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l'appuntamento

A Bologna il primo congresso Libdem per rifondare il centro riformista

Marianna Rizzini

Due giorni di lavori il 28 e 29 giugno per lanciare una nuova proposta politica liberaldemocratica, alternativa a centrodestra e centrosinistra. Superare personalismi e populismi, rilanciando l’agenda Draghi e puntando alle politiche del 2027

Due giorni a Bologna – 28 giugno e domenica 29 – per il primo congresso dei neonati Libdem. Il partito è nato in marzo, dalla messa in comune di idee ed energie da parte di quattro soggetti: Orizzonti Liberali, Libdem, Nos e Liberal Forum, nel solco dell'agenda Draghi, con l'ambizione di allontanarsi dal modello “fan club personale” di un leader, e con l'obiettivo, aveva spiegato allora uno dei cofondatori Luigi Marattin, “della creazione di un'area politica fuori dalle curve ultrà”, per “dare rappresentanza a quel pezzo di paese che non ne può più del massimalismo, della demagogia e del populismo”. “Faremo il lavoro di chi dice la verità, anche nel caso in cui fosse scomoda. E faremo opposizione senza pregiudizi ideologici e senza il timore di apparire collaterali agli uni e agli altri”, aveva detto, sempre tra i cofondatori, Andrea Marcucci.

Oggi il congresso, dice la libdem Valeria Pernice, dà il via “ufficialmente al cammino che ci porterà ad avere, tra due anni, un'unica offerta politica liberaldemocratica e alternativa ai due schieramenti di centrodestra e centrosinistra”. C'è stata, sì, alle spalle, la delusione del Terzo polo, “ma stavolta”, dice Pernice, “abbiamo chiaro percorso e obiettivo e non deluderemo gli italiani che avranno fiducia in questa proposta politica”. Il programma della due giorni prevede, oltre all'elezione del leader e agli interventi dei delegati, un focus sul lavoro con la segretaria Cisl Daniela Fumarola, intervistata da Andrea Bignami per il panel “difendere il lavoro senza demagogie: le sfide per un'agenda di riforme”, un focus sul nucleare con Luca Romano (“nucleare senza bugie e senza ideologie”) e un focus sulla sanità con Matteo Bassetti. Dopo il video-intervento del presidente dem della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale, porteranno i loro saluti, tra gli altri, alcuni rappresentanti dei partiti, da Antonio Misiani per il Pd a Stefano Benigni per Forza Italia ad Antonio Iannone e Marco Lisei per Fratelli d'Italia a Elena Bonetti per Azione. Si vuole guardare oltre l'affossamento del Terzo Polo, insomma, “il peggior atto di masochismo della storia politica italiana”, per dirla con Marattin. Il terzo polo siamo noi, è il concetto, in vista delle politiche 2027. Che cosa dirà, da Azione, Carlo Calenda? Intanto la road map libdem individua una direzione. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.