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Dove vanno i conservatori

Giordano (FdI): “Con Merz e Ppe obiettivi comuni per l'Europa. Simion? Atlantista, sostiene Kyiv”

Ruggiero Montenegro

Il deputato meloniano e segretario generale di Ecr traccia il futuro dei conservatori, dopo il vertice con Meloni in via della Scrofa: "Vogliamo riequilibrare l'Europa. Le elezioni in Romania? Guardiamo con interesse a chi può rafforzare una visione alternativa a quella liberal-progressista"

“Ecr è destinata a diventare sempre più centrale, un attore strategico per riequilibrare l’Ue”. Meloni? “Con FdI, è il motore naturale di questo processo”. Merz e il Ppe? “Possiamo condividere obiettivi strategici”. Simion filo russo? “Ha una visione occidentale e atlantista”, dice Antonio Giordano, deputato di Fratelli d’Italia e segretario generale dei conservatori europei. E’ in viaggio verso Bruxelles, all’indomani del vertice di mercoledì sera in via della Scrofa. Nel quartier generale di FdI si sono ritrovati Mateusz Morawiecki, l’ex premier polacco e presidente di Ecr, la sua vice Marion Marechal (nipote di Marine Le Pen) e poi George Simion, il candidato di estrema destra in Romania. A fare gli onori di casa, Giorgia Meloni. 

Al tavolo c’era anche Giordano: com’è andata? “Un incontro concreto e strategico, per fare il punto sulle trattative di pace in Ucraina e sui principali dossier economici a livello Ue. Si è parlato anche di alleanze, di coordinamento politico, e delle imminenti scadenze elettorali che attendono paesi chiave”. Il deputato meloniano si riferisce alla Polonia e alla Romania, dove domenica andrà in scena il secondo turno. Simion potrebbe diventare presidente. Sarebbe il quarto leader conservatore nel Consiglio europeo. “Chi condivide i nostri valori, difende la libertà dei popoli, la sovranità, la tradizione è un alleato naturale”. Ed è ovvio insomma che facciate il tifo per lui.  “Non decidiamo noi gli eletti in Romania, ma certo guardiamo con interesse a chi può rafforzare una visione alternativa a quella liberal-progressista. Simion ha dimostrato un legame forte anche con l’Italia, appunto: al primo turno ha ottenuto il 73 per cento dei consensi tra i cittadini romeni residenti in Italia”, ricorda Giordano che dopo la tappa brussellese volerà a Bucarest. “Per aspettare il risultato elettorale e testimoniare la vicinanza di FdI e Ecr. Non si tratta solo di elezioni, ma di costruire un’Europa più giusta e  plurale, più politica e meno burocratica”. Simion è considerato un estremista di destra, ha attaccato più volte l’Ue. Per l’Ucraina (e non solo) è un filo russo, fa il gioco di Putin. “E’ un leader politico che esprime una sensibilità radicata nel contesto romeno. E’ vicepresidente di Ecr e ha sempre affermato il suo impegno per una visione europeista e atlantista. Alcune sue dichiarazioni possono suscitare reazioni contrastanti, ma vanno lette nel quadro dei dibattiti nazionali dell’est Europa, spesso molto diversi dai nostri. La posizione di FdIsull’Ucraina, che Simion condivide, è chiara: condanna dell’aggressione russa e sostegno alla sovranità di Kyiv”. 

Torniamo all’Italia, a Giorgia Meloni. La premier continua a giocare su due tavoli, cerca la mediazione tra Donald Trump e l’Ue. Diplomatica per alcuni. Ma secondo altri punti di vista si tratta di un’ambiguità, alla lunga insostenibile. “Non c’è ambiguità, c’è autonomia”, dice Giordano.  “Meloni ha la forza e l’autorevolezza per dialogare con Washington e con Bruxelles, senza subalternità. L’Europa ha bisogno di leader capaci di tenere insieme visioni diverse, di tenere aperto il dialogo, non di chi alza muri ideologici. Trump rappresenta una parte significativa dell’occidente, inteso come quadro di valori, e il nostro dovere è ridurre le distanze con l’alleato storico. La premier non media, guida con equilibrio”, aggiunge il segretario di Ecr secondo cui le critiche, delle opposizioni e della stampa, “sono dettate più dal nervosismo che da una lettura seria del contesto internazionale”.

Domani a Roma arriva il nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz. Oltre che un incontro tra due leader a capo di un paese, potrebbe essere l’occasione per stringere ulteriormente i rapporti tra conservatori e popolari. “L’incontro con Merz rappresenta un passaggio politico significativo. E’ naturale  – spiega Giordano – che tra famiglie politiche diverse ci siano differenze, ma è altrettanto naturale confrontarsi sui punti in comune. Su molte delle grandi sfide europee, penso all’economia, alla sicurezza e all’immigrazione, c’è uno spazio reale per il dialogo. Pur partendo da percorsi diversi, possiamo condividere obiettivi strategici”.

 E’ sull’asse conservatori-popolari che immaginate la prossima Europa? “A Bruxelles le alleanze si costruiscono anche sui singoli dossier, non solo su base strutturale”. C’è spazio anche per i Patrioti, alleati di Matteo Salvini? “Le porte – conclude Giordano – vanno tenute aperte quanto più possibile, è la nostra cultura politica, perché con responsabilità tutte le forze possono contribuire a un progetto comune, se si ha coerenza sui valori”. 

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