Ansa

Prove di disgelo

Schlein in prima fila al congresso della Cisl. Fumarola: "Ora un patto della responsabilità"

Ruggiero Montenegro

La segretaria Cisl lancia un appello e alla sinistra, a Landini e Bombardieri, dice: "No a estremismi e collateralismi". Restano le distanze con i dem. Intanto Schlein vede il leader di Confindustria Orsini 

Roma. Lo si capisce dalla relazione della segretaria Daniela Fumarola e dagli umori della platea, dai delegati.  Le distanze tra Cisl e Pd restano ampie e difficilmente possono essere sanate in un pomeriggio. Ma quello  di ieri è forse un  piccolo (primo?) segnale di disgelo. Alle 16.15 Elly Schlein –  che si fa attendere per oltre un’ora –  arriva al Palazzo dei Congressi di Roma. Prima ha incontrato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini con cui ha parlato per un’ora di dazi. All’Eur si celebra il congresso della Cisl, a 75 anni dalla fondazione del sindacato d’ispirazione cattolica, che secondo la sinistra è ormai una costola del governo Meloni.  La presenza della leader dem non era scontata, è stata in dubbio fino a mercoledì. E non a caso tra i corridoi del centro congressi  più di uno rimprovera a Schlein di essersi appiattita su posizioni troppo radicali, di andare a traino del M5s e della Cgil.  Un dirigente nazionale della Cisl allarga le braccia: “Il Pd? Francamente ci auguriamo un altro approccio, più responsabile. Hanno montato la polemica su Sbarra sottosegretario. Ma Landini? Sembra ormai  il capo dell’opposizione”.

Elly Schlein si presenta al Palazzo dei congressi scortata da Chiara Braga, la capogruppo dem alla Camera. Ai cronisti che la intercettano parla solo di dazi: “Una minaccia devastante per imprese e lavoratori. Chiediamo a Meloni di riferire in Aula”. Segretaria, ma il Pd ha lasciato la Cisl alla destra? “Basta così, grazie. Buon lavoro”. E’ un interrogativo che in realtà muovo anche alcuni esponente del suo partito. In rappresentanza del Pd comunque non c’è solo la Schlein, si vedono anche Roberto Speranza e Maria Cecilia Guerra. Vari gli esponenti della maggioranza e del governo – tra i primi ad arrivare c’è il meloniano Walter Rizzetto, principale promotore della Legge sulla partecipazione dei lavoratori, fortemente voluta proprio dalla Cisl. Per le opposizioni ecco Maria Elena Boschi di Italia viva e il segretario di Azione Carlo Calenda (che a fine giornata mette agli atti: “Condivido completamente i punti di fondo della relazione di Fumarola). Mentre non si vedono le truppe di Giuseppe Conte, di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.  

Schlein intanto guadagna la sala, prende posto in prima fila, accanto agli altri due ospiti d’onore, Pierpaolo Bombardieri e Maurizio Landini. Dal palco i due sindacalisti non si risparmiamo e in alcuni passaggi usano toni duri nei confronti della Cisl. Un confronto franco, si direbbe. In sala nel frattempo è tutto uno sventolare di ventagli, si combatte il caldo. Suona anche l’inno europeo. Nella sua relazione, improntata al riformismo, Daniela Fumarola tocca vari punti. Dalla lotta all’evasione fiscale alla sicurezza sul lavoro. Parla di intelligenza artificiale, nucleare e difesa comune. Chiede una nuova legge sulla cittadinanza, ricordando l’apporto dei migranti alla nostra economia. Ma soprattutto: “E’ tempo di stringere un grande Patto della responsabilità: governo, sindacato e sistema delle imprese partecipino insieme verso obiettivi comuni”, è l’appello della leader della Cisl. Che rivendica in particolare quella Legge sulla partecipazione dei lavoratori che il Pd non ha sostenuto. “Una svolta culturale, oltre che normativa”, che dovrebbe essere subito sperimentata dalle grandi partecipate di stato. “Esiste una dimensione di progresso condiviso, un orizzonte comune verso cui procedere in modo cooperativo” e occorre “fare ogni sforzo per cacciare dai cancelli l’antagonismo, il collateralismo, l’estremismo ideologico, le tare culturali che confondono la partecipazione con la compromissione. Per emarginare queste derive dobbiamo fare anche uno sforzo educativo, didattico, direi pedagogico”. Sembra rivolgersi direttamente ai sindacati e alla sinistra. La platea si scalda, applaude. Mentre la dem Chiara Braga fa una smorfia di disapprovazione. Vale molto più di un editoriale e soprattutto restituisce bene la distanza tra il Pd, una parte delle opposizioni, e la Cisl. Spiega insomma perché le relazioni tra il Nazareno e la Cisl siano così tiepide, anche al di là della nomina dell’ex leader Luigi Sbarra (acclamato dai suoi) a sottosegretario al Sud. D’altra parte la stessa Schlein – sempre alle prese con le beghe regionali e da ieri con il commissariamento del Pd a Pisa per un caso legato ai tesseramenti –  ha comunicato la sua presenza solo all’ultimo, e pare non senza qualche ritrosia. Forse anche per non lasciare troppo spazio a Pina Picierno, ormai la sua più vivace avversaria interna, che in qualità di vicepresidente del Parlamento Ue parteciperà venerdì a un panel sull’Europa con Raffaele Fitto e Antonio Tajani. Mentre questa mattina, subito dopo un dibattito sul Pnrr a cui parteciperà il ministro Tommaso Foti, sarà il turno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. 
 

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