il colloquio

Rachele Mussolini tra Forza Italia e Lgbtq+: “I diritti non sono di sinistra, siano patrimonio comune”

Ruggiero Montenegro    

La consigliera capitolina di FI, che a settembre ha lasciato Fratelli d'Italia, presenta oggi una mozione in difesa delle minoranze: "La voti anche il centrodestra. Sono stata discriminata per il cognome, so cosa significa. La teoria gender?  Questione complessa, non può essere semplificata né affrontata con opposti estremismi"

Forza Italia, corrente Marina Berlusconi? “I diritti sono di tutti”, risponde Rachele Mussolini. “Credo che combattere le discriminazioni nel 2025 non dovrebbe essere  di sinistra, né di destra. Dovrebbe essere un patrimonio senza bandiere”. Rachele Mussolini è la nipote di Benito, con tutto quello che può voler dire. In vista del 17 maggio – la giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia – da consigliera comunale, capogruppo,  di Forza Italia a Roma (ci è approdata lo scorso settembre, lasciando FdI dopo esser stata la più votata alle ultime amministrative) presenterà  oggi una mozione a tutela dei diritti Lgbtqia+. 

Di che si tratta? “Con un altro consigliere di FI, Francesco Carpano, chiederemo al sindaco e alla giunta di rafforzare ulteriormente sia il coordinamento con le Forze dell’ordine che gli uffici e le strutture già preposte all’ascolto, al fine di dare maggiore sicurezza e prevenire episodi di violenza”.  E’ uno di quei provvedimenti che di solito arriva da sinistra, sebbene negli ultimi anni anche tra i Mussolini (Alessandra è la sorella di Rachele) si è fatta spazio una sensibilità liberal. “Ma anche quando ero in Fratelli d’Italia mi sono sempre esposta su questi temi, nel rispetto ovviamente di quelle che sono le sensibilità del partito”, spiega Rachele Mussolini che ha lasciato i meloniani qualche mese definendosi più “moderata e centrista”.

L’attenzione ai diritti non è insomma una trovata dell’ultima ora. “So cosa significa essere oggetto di discriminazioni. Nel mio caso è accaduto anche semplicemente per il cognome che porto. Per me è quindi ovvio spendermi per combattere queste forme di violenza”. Già qualche anno fa infatti, Mussolini aveva preso parte a iniziative dello stesso segno. “Ed ero ancora consigliera di FdI. In una scuola di Terracina ho partecipato a un dibattito di sensibilizzazione con gli studenti, dopo la proiezione di Billy Elliot, un film che secondo me manda un messaggio bellissimo”. Nessuno da FdI, sottolinea Mussolini, le hai mai chiesto un passo indietro su certe battaglie. Ma portarle avanti in Forza Italia, con Marina Berlusconi che in passato si è detta più vicina alla sinistra sui diritti civili, è probabilmente più facile che farlo tra i meloniani. “E’ sicuramente un partito dall’anima più liberale, ma anche in FI convivono sensibilità diverse, alcune più conservatrici. Ho la mia autonomia e ho trovato  l’appoggio del partito per questa mia iniziativa e spero che adesso possa esserci un ampio consenso in aula. Non solo nel centrosinistra ma anche tra i miei colleghi di centrodestra. Nella mozione – prosegue la consigliera – non c’è nulla di pericoloso, il contenuto si rifà alle stesse istanze dell’Unione europea”. 

Sui temi civili, su quelli legati alla sessualità, Mussolini dice di avere un approccio laico, “aperto”. E’ contraria alla maternità surrogata – su questo in passato ha polemizzato anche con la sorella Alessandra. E non condivide nemmeno la teoria gender, soprattutto nelle scuole. “Ma capisco bene la complessità della questione, che non può essere liquidata semplicemente con i due generi biologici. Ho un formazione mentale che non mi porta a semplificare, cerco di avere un visione più ampia possibile. Si tratta di temi che in ogni caso riguardano ognuno di noi”. Ma certamente, aggiunge Mussolini,  “ci sono delle esagerazioni che non piacciono, né da una parte né dall’altra. Rifuggo certi estremismi ed è questo uno dei motivi per cui alla fine ho aderito a Forza Italia”. 

Restando in tema di diritti, la consigliera capitolina è favorevole allo Ius scholae, il provvedimento promosso da Antonio Tajani per modificare, e agevolare, i meccanismi di accesso alla cittadinanza italiana. Andrà anche ai seggi per il referendum promosso da + Europa? “Personalmente non credo di andare a votare, perché ritengo quella di FI una legge che va nella giusta direzione e credo che attraverso la via parlamentare si possano ottenere dei risultati”, risponde Mussolini. “Ma non mi permetterei mai di dare indicazioni ai cittadini in un senso o nell’altro”. La sua è insomma un’obiezione di metodo, più che di merito. “Esatto. Auspico un’integrazione sempre maggiore e – conclude Mussolini –  penso che per molti ragazzi che studiano e superano esami, vivono qui da sempre  e parlano italiano, certe volte anche il dialetto, ci debba essere un percorso con meno ostacoli”.