
L'intervista
Rachele Mussolini: "Mia sorella Alessandra porterà luce e diritti nella Lega"
"Io non lo sapevo, ma l'ammiro", dice la consigliera comunale di Forza Italia a Roma e sorella minore di Alessandra appena passata alla Lega. "Dopo le incomprensioni del passato, abbiamo ritrovato il nostro rapporto. Una vera sorellanza"
“Spero che Alessandra porti un po’ di colore nella Lega”, dice. Dopodiché aggiunge: “Io e lei siamo figlie di madri diverse, è vero, ma siamo sorelle, non ‘sorellastre’…che brutta parola. Vede, per me il sangue conta. E da qualche tempo io lei ed Elisabetta ci siamo ritrovate”. A parlare al Foglio è Rachele Mussolini, la minore delle sorelle, nipoti di Benito, figlie del jazzista Romano. Consigliera comunale al Campidoglio, Rachele – figlia non di Maria Scicolone come Alessandra ma dell’ex attrice Carla Maria Puccini – transita da Fratelli d’Italia in Forza Italia lo scorso settembre. E interpreta, come la più nota sorella, le posizioni liberal nel bacino elettorale del centrodestra. Anche la maggiore, comunque – la notizia è di ieri – è in queste ore protagonista d’un valzer che da Forza Italia l’ha sospinta verso le sponde leghiste.
Alessandra incontrerà il segretario Matteo Salvini nei prossimi giorni, per formalizzare l’adesione. Coincidenze sororali? Mussolini parallele? Ci spiega il vostro fenomeno? “Io ho ormai buoni rapporti con lei – risponde Rachele – ma sono sincera: non me l’aveva detto. Perciò sarà Alessandra a parlarne. Io posso solo augurare che porti luce, colore, allegria, freschezza nelle file della Lega. Visto che i diritti civili, e i valori del progressismo, sono trasversali”.
Quando parla di luci e di ombre, immaginiamo sottintenda la Lega del generale Vannacci, da poco assurto a vicesegretario del Carroccio. “L’ho scritto anche a un collega leghista”. Cosa ha scritto? “Gli ho mandato un whatsapp: ‘Vedrai che diventerete il partito arcobaleno’. Sarebbe bellissimo”. E lui? “Mi ha risposto con una faccina. Nella vita bisogna saper ridere. In questo somiglio ad Alessandra. E comunque, anche se è in un altro partito, la ammiro. Mia sorella sa mettersi in gioco. E non è semplice. Neppure per me lo è stato nel passaggio da Fratelli d’Italia a Forza Italia”. Un transito travagliato? “Ho atteso cinquant’anni, come dico sempre. Sono grata al partito di Giorgia Meloni, ma ho capito che i tempi non erano maturi per il mio progressismo, e che in un altro contenitore avrei trovato accoglienza”.
Qualcuno insinua che sua sorella sia approdata alla Lega per non pestare la sua stessa acqua. E’ così? “Ecco. Con il tempo ho capito che molte nostre incomprensioni erano determinate dai media. In realtà abbiamo età diverse, abbiamo vissuto tante avversità, ma adesso abbiamo ripreso le fila del nostro rapporto. Le mie figlie hanno da poco conosciuto le zie e i cugini”. E cioè i figli di Alessandra ed Elisabetta, che invece fa il notaio. Ma a proposito, dopo il duce l’albero genealogico pare abbia fruttato soprattutto donne. “C’è una prevalenza femminile, sì. L’unico che porterà avanti il cognome sarà Caio Giulio Cesare, il figlio di Guido, e nipote di Vittorio”. Candidato nel 2019 alle Europee con Fratelli d’Italia. Pare non abbia meravigliosi rapporti con Alessandra. “Quando mio padre seppe di questo nome, Caio Giulio Cesare, si sbellicò dalle risate”. Perché? “Perché s’immaginava l’effetto che avrebbe avuto insieme al cognome Mussolini. A mio padre Romano l’ironia non è mai mancata. Se siamo persone tolleranti è grazie a lui”.
Con sua sorella condivide l’ironia, l’arcobaleno, e cos’altro? “Siamo entrambe madri”. Un matriarcato, insomma. “E un ritrovato rapporto umano. Direi proprio una sorellanza”. Anche lei, come la politica neo leghista, ha avuto esperienze nel mondo dello spettacolo? Alessandra, sulla scia della zia Sophia Loren (ramo Scicolone), recitò in Una giornata particolare di Ettore Scola. Posò per Playboy. “No. In questo sono diversa. Ho sempre fuggito le interviste. Solo una volta ci riuscirono e da lì venne fuori il mio personaggio. Andai da Costanzo. Ma durò poco”. Poco quanto? “Pochi mesi. Mi misero addosso la fascia di ‘Miss 96’ e mi invitarono a partecipare a Miss Italia. Ci andai. Ma solo come ospite”.
Ci sono altri, o forse è meglio dire “altre”, Mussolini pronte a impegnarsi? “Non direi. Però sì: è meglio dire altre. Io sono molto legata alla figlia di Bruno, mia cugina Marina. Come dicevo porterà avanti il cognome Caio Giulio Cesare, anche se alcune di noi hanno dato il proprio cognome alle figlie”. E lei? “Io no. Non ci penso proprio. Vede, se sono tollerante è anche perché so cosa voglia dire essere discriminati, insultati, derisi. Messi all’angolo per via della propria famiglia. Io sono contenta del mio cognome perché ho amato mio padre Romano. Ma non l’ho dato alle mie figlie, che indirettamente hanno vissuto le mie angosce. Le lascio vivere serene, con il cognome del papà. E spero che Alessandra porti freschezza”.