Trattori e malumori

Meloni promette "no Irpef" agli agricoltori, ma Salvini la supera: prezzi di stato per i prodotti, alla Marx

Carmelo Caruso

La premier riceve le associazioni a Palazzo Chigi e promette l'esenzione, ma il suo vicepremier fa depositare un disegno di legge per regolamentare il mrcato agricolo. Rilancia pure sulle università telematiche. Ripresenta l'emendamento a loro favore

Roma. Vogliono andare a vivere in campagna. Meloni convoca gli agricoltori a Palazzo Chigi, Salvini semina leggi. Ha ormai preso l’interim del ministro dell’Agricoltura. Il governo, per un giorno, è finito sotto il trattore. Sarà  ricordato come il venerdì del contadino sovrano. Vengono ricevute le organizzazioni agricole ufficiali ma non le frange infuriate. Le forme sono salve. Delle infuriate se ne occupa Lollobrigida. Le accoglie lui, al ministero. Meloni si dice pronta a potare l’Irpef. Salvini annuncia una legge contro la farina d’insetti. Lollobrigida una terza ancora. Fa depositare un emendamento al Milleproroghe che posticipa l’obbligo d’assicurazione per tutti i mezzi agricoli. Per FdI sarebbe una pezza a un errore di Salvini. La Lega corregge invece Lollobrigida. C’è una proposta di legge a firma Lega che recepisce le richieste estreme degli agricoltori non (Col)diretti: un prezzo di “stato” per i prodotti. Meloni visita la mostra su  Berlinguer, Salvini la supera con Marx.


 Per sedare le proteste di un manipolo di agricoltori, Meloni riunisce il governo come se l’Italia fosse stata attaccata da una potenza straniera. La minaccia? Dieci trattori che vanno a nafta. Ma dove è finito il caro pugno duro della destra, ordine e disciplina? A Chigi, dopo pranzo, vengono chiamate Coldiretti (a proposito, un’altra porta girevole ministero-associazione. Valentina Lopez entra in Coldiretti. Auguri) Confagricoltura, Cia, Copagri. Ma a sbalordire sono i ministri presenti al tavolo. Ci sono Tajani, Ciriani, Piantedosi, Fitto, Calderone, Salvini (videocollegato). La crisi è tale che perfino il mattinale di Fazzolari, la nota, la bussola, per capire come va il mondo di Meloni e l’Italia, tarda ad arrivare. Si ragiona su come esentare gli agricoltori dall’Irpef, una misura da 150 milioni, un emendamento da inserire nel Milleproroghe, ma si discute se farlo erga omnes o con franchigia. La soluzione di Meloni è farlo per redditi fino a 10 mila euro. Nessuno ha mai detto che nelle richieste di Riscatto agricolo, il manipolo  agitato, quella misura neppure è presente. Lo farà notare, a incontri finiti, Lollobrigida che, a nome del governo dice: “Il provvedimento che emergerà da questa discussione garantirà più del 90 per cento degli agricoltori”. Dato che però è la mattina che ha l’oro in bocca, e Salvini il naso per la furia, la Lega comincia a spruzzare proposte, video, come fossero fitofarmaci. Salvini riunisce i suoi responsabili agricoltura e in Abruzzo incontra i trattori. Fa le veci di Lollobrigida. Dopo, fa sapere che la Lega ha depositato una risoluzione per dire “stop a prodotti a base di farine di grilli e insetti nelle mense scolastiche”. Sono ormai un modello, sono le leggi temerarie, a futura memoria. Quella che invece incide, e che avrebbe impatto enorme, è la proposta n° 851 a firma Bergamini, Molinari, Carloni, Bruzzone, Pierro. E’ stata presentata il primo febbraio e si prefigge di “fissare dei prezzi nei contratti di cessione dei prodotti agroalimentari”. In sintesi, viene chiesto a Ismea (l’Istituto per i servizi del mercato agricolo) di effettuare uno studio sui costi di produzione dei prodotti agricoli per poi fissare un prezzo sotto il quale non si può scendere. Un prezzo di stato. Giovedì sera, Meloni è andata a visitare la mostra di Enrico Berlinguer, a Roma, Salvini, per batterla, ha ripreso dalla libreria i “Manoscritti Economico-filosofici” di Marx.   Pochi giorni fa, il Foglio ha raccontato che un altro grande pasticcio di governo riguarda l’obbligo di assicurazione dei mezzi agricoli, a prescindere se circolano o meno. E’ una questione che tocca lui, Salvini, che viene non a caso sfruttata da Lollobrigida. FdI, per rimediare, interviene, e lo fa sapere, con un emendamento, sempre al Milleproroghe, con relatore Angelo Rossi, ma l’impatto della proposta di legge alla Marx, della Lega, sarà nei prossimi giorni incomparabile.

 

Questa gara a chi annaffia più forte gli interessi degli agricoltori si consuma mentre al Circo Massimo sfilano i trattori, sempre Riscatto agricolo, che chiedono addirittura “l’autosufficienza alimentare”. A Sanremo si fa invece a gara per dire “non sono stato io”. Gli agricoltori non saranno sul palco ma arriva un comunicato dell’ufficio stampa Rai, curioso, dove si precisa che la decisione è stata presa esclusivamente “dall’ ad Rai…”. Fa parte di un’altra rappresaglia che contrappone Lega e FdI, il dg Rossi (incoronato da Meloni) all’ad Sergio (ora sponsorizzato da Lega, ma non si esclude anche da M5s, Pd). Ce n’è una terza. Il provvedimento a favore delle università telematiche, a firma Lega, Forza Italia (che il governo e la ministra Bernini avevano chiesto di ritirare) sarà ripresentato. Il coltivatore diretto della Lega, che se ne sta occupando, è il deputato Ziello. Non sono altro che prove, esercizi di crisi tra Salvini e Meloni, e Meloni lo sa. Lo sa lei per prima che questa sua resa, questo suo bonus Irpef (che, come dice Lollobrigida, non era tra le richieste delle associazioni) è devastante per l’immagine. Da qui alle Europee qualsiasi categoria sarà legittimata a protestare, a chiedere cortesie, sconti. E’ stata Meloni a seminare l’idea che “si può fare” e ora  trova Salvini che gli risponde “pure di più! Di più!”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio