismo del vicepremier, da sempre leale all’amministrazione del Doge. Non a caso s’è guadagnato l’appellativo di bulldog. Che però oggi spezza le catene e ringhia: “Il mio unico paròn è il popolo veneto”. Dunque né Salvini, né Zaia. “Qualche anima candida si scandalizza di fronte a questa presa di posizione. Ma il mio è un ragionamento puramente politico”. Sentiamo. “Se io fossi scelto dal centrodestra per correre alle urne, non vorrei alcuna lista Zaia: ci sarebbe già la civica del candidato presidente e quella della Lega”. Questo vale – scenario assai più probabile – anche se il candidato fosse Alberto Stefani, segretario del Carroccio molto vicino a Salvini? “Certamente sì. Non è questione di nome, ma di partito. Già il testa a testa con Fratelli d’Italia sarà serrato, se vi aggiungiamo la lista Zaia: auguri. Drenerebbe consenso a tutti. E questo è un lusso che non ci possiamo permettere”. Dunque ha ragione anche Giorgia Meloni. “Lei fa il suo gioco, ma non c’è dubbio che tra i due partiti che si giocano il primato non ci vuole alcun terzo incomodo. Il Veneto sarà la madre di tutte le battaglie. E dopo una sequela di mortiferi risultati, il rischio è che la Lega venga azzerata”.
E’ un colpo di scena che pesa parecchio, nel computo delle trattative sul futuro della regione. Perché finora l’arma migliore di Zaia, che rivendica un certo spazio anche al termine della legislatura, era la compattezza dei suoi fedelissimi. Messaggio diretto a Roma: mettersi contro il Doge è scomodo per tutti. Così al tavolo nazionale si temporeggia, non si decide e si fatica a conciliare le parti in causa. Ma oggi, di fatto, Marcato invoca il rompete le righe. E lo fa da recordman di preferenze, ancora elettoralmente determinante. “Attenzione”, puntualizza al Foglio. “Ero stato io per primo, già due anni fa, a parlare della necessità della lista Zaia per allargare la base elettorale. Proponendo inoltre di presentarci col tridente d’attacco, insieme alla Lega e a una lista civica autonomista”. Cioè da soli, sfidando FdI e Forza Italia. “Questa resta tuttora la soluzione più affascinante”.
Ma siccome è anche la più inverosimile, l’assessore corre ai ripari. “Penso alla salvaguardia della Lega, sempre che la Lega continui a darmi la possibilità di fare il leghista”. Serenissima realpolitik. “Corrono voci che la dirigenza non voglia candidarmi nemmeno a consigliere. Se così fosse, ne prenderei atto. Mi interessa soltanto essere utile alla causa dei veneti: ogni giorno ricevo pressioni enormi e trasversali dal territorio, per intraprendere un percorso alternativo”. Tradotto, scendere in campo contro tutti. “Questa ipotesi attirerebbe voti sia a destra sia a sinistra”. È quello che dice anche Zaia, a proposito della sua lista. “La convergenza dei contenuti sarebbe totale”. Vogliamo chiamarla lista Marcato? Forse conviene anche a Salvini.