Prigione e passerella
Delmastro visita il carcere di Taranto ma si dimentica dei detenuti
Il sottosegretario alla Giustizia evita di passare per le celle affollate e sporche dell'istituto di pena, preferendo incontrare gli agenti
Non era mai successo finora che un parlamentare entrasse in un carcere per una visita ispettiva senza incontrare neppure un detenuto. Il primo è stato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro due giorni fa al carcere di Taranto: “Ho incontrato gli agenti di polizia penitenziaria, non sono abituato a entrare negli istituti penitenziari per recarmi alla Mecca che è il detenuto”. La pratica delle visite ispettive in carcere, consentite solo ai parlamentari, fu inaugurata da Marco Pannella per verificarne le condizioni, e denunciarne le irregolarità. Ma soprattutto per unire la comunità degli agenti a quella dei detenuti vittime delle violazioni dello stato di diritto. Perché dove c’è strage di diritto, c’è strage di uomini.
Dopo di lui quella delle visite in carcere è diventata una tradizione ferragostana diffusa in tutti i partiti, per molti (è vero) un corteo dovuto più per ragioni di visibilità che di utilità. Ma mai nessuno era arrivato a contrapporre agenti e detenuti, come ha fatto Delmastro. Annunciando tronfio l’arrivo di 120 mila caschi e scudi, e il nucleo speciale antisommossa contro “La Mecca”. Nessuna sensibilità per i detenuti, anche innocenti, che vivono privati della libertà, in celle sovraffollate, roventi, anguste, sporche, senza fare nulla, senza lavorare, senza prospettive, senza speranza. E infatti in 66 si sono suicidati dall’inizio dell’anno nelle mani dello stato di cui Delmastro è sottosegretario. Nessuna sensibilità, solo legge e ordine. Ma se è lo stato per primo a non rispettare la legge, come può pretendere di imporla ai cittadini? Il consiglio che si dava ai securitari era di trascorrere qualche ora in galera, per cambiare idea. Delmastro lo ha fatto, ma orgoglioso di non incontrare La Mecca dei detenuti. Così fomentando anche l’acrimonia con la polizia. Atteggiamento irresponsabile da parte di un sottosegretario, convinto che basterà trovare altri 7 mila posti, aumentare gli agenti e fornirli di scudi, per risolvere il problema. “Fratelli d’Italia non fa lo svuota carceri”, si dice dal partito della premier, e in effetti le riempie: introdurre nuove fattispecie di reato, aumentare le pene, in galera e buttare la chiave. Buon Ferragosto alla Mecca!
storia di una metamorfosi