Luca De Carlo (Ansa)

il colloquio

De Carlo (FdI): “I dazi al 10%? Sono sopportabili, ma Trump sbaglia. Il Mercosur? Può essere un'opportunità”

Ruggiero Montenegro

Meloni sente von der Leyen, Merz e Macron e vorrebbe chiudere l'intesa. “L’antidoto ai dazi sono gli accordi", dice il senatore meloniano, fiducioso sulla trattativa.  "Aprire a nuovi mercati come l’India. Con il Mercosur, se si rispetta un principio di reciprocità, abbiamo la possibilità di essere centrali nei paesi sudamericani”

“L’antidoto ai dazi sono  gli accordi. Il 10 per cento? Per quei prodotti italiani, ad alto  valore aggiunto, sarebbe un risultato sopportabile. E il Mercosur? Sì, ma solo a patto che ci sia una reciprocità tra i paesi che vi aderiscono”. Il senatore Luca De Carlo, coordinatore di Fratelli d’Italia in Veneto, parla al Foglio mentre è in corso la delicata trattativa commerciale tra Donald Trump e l’Ue. Nelle scorse ore Giorgia Meloni ha avuto una serie di  colloqui:  con il cancelliere  Friedrich Merz,  con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e con il presidente francese  Emmanuel Macron.  La premier punta a   trovare quanto prima un’intesa: insieme a Merz, considera il 10 per cento  accettabile (per Giappone e Corea del sud saranno al 25), a differenza di Macron che invece vuole insistere nel negoziato.  

Senatore De Carlo, che idea si è fatto? “Trump sta provando, dal suo punto di vista, a porre rimedio a una situazione di sbilancio commerciale degli Stati Uniti. Attraverso una politica, quella dei dazi, che ritengo poco incisiva”. E che, aggiunge  l’esponente di FdI, rischia di negare uno dei paradigmi su cui poggia l’occidente. “L’America ha sempre creduto nel libero mercato. I dazi dovrebbero essere qualcosa di assolutamente lontano dalla visione economica occidentale”.

Eppure siamo qui, con gli Stati Uniti a fare la voce grossa e l’Ue a cercare una risposta. Mentre le opposizioni in Italia attaccano il governo. Come se ne esce? “Siamo convinti, e lo abbiamo detto da subito, che la risposta non possa essere quella dei contro dazi, perché si rischia una reazione a catena, difficilmente gestibile. Ci siamo impegnati in questo senso e abbiamo detto chiaramente che l’Europa deve fare fronte comune. Da una situazione del genere si esce tutti insieme, non credo molto ai confronti bilaterali. L’Ue però deve recuperare la sua centralità”, risponde De Carlo ricordando come pure Bruxelles abbia compiuto degli errori. “Penso al Green deal, che oggi è un dazio nei confronti di tante imprese. L’abbiamo visto anche con i provvedimenti sull’automotive, che hanno massacrato il comparto. Sono i danni di una politica ideologica”. Che oggi, prosegue De Carlo, va  definitivamente archiviata per rilanciare il protagonismo europeo, all’interno di un asse con tutto l’occidente. “E’ lo scopo per cui Meloni si sta spendendo. La Cina e la Russia vedono, nella nostra debolezza,  la possibilità di incidere a livello geopolitico. E’  invece essenziale non dividersi,  lavoriamo per questo ed è quello che vogliamo far comprendere a Trump”. 

Qualche settimana fa De Carlo aveva espresso preoccupazioni sulle misure economiche  americane, dicendosi tuttavia ottimista sulla possibilità di trovare una sintesi. Ha cambiato idea? “Resto fiducioso, anche perché le trattative sono ancora in corso.  E’ ovvio che puntiamo all’azzeramento dei dazi. Ma il 10 per cento sui prodotti ad alto valore aggiunto, come molti di quelli che esportiamo in America,  sarebbe  tollerabile”.  L’esponente di FdI ricorda inoltre che “il ministro Lollobrigida è stato chiaro circa un  intervento a sostegno delle aziende, se dovesse esserci bisogno, anche attraverso il Pnrr. Mentre il vicepresidente della Commissione, Raffaele Fitto, ha parlato di un possibile utilizzo dei Fondi di coesione”. Senza dimenticare, e il senatore  lo sottolinea, che al di là dei dazi “le nostre aziende hanno sempre dimostrato grande flessibilità, la capacità aprirsi a nuove frontiere”. Quali? “L’India, per esempio: un mercato straordinariamente grande, dove il 20 per cento della popolazione può avere accesso ai nostri prodotti. Anche con il Mercosur, se si rispetta un principio di reciprocità,  abbiamo la possibilità di essere centrali nei paesi sudamericani”. Ci spieghi meglio: “In quei paesi oggi il vino ha un dazio del 55 per cento, per questo non riusciamo a penetrare in quei mercati”, nota De Carlo. “Bisogna  quindi siglare intese sulla base della reciprocità, con le stesse regole che applichiamo ai nostri agricoltori, per avere davvero una libera concorrenza. Anche in questo caso – conclude il senatore – l’accordo resta sempre il migliore antidoto ai dazi”
 

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