
Ansa
verso le regionali
In Puglia Decaro vuole liberarsi di Emiliano per diventare grande. Calcoli, tensioni e veleni
L'europarlamentare dem, un tempo delfino ed erede designato, contro il presidente uscente che ha intenzione di candidarsi al Consiglio regionale. "Da Decaro un comportamento disumano".
Per molti anni Antonio Decaro è stato il delfino, il successore designato, l’erede al trono di Puglia. Prima ancora era assessore nella sua prima giunta barese. Ma adesso, dice Michele Emiliano, è diventato “disumano”. Lo coppia rischia di scoppiare. Di mezzo ci sono le regionali pugliesi e un rapporto di lunga data – politico e personale – tra i due pezzi da novanta della politica barese. Un’intesa che non è più quella di un tempo.
Decaro, 500 mila preferenze alle ultime europee, è – dovrebbe essere – il candidato governatore del Pd. Glielo chiede il territorio, lo pensano al Nazareno e pure gli altri partiti del centrosinistra. Eppure ufficialmente l’europarlamentare dem la riserva non l’ha ancora sciolta. Gioca al rialzo, chiede garanzie e rassicurazioni. Vuole insomma liberarsi dell’ingombro di Emiliano, in una sorta di parricidio alla barese. “Non ho mai avuto tutori in politica”, ha detto solo qualche settimana fa Decaro. Poi ha fatto trapelare tutto il suo disappunto per la candidatura a consigliere del governatore, big Mike, che punta a diventare presidente del Consiglio regionale. Ed è per questo che un paio di giorni fa, come riportato dal Corriere del mezzogiorno, Emiliano si è sfogato in un colloquio riservato. “Il comportamento di Antonio Decaro nei miei confronti è disumano”, le parole del presidente. “Se non vuole candidarsi non usi me o Vendola (anche lui intenzionato a correre per un seggio, ndr) per trovare un pretesto e tirarsi indietro”. E ancora: “Non capisco di cosa abbia paura”.
Che sia paura, calcolo o altro ancora non è dato saperlo. Decaro non lo ha ancora chiarito. Quel che è certo, però, è che ritrovarsi a due passi il presidente uscente non è la più comoda delle situazioni. Come in una sorta di commissariamento. Tanto più se di mezzo c’è Emiliano, politico accentratore e protagonista. Uno di quelli che prende di petto le situazioni, esce dal palazzo e prova a risolvere i problemi in prima persona. A modo suo e senza badare troppo ai protocolli. Come quella volta in cui – fu lo stesso Emiliano rivelarlo, alzando un polverone – si recò a casa della sorella di un boss barese, che aveva minacciato proprio Decaro. Oppure, per fare un altro esempio, quando lasciava il suo numero sui social, rivolgendosi ai cittadini: “Se avete bisogno chiamatemi”. Un modo di fare politica, a metà tra populismo e folklore, senza mediazioni, che in qualche misura appartiene pure a Decaro. Che durante la pandemia vestiva i panni del sindaco-sceriffo, a favor di telecamera, rimproverando chi violava il coprifuoco. Non era raro nel suo periodo da primo cittadino di Bari incontrarlo sul lungomare con i suoi cittadini. Ma può capitare di incontrarlo lì anche oggi, che è di casa a Bruxelles. Un vezzo che l’europarlamentare ha sempre avuto. Raccontano anche che da assessore alla Mobilità e al traffico – siamo nel primo mandato di Emiliano, nel 2004 – Decaro poteva tranquillamente mettersi una tuta da lavoro e uscire per un intervento per strada, quando gli operai del comune erano assenti.
Difficile, insomma, che due personalità del genere possano stare troppo vicine, senza pestarsi i piedi. E Decaro, per fare il presidente di regione, vuole avere le mani libere. Già da mesi lavora alle sue liste. In Puglia sono convinti che alla fine si candiderà, sebbene ci siano ancora alcuni aspetti, forse più tecnici, da considerare. E che aiutano a comprendere i tentennamenti di queste ore. C’è la cosiddetta norma Laricchia – dal nome della candidata del M5s alle scorse regionali – in base alla quale le nomine devono passare dal Consiglio regionale. Sarà inoltre importante sapere con certezza quale sarà il numero (e quindi il potere) dei consiglieri, 40 oppure 50?. La legge che dovrebbe evitare il taglio è stata approvata in Senato, ma manca ancora un passaggio alla Camera e le vacanze incombono. E infine c’è un tema che riguarda i sindaci, se ne sta occupando la Consulta, ovvero le modalità e le tempistiche con cui eventualmente potranno candidarsi in regione. Poterli schierare cambia le carte in tavola e soprattutto la composizione delle liste: la possibilità di aver un consiglio rinnovato, come vuole l’europarlamentare dem, oppure maggior spazio agli uscenti, che sono maggiormente legati alla logica di Emiliano. Aspetti politico-elettorali che si sommano a questioni personali e di ambizione. Da tutto questo passa lo scontro che sta mandando in tilt il centrosinistra pugliese, e le titubanze – vere o presunte – di Decaro. Che per fare l’ultimo passo e diventare definitivamente centrale vuole smarcarsi, una volta per tutte, da Emiliano. Da quello che un tempo è stato il suo padrino politico.