Alessandro Barattoni con Elly Schlein (Facebook Alessandro Barattoni) 

Le urne del 25-26 maggio

Ravenna al voto. Il candidato dem Barattoni e la città dove il Pd non teme la parola “rigassificatore”

Marianna Rizzini

Erede di De Pascale, alla testa di un campo larghissimo, pronto "per due mandati" in nome dello sviluppo e dei progetti finanziati via Pnrr. I caffè con i cittadini, l'acquisto della casa dove la nonna lavorava come domestica e dove giocava da bambino, l'alluvione, l'impegno politico e "l'attitudine per la logistica"

Ravenna. Il delfino, come lo chiamano a Ravenna, risponde al nome di Alessandro Barattoni. Delfino, cioè, dell’ex sindaco dem e presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale, l’uomo che, visto da Roma, non ha temuto di pronunciare la parola “rigassificatore”. Della serie: il Pd, a Ravenna, può essere riformista senza paura di perdere per strada voti e alleati. E infatti, tornando al delfino, tutti nel centrosinistra sostengono il 43enne Barattoni, già segretario provinciale del partito dopo anni alla guida del gruppo pd in consiglio comunale, forte “dell’attitudine per la logistica”, come racconta un dem ravennate che sottolinea, del candidato, gli studi in ragioneria, la laurea in Economia e politica dell’Unione Europea e l’attuale impiego (parallelo all’impegno politico) nella gestione immobiliare per la Federcoop Romagna, ma anche “la decisione, pubblicamente difesa, di voler tenere per sé, se eletto, la delega al Porto”. Che è come dire: si procede lungo la linea De Pascale, e possibilmente, ha detto Barattoni senza schermirsi, per due mandati.

 

E dunque, dopo otto mesi di campagna ettorale fatta anche a tu per tu con l’elettorato, secondo il cosiddetto “metodo dei caffè”, racconta un parlamentare emiliano – metodo che consiste nell’incontrare ogni giorno un esponente di una categoria, associazione, istituzione o un semplice cittadino per una stretta di mano e dieci minuti di “chiacchiere al bar ma non da bar” – il candidato si prepara al voto di domani e lunedì dopo la serata conclusiva di ieri, alla presenza della segretaria Elly Schlein, non proprio depascaliana come linea, in origine, ma pronta ad applaudire Barattoni, tanto più visto il campo larghissimo che lo sostiene: nessuno latita, infatti, nonostante le divergenze di opinione, specie con i Cinque stelle, in tema di sviluppo e infrastrutture. Ci sono anche gli ex terzopolisti di Italia Viva e Azione (in una lista civica), per Barattoni come M5s e Avs (anche se il verde Angelo Bonelli ha definito, non più tardi di sei giorni fa, un “errore” il rigassificatore).

 

Fatto sta che, dopo il bagno di folla nei giardini pubblici della città, ieri, Barattoni attende il voto favorito dai pronostici, sia per l’esperienza sul campo sia per l’onda lunga del predecessore che ora guida la regione e, ultimo ma non ultimo, per via della frammentazione a destra, dove la divisione è addirittura in tre tronconi: Fratelli d’Italia sostiene l’assicuratore Nicola Grandi, consigliere uscente, anche appoggiato da Forza Italia, mentre la Lega candida Alvaro Lancisi, consigliere comunale veterano (ultraottantenne) che non tutti nel Carroccio locale volevano candidare. C’è poi la lista civica di centrodestra “La Pigna” con Veronica Verlicchi. Ma qual è il programma di Barattoni, abitante di Ravenna da sempre, sposato da sempre con l’ex compagna di scuola Sara, padre di Pietro e cittadino del centro-città soltanto da dodici anni, da quando cioè ha deciso di comprare la casa dove sua nonna, giovanissima, lavorava come domestica, portando a volte a giocare lì proprio il nipote Alessandro? “Ravenna, per me”, scrive sul suo sito il candidato, “è come quella casa: una città fondata sul lavoro e sui legami. Noi ravennati siamo abituati a collaborare, come le dita di una mano, per trarre il meglio da noi stessi e dal nostro lavoro. Per questo l’associazionismo e il fare insieme sono parte di noi, e il rispetto e la coesione sociale sono conseguenze naturali delle nostre radici. Come le dita di una mano, distinte ma unite, siamo sintesi di tanti elementi che convivono. La nostra economia e la nostra società sono un insieme di ambiti diversi. Penso all’agroalimentare, alla chimica, al turismo, alla cultura, al porto, all’energia e all’ambiente”. Candidatosi in un momento difficile per la città (“mai come oggi”, dice Barattoni, “anche alla luce della tragica alluvione che ci ha messo in ginocchio, siamo consapevoli di vivere in un territorio, oltre che in un tempo, fragile”), il segretario provinciale dem promette di far parlare i fatti e i progetti: “Ne abbiamo già tanti, avviati e definiti dal Pnrr”.

 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.