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in contropiede

Mentre Schlein temporeggia, Giani rompe gli indugi: “Pronto al bis”

Ruggiero Montenegro

Il governatore toscano esce allo scoperto dopo giorni di retroscena e appelli in suo sostegno. Mentre al Nazareno pensavano a un altro candidato. La leader dem: "Giani? Lavoriamo per costruire le alleanze vincenti in tutte le regioni, testardamente unitari". Le grane regionali del Pd 

Mentre Elly Schlein svicola in conferenza stampa – e prova a temporeggiare – Eugenio Giani va in contropiede, scombinando i piani del Nazareno: “Ho formalizzato la mia disponibilità per un secondo mandato”. Ieri il presidente della Toscana ha rotto gli indugi, dopo giorni di lettere e interviste. E soprattutto di retroscena secondo cui la segretaria dem e i suoi fedelissimi erano in cerca di un candidato alternativo, più vicino all’attuale linea del Pd e dunque gradito a M5s e Avs – che invece su Giani nutrono parecchie perplessità.

Per dire: poco prima dell’uscita di Giani, quasi in contemporanea, a precisa domanda sul candidato toscano, Schlein rispondeva così: “Giani? Stiamo naturalmente lavorando per riuscire a costruire le alleanze vincenti nelle sei regioni al voto”, le parole pronunciate dalla segretaria a margine di una conferenza stampa in cui il Pd ha presentato un disegno di legge sul Trasporto pubblico locale. “Lo stiamo facendo con il solito criterio, che è testardamente unitario, per riuscire a costruire alleanze inclusive con le forze politiche e civiche che si oppongono a questa destra e sono certa che lo faremo”, ha proseguito la leader dem, rifugiandosi nella solita formula e sfuggendo al merito della questione.  

Negli ultimi giorni le quotazioni di Giani erano in risalita: il consueto sondaggio annuale del Sole 24 ore sulle regioni lo stima come il quarto governatore più apprezzato – con un indice di gradimento del 58,5 per cento, quasi 10 punti in più rispetto alla sua elezione. I sindaci toscani del Pd inoltre sono scesi in campo, mandando un appello al Nazareno per chiedere apertamente la ricandidatura di Giani. Una presa di posizione, sottoscritta da oltre cento amministratori di tutte le province, che ha reso ancora più evidenti le divergenze nel Pd. Con l’anima riformista schierata con il presidente uscente, mentre a Roma studiavano un cambio in corsa. Schlein aveva pensato a Emiliano Fossi, segretario regionale, o al fedelissimo Marco Furfaro. Piste difficili, ma ben più apprezzate dal M5s e  da Avs. E che, insieme ad altri nomi, al Nazareno continuano a valutare. Giani intanto va dritto e ieri ha incassato anche il supporto pubblico di vari consiglieri regionali e quello dei sindaci del grossettano che hanno formalizzato il loro endorsement in una nota congiunta. Una serie di movimenti che hanno spinto Giani a fare la sua mossa. “Sono rimasto profondamente colpito e ringrazio davvero tutti coloro che in questi giorni stanno manifestando un sostegno, un calore umano e politico verso la prospettiva di una ricandidatura”, ha detto il presidente, spiegando quali potranno essere le sue priorità: lotta alle diseguaglianze, “pensiamo a un reddito sociale”, fine vita e poi acqua pubblica.

Segnali per M5s e Avs, a cui Giani si è rivolto direttamente chiedendo un confronto sui programmi. “Indicazioni utili”, ha risposto Nicola Fratoianni. “Siamo sempre pronti a discutere. Naturalmente  – ha aggiunto – c’è una discussione che riguarda la Toscana e una di carattere nazionale”. Ovvero il campo largo, l’alternativa a Giorgia Meloni, per cui Schlein sembra pronta a mettere tutto (o quasi) in secondo piano. Da qui derivano le articolazioni, e i problemi, sui territori. E la sintesi non è scontata. Nelle Marche, Calenda a parte, l’alleanza larga si farà con la regia di Matteo Ricci. E nelle altre regioni? In Puglia si continua a lavorare: il problema non riguarda tanto i partiti, quanto un difficile equilibrio da trovare tra nomi pesanti. Antonio Decaro è già da tempo il prescelto, forte delle 500 mila preferenze alle europee, ma ancora non esce allo scoperto. Chiede garanzie e ha lasciato trapelare qualche dubbio. A insidiarlo c’è infatti Michele Emiliano che vorrebbe candidarsi questa volta da consigliere; punta a diventare presidente del Consiglio regionale. Un ingombro non da poco per Decaro, che rischierebbe di ritrovarsi nell’assemblea pugliese pure un altro ex presidente: quel Nichi Vendola che medita pure lui una candidatura in Consiglio. Questioni che si sommano a quella, ancora più grande, che arriva dalla Campania. Dove siamo alle solite: Vincenzo De Luca manda segnali e ha proposto le primarie, una strada con cui potrebbe far valere il suo peso sul territorio, e nel frattempo continua ad attaccare il gruppo dirigente dem. Non gradisce il grillino Roberto Fico, è noto, e vorrebbe un altro nome. Ma ancora si attende la sua mossa. Sono grane che Schlein dovrà dipanare nei prossimi giorni. Ma meglio se in fretta, come fanno notare dai territori, per partire con la campagna elettorale e sfruttare magari l’effetto feste dell’Unità. 

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