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Il colloquio

Fugatti: “Dazi preoccupanti. La forza dell'Italia può servire anche all'Ue”

Luca Roberto

Il presidente della provincia autonoma di Trento, esponente della Lega: "Entriamo in uno scenario nuovo. Contro dazi? Adesso meglio insistere sulla soluzione diplomatica. Fondamentali gli incontri di Meloni e degli altri ministri con Vance"

Il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti non nasconde una certa inquietudine dopo il discorso di Trump alla Casa Bianca: “C’è grande preoccupazione per l’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti. Entriamo in uno scenario completamente nuovo”. Per il Trentino si tratta di un risveglio particolarmente negativo, perché il mercato americano rappresenta il secondo per l’export provinciale, con un valore complessivo di oltre 600 milioni di euro. “I settori più colpiti sono l’agroalimentare, ma anche la produzione di un certo tipo di macchinari, in cui siamo molto forti”, spiega l’esponente leghista. “Non è che dobbiamo seminare il panico, anche perché la preoccupazione andrà tarata su quelli che poi saranno i numeri, i dati reali. Ma è evidente che si tratta di uno scenario mai vissuto prima, un conflitto commerciale inedito”.

 

E quindi dopo i presidenti di Veneto e Lombardia, anche il “governatore” del Trentino esprime al Foglio le sue apprensioni. Che suonano almeno un po’ in contrasto con uscite come quella del senatore della Lega Claudio Borghi, secondo cui, come ha spiegato ancora ieri, l’imposizione dei dazi da parte degli Usa sarebbe un assist all’Italia per “riprendere la nostra moneta nazionale”. “Adesso serve una risposta da parte delle autorità nazionali ed europee più che da quelle locali”, spiega Fugatti. “E nel mentre cerchiamo di capire quale sarà davvero l’impatto dei dazi, è importante che l’Europa in primis investa fortemente nei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti. Credo infatti che ci si debba far sentire, a livello europeo, più con soluzioni diplomatiche che attraverso una strategia ritorsiva. Questo perché è chiaro a tutti che abbiano un surplus nella bilancia commerciale con gli Usa. E poi perché eventuali contro dazi potremmo introdurli anche tra qualche settimana. Adesso meglio insistere fortemente sulla diplomazia”. Che ruolo potrà avere il governo italiano in una partita che però dovrebbe essere giocata soprattutto a livello comunitario? “Io credo che la forza del governo possa essere di grande aiuto anche per l’Europa. Perché se riusciamo a dialogare con Washington non è un vantaggio solo per noi ma per tutta l’Unione europea”, risponde Fugatti. “Mi sembra che già in queste ore ci siano state delle riunioni per discutere di dazi all’interno del governo. Al di là di qualche accento diverso, mi pare che la strategia della maggioranza sia ben chiara”. Molto, aggiunge poi il presidente della provincia di Trento, dipenderà dall’esito dell’incontro con il vicepresidente americano J.D. Vance, appuntamento affatto banale per il rilancio di quella tanto auspicata diplomazia commerciale. “Verrà qui in Italia e credo saranno fondamentali gli incontri con Meloni e gli altri ministri”. 

 

Fatto sta che secondo Fugatti i dazi, “che restano una misura che consideriamo sbagliata e che potrebbe farci molto male, almeno potrebbero indurre l’Europa a riformarmi al suo interno. Se il dialogo con gli Usa dovesse andare male l’Unione europea dovrà dimostrare di essere in grado di gestire una situazione così complessa. E forse è la volta buona per affrontare tutti quei vincoli che ci siamo autoimposti nel corso degli ultimi anni. E che non possono essere chiamati dazi, ma che hanno un effetto ugualmente negativo sulla nostra economia”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.