libri e polemiche
Solferino: “Non abbiamo indicato Saviano per la Buchmesse, ma si può rimediare”
"Pronti a pagare le spese per portarlo a Francoforte. Non abbiamo fatto il suo nome perché non avevamo ancora chiuso il contratto. Eravamo convinti che altri editori lo proponessero. Ma Aie e governo hanno gravi responsabilità". Intanto Mazza fa retromarcia e invita l'autore di Gomorra. Colloquio con Luisa Sacchi, direttrice Area libri di Solferino
Roma. “E’ vero, è come ha scritto il Foglio: non abbiamo fatto il nome di Roberto Saviano per la Buchmesse”. Come mai? “Perché quando l’estate scorsa sono scaduti i termini del bando non avevamo ancora chiuso il contratto per il suo nuovo libro”, risponde Luisa Sacchi. La direttrice dell’Area libri di Solferino – la nuova casa editrice italiana dell’autore di Gomorra – prova a ricostruire quel gran pasticcio che ha portato prima all’esclusione di Saviano dalla rappresentanza italiana alla Fiera del libro di Francoforte e poi, ieri, all’invito a partecipare avanzato dal commissario Mauro Mazza. “Eravamo convinti che le altre case editrici lo proponessero in ogni caso, anche non avendo novità in catalogo”. Sacchi comunque non parla di censura. “Ma considerato il calibro dello scrittore anche l’Associazione degli editori e il governo hanno gravi responsabilità. Adesso si può rimediare. Siamo pronti a sostenere tutte le spese di Saviano e del suo staff”.
“Chiaramente vogliamo che venga con la delegazione italiana”, precisa Sacchi, a scanso di equivoci. Saviano infatti in Germania ci sarà comunque, invitato dall’associazione degli editori tedeschi. Resta da capire se vorrà accettare la tardiva proposta italiana: potrebbe rifiutare come ha già fatto Antonio Scurati.
Ma andiamo con ordine. Come raccontato ieri sul Foglio da Salvatore Merlo, secondo la procedura, entro il 31 luglio del 2023 la case editrici e gli agenti letterari potevano segnalare all’Associazione italiana editori (Aie) – in sostanza la Confindustria del settore – gli autori e i libri da promuovere alla Buchmesse. La palla è passata quindi alla commissione di nomina governativa, quella presieduta da Mauro Mazza, a cui spettava l’ultima parola. Su Saviano tuttavia non è arrivata alcuna proposta. Inoltre, ha aggiunto lo stesso Mazza, in questo modo altri autori di valore avranno spazio.
Direttrice, cosa non torna in questa ricostruzione? “Degli altri editori non posso dire. Certo, eravamo convintissimi che Feltrinelli, Mondadori o Bompiani avrebbero avanzato il nome dello scrittore napoletano. Ma per quanto ci riguarda, non potevamo proporre nulla, non avendo ancora firmato l’accordo con Saviano. C’era anche una questione di riservatezza e di rispetto verso le altre case editrici”. Nel frattempo Saviano ha pubblicato con Rcs-Solferino il suo ultimo romanzo: Noi due ci apparteniamo. “In ogni caso – continua Sacchi – non penso che in questa storia le principali responsabilità siano delle case editrici”. Sta dicendo che qualcuno all’Aie o al governo ha sbagliato? Hanno provato a usare voi editori come scudo? “Mi sembra che nascondersi dietro procedure e burocrazia, come hanno cercato di fare sia il presidente dell’Aie, Innocenzo Cipolletta, che Mauro Mazza non renda giustizia alla vicenda”. Cosa avrebbero dovuto fare? “Hanno degli staff pagati proprio per questo. Anche senza una segnalazione da parte delle case editrici avrebbero dovuto porsi il problema di Saviano, a prescindere. Lo hanno fatto per Carlo Rovelli o Dacia Maraini”, attacca la direttrice di Solferino.
C’è secondo lei una questione politica o, ancora peggio, personale nei confronti di Saviano? Pensa che sia stato penalizzato per il suo atteggiamento critico rispetto al governo? “Penso che la questione vada molto oltre, non si può ridurre alla politica. Parliamo di uno dei più importanti autori italiani, con un prestigio e un seguito internazionale che pochi altri possono vantare. Le sue opere hanno un indiscusso valore civile. Ma lei lo sa quanto è difficile fare editoria in Italia e promuoverla all’estero? Non invitare Saviano a Francoforte vuol dire fare un danno al settore”, risponde Sacchi. “In una manifestazione del genere bisogna presentarsi con la squadra migliore. Invece sembra quasi che l’Aie volesse remare contro. Nel loro atteggiamento e in quello della commissione guidata da Mazza, ripeto, ci sono state gravi mancanze”.
Cipolletta ha spiegato con una nota che non avrebbe mai permesso ingerenze rispetto alle volontà degli editori. “Ho letto le sue dichiarazioni e ho sentito anche parlare dei costi economici dell’invito a Saviano e al suo staff”, aggiunge la dirigente di Solferino. “Ma se questo era il problema, lo ripeto: noi siamo pronti a sostenere interamente ogni spesa per portarlo a Francoforte, con tutto il suo staff. Ne saremmo onorati. Siamo pronti a farci carico anche dei costi politici di tutto questo. Oggi siamo orgogliosamente gli editori di Saviano, abbiamo girato la proposta all’Aie e al commissario Mazza. Ci impegneremo affinché possa rappresentare l’Italia a Francoforte”. Direttrice, crede che alla fine una soluzione si troverà? “Sono fiduciosa. Fino a ottobre c’è tempo. Serve la volontà e noi ci siamo proposti per risolvere questa brutta situazione. Intanto – chiosa Sacchi – spero di non leggere altri titoli in cui si incolpano gli editori”.
L'editoriale del direttore