
Verso il "premier time"
Un 7 maggio tra il conclave e il rodeo Meloni-opposizione in Senato
Le opposizioni si preparano. Temi: contenuto dell'incontro con Trump, energia, povertà, lavoro, bollette.
Matteo Renzi sul piede di guerra, Pd alle prese con un doppio fronte: con la maggioranza e con la concorrenza del M5s
La data sul calendario è la stessa: 7 maggio, giorno d’inizio conclave in Vaticano e giorno del “premier time” rimandato di due settimane per la morte di papa Francesco: mercoledì prossimo, infatti, mentre i cardinali si chiuderanno nella Cappella Sistina, a Palazzo Madama andrà in scena il rodeo tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’opposizione – in particolare con il senatore, ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi, colui che, un mese fa, aveva accusato Meloni di essere “fuggita” dall’Aula e di non aver risposto alle sue domande su intelligenza artificiale, bollette e immigrazione. E dunque, ragiona un parlamentare renziano, può essere che il leader riparta proprio da lì, con l’aggiunta del tema lavoro, su cui Renzi da giorni incalza Meloni al grido di: “Definisce l’Italia come paradiso terrestre, ma perché la gente se ne va?”. Non solo: nei giorni scorsi Renzi si è scagliato contro “la narrazione che Palazzo Chigi ha dato degli incontri in Vaticano” e contro una Meloni che fa la “comparsa” tra i leader mondiali mentre “l’Italia ha 25 mesi di segno negativo della produzione industriale”. E insomma, se l’altro ex premier e senatore Mario Monti si è fatto vedere in tv più morbido rispetto all’operato della premier sul piano internazionale, definendo “un successo” il viaggio di Meloni negli Stati Uniti (e sempre Monti, qualche mese fa, aveva detto che Meloni, per quanto riguardava la manovra economica, aveva “buttato meno soldi” rispetto a Matteo Salvini), tra i Cinque Stelle si pensa che la premier debba essere “inchiodata alla questione dazi”. E se Carlo Calenda, leader di Azione e paladino dell’opposizione costruttiva sul piano internazionale, potrebbe rivolgere alla premier, dice un calendiano, una domanda “su investimenti e salario minimo”, il Pd dovrà giocare una partita bifronte: verso la maggioranza e verso la concorrenza di Giuseppe Conte all’interno dell’opposizione. E dunque al Nazareno si riflette. Su che cosa puntare, mercoledì prossimo? Intanto – questo il punto messo sul piatto nelle discussioni preliminari tra i dem– non si potrà prescindere dal contenuto dell’incontro tra Meloni e Trump: il fatto che la premier sia stata definita “great person” dal presidente Usa servirà all’Italia o sarà soltanto la foglia di fico che copre la promessa d’acquisto sul gas liquefatto, nel quadro di un approccio “mercantilistico” delle relazioni internazionali? Si vorrebbe quindi chiedere alla premier delucidazioni sulle mosse che impattano sul costo dell’energia e, a cascata, sulle grandi questioni sociali irrisolte: sanità, scuola, lavoro, previdenza. Ma si punta anche sul tema del Documento di programmazione economica, considerato inadatto a fare fronte all’aumento dei prezzi di beni e servizi essenziali e alla crescita della povertà assoluta e relativa. Meloni spieghi qual è il contenuto dell’impegno preso dal governo con Trump, è insomma il possibile quesito. Corollario: le misure che il governo intende adottare per neutralizzare i costi per le famiglie, con buona pace del fallimentare, per i dem, “decreto bollette”.