il caso

Tra Meloni e Fedriga: ora FdI apre al terzo mandato e punta il nord

Ruggiero Montenegro    

Dopo il Trentino e la crisi friulana, i meloniani si dicono disponibili a un dibattito sul tetto ai mandati. Anzil, vicepresidente del Friuli in quota FdI: "Giusta una riflessione. Legittima la nostra ambizione di governare una regione del nord". I sospetti di De Luca e Zaia

C’è un sospetto che nelle ultime ore corre tra la Campania e il Veneto, dalle parti di Vincenzo De Luca e Luca Zaia. Scorrendo le agenzie, lo sceriffo e il Doge hanno cominciato cioè a chiedersi se alla fine, sul terzo mandato, saranno gli unici a rimetterci. Dopo aver impugnato la legge della provincia di Trento e dopo la crisi  nella giunta di Massimiliano Fedriga, è infatti partita la batteria meloniana: “Terzo mandato? Parliamone”. Lo ha detto il ministro Francesco Lollobrigida, lo ha confermato Giovanni Donzelli. Parole simili sono arrivate  dal governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio. E pure dallo stesso Friuli, il vicepresidente Anzil dice al Foglio: “Giusta una riflessione”. Domani intanto Fedriga vedrà Meloni. 


In Fratelli d’Italia adesso la spiegano così: non c’è nessun pregiudizio, c’è invece una disponibilità ad aprire un dibattito sul terzo mandato. Le regioni  non possono andare in ordine sparso, deve essere il governo a stabilire un criterio nazionale. Per questo è stata impugnata la norma del presidente della provincia di Trento, il leghista Fugatti. Per avere un quadro completo – dopo la pronuncia della Consulta sulla legge campana – anche per quanto riguarda i territori a Statuto speciale.

Un tempismo considerato sospetto in zona De Luca, dove ieri mattina cercavano di prendere tempo: “Vogliamo capirne di più pure noi, aspettiamo”, spiegavano dallo staff del presidente. Mentre Luca Zaia, dal Festival delle regioni a Venezia, punta dritto contro Palazzo Chigi: “L’impugnativa del governo è temeraria”, ha detto il Doge  rilanciando la contrarietà espressa dal Carroccio in Cdm  (e che ha trovato una sponda inaspettata  nel ministro per la Pa, Paolo Zangrillo di Forza Italia: “Legittima la posizione della Lega, nessuna crisi”). Dubbi e ragionamenti che si innestano sulle schermaglie nella maggioranza trentina e mentre in Friuli Venezia Giulia va avanti la crisi della giunta Fedriga – gli assessori di Lega, FI e civiche hanno rimesso le deleghe –  che si è aperta dopo l’intervista al veleno di Luca Ciriani al Gazzettino, in cui il ministro di FdI sparava contro l’“ospedale fantasma”  di Pordenone. 

Ma è davvero una questione solo locale? “Credo che quella degli assessori sia stata una dimostrazione di solidarietà al presidente. Si tratta di meccanismi propri della politica, alle volte sono necessari chiarimenti di fronte ad apparenti divergenze”, risponde con diplomazia il numero due di Fedriga, il meloniano Mario Anzil. “Poi possono anche esserci  altre dinamiche, ma di questo non sono a conoscenza”. Il vicepresidente friulano ribadisce inoltre l’approccio “laico” dei Fratelli sul limite del mandato: “Penso si possa aprire una riflessione e si possa ragionare su questo tema, dopo i chiarimenti che arriveranno dalla Consulta e dopo un confronto con tutte le regioni”. Nel frattempo, Anzil si dice fiducioso che le tensioni friulane possano ricomporsi in breve “per arrivare a fine legislatura con l’armonia che ha sempre contraddistinto questa giunta. Credo che il contributo della presidente del Consiglio sarà sicuramente prezioso per trovare una sintesi e una soluzione al caso”. Il riferimento è all’incontro tra Meloni e Fedriga, rimandato per i  problemi di salute della premier, che dovrebbe tenersi domani a Roma. Tra i due sono noti i buoni rapporti, coltivati anche nella prima fase della legislatura, quando sembrava che  nella Lega potesse nascere un’area critica, dissidente, verso il leader Salvini. 

Nel frattempo ieri il governatore del Friuli ha allentato i toni, annunciando un documento unitario sottoscritto dalla Conferenza delle regioni, di cui è a capo dal 2021, con cui gli amministratori locali chiedono   al governo un approfondimento sul terzo mandato: “Con il confronto – ha detto Fedriga  – si possono trovare soluzioni per  il paese, in una grande alleanza istituzionale”. Ma oltre a questo, inevitabilmente, al centro del colloquio con Meloni ci saranno le turbolenze del Friuli e chissà anche la partita delle regionali.  La posizione di FdI, su questo punto, è nota. Anzil la ribadisce: “Non spetta a me dire dove, ma penso che in una o più regioni del nord ci possa essere una legittima ambizione di Fratelli d’Italia a esprimere un presidente”. Fedriga si augura di poter correre ancora nel 2028 (o forse prima?); così come ci spera Attilio Fontana in Lombardia. De Luca e Zaia intanto restano alla finestra, con un grande timore: ma non è che alla fine restiamo a piedi solo noi?


 

Di più su questi argomenti: