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l'intervista

Ricci (Pd): “Mancini? Per le Marche è stato uno spreco di soldi pubblici”

Ruggiero Montenegro

Il candidato dem contro l'ex ct della Nazionale, che si è schierato con Acquaroli. "Il termovalorizzatore? A Roma serve, perché gli abitanti sono 3 milioni e mezzo. Nelle Marche no. Gli investimenti vanno fatti in sostenibilità, senza ideologia”

Scintille estive, vecchie ruggini e campagna elettorale. “Roberto Mancini? E’ scappato in Arabia”, risponde  l’europarlamentare dem Matteo Ricci, il candidato del centrosinistra nelle Marche. Due giorni fa, proprio sul Foglio, l’ex ct dell’Italia è sceso in campo   per il governatore meloniano Francesco Acquaroli. 

Onorevole Ricci,  che idea si è fatto? “Non mi interessa sapere perché Mancini abbia deciso di sostenere Acquaroli, per me è di interesse pubblico solo un dato di fatto”. Quale? “Sceglierlo come testimonial è stato uno spreco di fondi pubblici, perché ha dato un messaggio negativo lasciando la Nazionale nel momento del bisogno”. Mancini, marchigiano di Jesi, era stato scelto e messo sotto contratto nel 2021 proprio da Acquaroli come volto promozionale del turismo della regione. Nel 2023 Ricci ne aveva chiesto la testa, sollevando un  caso. “Di certo Gianmarco Tamberi (l’attuale uomo immagine ndr) è un testimonial migliore per le Marche. Tamberi salta in alto, Mancini è scappato”, rincara la dose il candidato di centrosinistra. “Dopodiché, se è un uomo di destra, buon per lui, è giusto e sacrosanto che sostenga chi preferisce”. 

Nel frattempo Ricci ha messo in piedi una coalizione ampia e da mesi gira  il territorio per la campagna elettorale. Come conta di battere il centrodestra? “Salario minimo, sanità, infrastrutture. Sogno una regione che smetta di essere piccola e torni a volare in alto”, Ci spieghi meglio. “Penso a maggiori investimenti pubblici sul piano infrastrutturale, specie sull’aeroporto, che rendano le regione europea ed europeista. Questo è il ‘cambio di Marche’ che auspico  ed è quello che chiedono i cittadini che sto ascoltando”. 
Tra i temi di questa campagna elettorale c’è anche il termovalorizzatore. Ricci è contrario nelle Marche, mentre qualche tempo fa sosteneva la scelta del sindaco  Roberto Gualtieri a Roma. E’ forse il prezzo da pagare per avere in coalizione anche il M5s? Ci spiega la sua posizione? “ Io  – dice l’ex sindaco di Pesaro – sono favorevole agli impianti di smaltimento dei rifiuti, ma non sono ideologico, a differenza di altri. A Roma serve, perché gli abitanti  sono 3 milioni e mezzo, mentre nelle Marche l’intera popolazione regionale è di un milione e mezzo. Gli investimenti vanno fatti in sostenibilità, senza essere ideologici”. 

Proprio per questa  posizione tuttaviia  sul termovalorizzatore, Carlo Calenda si è sfilato dall’area progressista: non presenterà il simbolo e mezzo partito potrebbe schierarsi con Acquaroli. “Calenda è libero di decidere ciò che vuole. Sapevamo già che non avrebbe dato il simbolo per la lista”, dice Ricci. “Con noi, però, c’è l’ex sindaco di Fano, Massimo Seri, e c’è Ivo Costamagna, coordinatore marchigiano del Movimento socialista liberale. In realtà, i grandi portatori di voti ad Azione sono con me, nella mia lista. Ognuno faccia quel che meglio crede. Mi pare che Calenda cambi idea spesso, ma non mi riguarda: noi dobbiamo parlare ai marchigiani e vincere le elezioni”. 

Al di là di Azione, comunque, Ricci è il regista di  una coalizione larghissima: da Avs e M5s fino a Matteo Renzi, dai comunisti ai riformisti. Un laboratorio anche per Elly Schlein. E’    uno schema vincente anche a livello nazionale? “E’ un’alleanza larghissima, che abbiamo voluto chiamare l’Alleanza del cambiamento, nella quale tutti i componenti non accettano più lo sfascio della regione guidata da Acquaroli”, attacca il  dem. “Un amministratore mediocre, incapace di fare i conti con il suo passato e con  quello dei suoi riferimenti politici. La nostra è una coalizione antifascista e, in questo senso, potrà essere un modello anche per lo scenario nazionale”. 

Una recente rilevazione Dire-Tecné tuttavia stima Acquaroli in vantaggio di circa 5 punti. La preoccupa? “Ognuno ha i suoi dati”, ribatte l’europarlamentare. “Noi abbiamo sondaggi che ci danno avanti. Loro ne hanno altri, secondo cui sarebbero in vantaggio, che vengono usati come strategia elettorale e comunicativa. A essere terrorizzata in realtà è proprio la destra: prima hanno passato il tempo a offendermi, poi hanno spinto su Mancini”. Onorevole, resterà nelle Marche anche in caso di sconfitta? “Noi andiamo avanti e siamo sicuri di vincere”.

 

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