
Matteo Perego di Cremnago (Ansa)
L'intervista
Perego (FI): “Dazi? Trattare a testa alta. Il Mercosur può essere fondamentale per l'Ue"
Il sottosegretario alla Difesa: "Condividiamo la posizione della Commissione Ue. Un accordo equo è ancora possibile, evitando una guerra commerciale. Non possiamo accettare misure che colpiscano le nostre imprese in modo sproporzionato. Nel frattempo bisogna diversificare e aprire ad altri mercati"
“I dazi? Credo ci sia margine di manovra per un accordo equo, evitando una guerra commerciale. Sono fiducioso. Il Mercosur? E’ un’opportunità concreta per l’Europa. Così come l’India e altri paesi in forte crescita”. Il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, deputato di Forza Italia, parla del negoziato tra Stati Uniti ed Europa. Dei dazi al 30 per cento imposti da Donald Trump che entreranno in vigore dal primo agosto, con grossi rischi per la nostra economia.
Onorevole come deve muoversi il governo? “L’Italia deve affrontare questa fase con fermezza e lucidità”. E come giudica la posizione di Ursula von der Leyen? “Condividiamo l’impostazione della Commissione a evitare reazioni impulsive mantenendo aperto il dialogo, perché questo costituisce il modo migliore per tutelare i nostri interessi e quelli del tessuto produttivo europeo nel suo complesso”, risponde Perego. “Come ribadito dal ministro Tajani, l’Europa ha bisogno dell’America e viceversa, ma serve anche determinazione”. Che intende? “Non possiamo accettare misure che colpiscano le nostre imprese in modo sproporzionato. Trattare a testa alta significa essere consapevoli del valore della nostra industria europea, che rappresenta una delle maggiori economie al mondo, con una quota di 17 miliardi di euro. E’ senza dubbio un monito per rafforzare la nostra competitività europea, ma senza scivolare in una guerra commerciale che sarebbe dannosa per tutti, soprattutto in una fase così delicata per gli equilibri globali”.
In questo quadro Antonio Tajani vola a Washington, con l’obiettivo di azzerare i dazi. E’ fiducioso? “Assolutamente sì. Credo che ci sia margine di manovra per le trattative”, dice il sottosegretario convinto che l’Italia possa giocarsi le sue carte. “Siamo uno dei principali partner commerciali e industriali degli Stati Uniti, con un surplus commerciale di 40 miliardi di euro, oltre al fatto che partecipiamo attivamente alla difesa collettiva in ambito Nato”. Non solo: “I dazi reciproci – aggiunge Perego – danneggiano entrambi i paesi. Per questo sono certo che vi sia un interesse reciproco nel trovare una soluzione che eviti danni duraturi alle rispettive economie. Siamo convinti che un accordo equo sia ancora possibile”.
Con l’imprevedibilità di Trump tuttavia meglio prepararsi a ogni scenario. Come si possono tutelare le imprese? “A livello europeo dobbiamo continuare a lavorare su più fronti, per esempio sulla domanda interna, e poi potenziando i meccanismi di finanziamento”, dice Perego. E sul versante italiano? “Tutelando la filiera dell’export e favorendo l’accesso ad altri mercati esteri, in un’ottica di diversificazione”. In questo senso, il sottosegretario pensa a “paesi in forte crescita come l’India, l’America latina, il Messico, il Canada, i Paesi del Golfo, i Baltici e Giappone oltre a valutare, in caso di necessità, le migliori azioni possibili in ottica di sostegno alle aziende”. Un’altra possibilità viene del Mercosur, il trattato commerciale con i paesi del Sudamerica che l’Italia non ha ancora ratificato. Tajani dice che dovremmo firmarlo, mentre al governo non tutti sono convinti. Perego che ne pensa? “E un’opportunità concreta per ampliare i nostri orizzonti commerciali e ridurre la dipendenza da singoli mercati. E’ anche – prosegue il forzista – un’occasione per rafforzare il ruolo geopolitico dell’Europa, in un momento in cui la competizione globale si gioca anche sull’accesso alle materie prime critiche e sull’apertura di nuovi mercati”. Non si tratta però di un assegno in bianco. “Naturalmente ogni accordo deve essere valutato attentamente anche alla luce delle sue implicazioni, come quelle potenziali verso i settori agricoli più esposti Se ben negoziato però può rappresentare un tassello fondamentale nella strategia europea di diversificazione e crescita”.
L’Italia ha di recente preso l’impegno a raggiungere il 5 per cento del pil in spese militari, mentre l’Europa ha varato il piano di riarmo: è probabile – secondo il recente rapporto Draghi tra la metà del 2022 e la metà del 2023, il 63% degli ordini è stato effettuato negli Stati Uniti – che dovremmo comprare gli armamenti da aziende americane. Anche questa può essere una leva diplomatica nei confronti di Trump? “Il contributo dell’Italia alla Nato e il nostro ruolo nei principali scenari internazionali dimostrano che siamo un alleato credibile”, premette Perego. “E’ evidente, quindi, che anche il dialogo commerciale può trarre forza da una visione transatlantica che tenga conto delle responsabilità condivise in tema di difesa e sicurezza. L’Italia – conclude il sottosegretario - ha tutte le carte in regole per fare, come sempre, la propria parte anche in questo clima di incertezza commerciale, per rafforzare il potere contrattuale europeo”.