L'editoriale dell'elefantino
Da Pompei al #metoo sul taxi: grattarci la prurigine con ironia si può. Due casi di scuola
La prurigine è una malattia invasiva, pervasiva, contaminante in massimo grado. Ma se iniziassimo a trattarla con leggerezza, senza necessariamente trasformarla, ormai quasi per statuto morale, in caso giudiziario o politico? La chiacchiera va bene, è anche spassosa, ma up to a point
Il pruriginoso in politica lo conosciamo bene, grazie a Ilda Boccassini e alle sue indagini molto mediatizzate, pedinamenti, origliamenti, testimonianze a schiovere, immagini rubate, e grazie ai suoi processi con accuse di furbizia levantina a una delle ragazze coinvolte, tutta roba finita in un semi nulla ma dedicata per anni ai fatti privati di un leader politico e presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al quale non si perdonava una vita un tantino scollacciata e frequentazioni non proprio di alto profilo istituzionale durante e dopo la crisi del suo secondo matrimonio. Si fece scandalo con toni e metodi persecutori anni Cinquanta, si rispolverò il comune senso del pudore, e tutto in nome della vita privata di un marito avviato al divorzio e del suo farfallonismo erotico virati, con evidenti forzature di magistratura media e partiti, in grande caso politico nazionale e internazionale. Lo sfondo argomentativo era che la vita privata di un leader può mettere in pericolo la riservatezza del suo lavoro istituzionale e la decenza nell’esercizio della sua carica o funzione. Ci ripetiamo, con il gustoso aiuto dell’estate e dello spirito gaffeur, spesso molto divertente, talvolta un po’ penoso e talvolta innocente, di un signor ministro delle Attività culturali, perbacco. Sta di fatto che la prurigine scatta sempre sull’elemento femminino. Se a Berlusconi fossero piaciute cene e balli lap con i maschi, o i masculi come diceva scherzando La Russa, non sarebbe successo niente. Ma la donna no. Se poi è bionda e prosperosa, tre volte no. Facciamo infatti conto che il signor ministro, coniugato, si avvalga dell’amicizia e della collaborazione più o meno informale di un amico di sesso maschile, introducendolo in qualche cena di gala e in qualche riunione in cui si discutono le idee, forse le idee è anche un’esagerazione, per il reggimento della Cultura nazionale.
E ammettiamo che costui, con fare da influencer vanitoso, affermi sui social a sorpresa che il suo ruolo è stato formalizzato come consulente nella gestione dei Grandi Eventi, che Dio ci scampi dagli Eventi, figuriamoci dai Grandi Eventi, bè, ne nascerebbe una piccola e marginale disputa sul disordine amministrativo di un ministero che non sa tutelarsi da informazioni inesatte e impiccione. Il caso politico nazionale è invece un ennesimo cherchez la femme. E’ tipico del sospetto pruriginoso condurci sulla via della politica pruriginosa, con il pericolo, fatti salvi accertamenti ulteriori sulle modalità del Caso Genny, di valicare il confine tra pettegolezzo e controllo istituzionale. Posto che un taglio di nastro a Pompei abbia i caratteri di riservatezza tipici delle attività più arcane dello stato nazione.
La prurigine è una malattia invasiva, pervasiva, contaminante in massimo grado. Nello scorso gennaio, a quanto se ne sa, un taxi romano riportava a casa una coppia sposata che aveva dato un passaggio a un’amica, seduta tra i due. Nel taxi, sedile posteriore, si è rappresentata una sceneggiata alcolico-erotica di tipo fluido e non binario, con due donne ubriache che si sbaciucchiavano e palpavano nell’ebbrezza di una fine di serata trasteverina, ariecco il cherchez la femme, e un marito che volle avere la sua piccola parte con altri sbaciucchiamenti e palpazioni, sotto gli occhi attenti dell’autista sobrio piazzati sul retrovisore, e con un finale di normalità festaiola all’insegna del ciao-ciao-ci-risentiamo, e qualche singhiozzo da vino dei Castelli. Uno se ne potrebbe e dovrebbe impipare allegramente, buon per loro, ma la dimensione processuale dell’esistenza nell’èra delle ideologie ritornanti, in questo caso quella del famoso #MeToo, impone otto mesi dopo la notizia onnivora ovvero il caso etico-politico, con accuse e controaccuse francamente grottesche. E se decidessimo di grattarci la prurigine con ironia, con leggerezza, senza necessariamente trasformarla, ormai quasi per statuto morale, in caso giudiziario o politico? La chiacchiera va bene, è anche spassosa, ma up to a point.
festa dell'ottimismo