
Foto Ansa
l'incontro
Al congresso Cisl fischi per Landini e attenzione per Bombardieri
Ancora scontri tra Landini e Fumarola, il rapporto tra le due sigle resta teso. Mentre il numero uno della Uil prova a mediare. Il Patto della responsabilità divide ancora, ma si apre uno spiraglio per un confronto su temi comuni tra i sindacati e con il governo
Nel passaggio da Luigi Sbarra a Daniela Fumarola non sembra migliorato il rapporto tra Cisl e Cgil. Era atteso, il congresso cislino, anche per verificare lo stato dei rapporti fra le confederazioni. Per la prima volta dopo anni Fumarola, Landini e Bombardieri avevano l’occasione di parlarsi in faccia, e in pubblico. Al precedente congresso, segretario Sbarra, i leader di Cgil e Uil non erano nemmeno stati invitati alla tribuna. Ma anche stavolta non è andata benissimo, considerando che i 1.034 delegati hanno fischiato tre volte l’intervento di Maurizio Landini. Per esempio, quando ha difeso il referendum, su cui Fumarola, nella relazione, ha dato un giudizio perfido. Landini ha ricambiato con un’altra perfidia, rimproverando la Cisl di firmare rinnovi contrattuali al ribasso nella pubblica amministrazione. E dalla platea arrivano fischi. Non cattivi, o brutali, ma fischi. Serpeggia insofferenza nei confronti del capo della Cgil, che aveva esordito apprezzando la “franchezza” della leader Cisl e promettendone altrettanta. Ma è stato accolto col fastidio che si riserva a chi pensa di venire a fare la lezione. Si potrebbe dire: è il solito copione, con Cgil e Cisl che ribadiscono le proprie storiche, e spesso divergenti, posizioni. Compresa la più grande, e cioè il Patto della responsabilità caro a Fumarola, che lo ha ri-lanciato nella sua relazione e che Landini ha ri-respinto: “Non abbiamo bisogno di nuovi patti, applichiamo quelli vecchi”. Al massimo, ha concesso, si possono fare accordi su singoli temi, come salari, politica industriale, riforma fiscale.
Ma stavolta c’è una novità, e l’ha introdotta Pierpaolo Bombardieri. Il leader Uil, invece di seguire le orme della Cgil, si è sganciato e ha assunto le vesti del mediatore. Il suo intervento dal palco è stato seguito con attenzione dalla platea cislina, che lo ha applaudito più volte. Cosa dice, in pratica, Bombardieri? Dice, intanto, che il sindacato unico non esiste, che le differenze sono un valore, e che ci vuole rispetto per tutti. Poi apre sul Patto, invitando a non intestardirsi sul “contenitore” per discutere invece dei contenuti, elencando “sette temi in sette minuti”: sicurezza e salute del lavoro, semplificazione contrattuale, regole e modelli della contrattazione, fisco, sanità, pensioni, welfare. “Sono temi delle nostre piattaforme unitarie – sottolinea Bombardieri – e io non le ho cestinate”. Su questi capitoli la Uil è pronta a discutere con le due consorelle, con la Confindustria, e alla fine anche con il governo Meloni, “perché se riusciremo a trovare una posizione comune, qualunque governo, di qualunque colore, non potrà che accettare le nostre proposte”. Il governo, del resto, non chiede di meglio: ospite al Congresso, la premier Giorgia Meloni ha dichiarato di “accettare la sfida” per realizzare il Patto proposto da Fumarola. E Fumarola ha ribadito che la Cisl è pronta a farlo “con chi ci sarà”.
Che si stia ridisegnando la geografia degli assetti sindacali è presto per dirlo. Ma sarà interessante vedere come si svolgerà il prossimo incontro, a fine mese, di Cgil, Cisl e Uil con la Confindustria, che a sua volta mira a realizzare un accordo, ma che difficilmente lo farebbe senza la Cgil. Anche alla luce dell’ottima intesa che sembra esserci tra Emanuele Orsini ed Elly Schlein.