
(foto Ansa)
l'intervista
L'ex ministro Tria: “Meloni, avanti! Fai la liberale”
L’ex titolare dell’Economia: “Giusto scontentare i monopoli. La premier e il governo hanno una posizione equilibrata”
“Nessun governo vuole perdere consenso. Ma se per andare appresso alle richieste di alcune categorie specifiche si va contro gli interessi generali, uscendo dalle regole europee o da un approccio improntato alla concorrenza, si rischia di perderne ancora di più. Ecco perché secondo me il governo fa bene a muoversi in modo più equilibrato nei confronti di categorie come i tassisti e i balneari”. All’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria, insomma, questo “tradimento” del governo Meloni verso alcune corporazioni storicamente rivendicate come vicine, una specie di bacino elettorale che adesso manifesta tutto il suo malcontento, piace. “Il governo ha bisogno di tenere la barra dritta anche verso un’economia più concorrenziale, che renda più facile la vita delle imprese. E questa cosa non la puoi fare difendendo a oltranza i monopoli di alcune categorie”.
Da ex titolare del Mef, con grande lucidità Tria riconosce che “sin da quando ero ragazzino io si discuteva delle rivendicazioni dei tassisti. Giavazzi ci scriveva su articoli 20 o 30 anni fa. Io onestamente non credo che le sorti dell’Italia dipendano dai tassisti. E certo non è che i governi prima di questo il problema siano riusciti a risolverlo. Ma vedo con favore questo nuovo atteggiamento del governo Meloni, questa posizione più centrale, neutrale. Perché non è che si può andare sempre appresso alle richieste delle varie categorie”. Tra queste ci sono sicuramente i balneari, che domani sciopereranno per alcune ore proprio contro il governo. Ma anche gli albergatori, che contestano all’esecutivo un potenziale innalzamento della tassa di soggiorno.
Sui balneari, dice ancora l’ex ministro al Foglio, “non so se quello del governo sia un tradimento. Ma il dato di fatto è che la questione balneari non è riuscita a risolverla nessuno dei governi precedenti. Il problema non va affrontato in modo ideologico ma tecnico. Le gare vanno fatte, come ci chiede l’Europa, ma tutelando i concessori uscenti”. Eppure i proprietari di stabilimenti lamentano una mancanza di decisioni che invece, almeno con Draghi, erano state prese. “Ma l’apertura alla concorrenza è un fatto nuovo nella storia politica di questo paese. Non so se questo governo avrà il coraggio che quasi nessun governo prima d’ora ha avuto. Diciamo che in parte di avere coraggio l’hanno già dimostrato stoppando il Superbonus. Una misura che ha avuto delle enormi responsabilità politiche. Vediamo adesso sulla concorrenza”. Queste insolite tensioni con le constituency elettorali, peraltro, si iscrivono a una politica economica che, analizza ancora Tria, “se si guarda alla gestione del bilancio, considero corretta. Il ministro Giorgetti è un argine alle richieste di maggiori spese. C’è ancora fiducia nell’Italia sui mercati. Ma adesso bisognerà dimostrare di saper programmare gli investimenti pubblici e avere idee di crescita”. Quindi, alla fine, sfidando gli scioperi dei tassisti, dei benzinai, di chi chiude gli ombrelloni per una mattinata, potremmo scoprire che Meloni è liberale? “Mi pare che da quello che dice, lo sia”, risponde Tria. “Ripeto, anche se queste categorie protestano il governo fa bene a mantenere una posizione equilibrata”.


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