L'intervista

Per Schlein Sanremo è come il Pd. "Travolta? La destra attacca se stessa"

Simone Canettieri

"Il Festival è quella cosa in Italia di cui non se ne può fare a meno e che alla fine seguono tutti, anche solo per parlarne male", ci dice la segretaria del Pd. "La parità di genere in Italia ancora non c'è, nemmeno nella cultura. L'attore americano? Sembrava Bonaccini senza occhiali". E ci dice: "Tifo Mannoia, BigMama ed Emma"

“Sanremo è quella cosa in Italia di cui non se ne può fare a meno e che alla fine seguono tutti, anche solo per parlarne male”.

Vuole dire come il suo Pd, segretaria Elly Schlein?

Risata: “Esatto, come il Pd”.

Cosa ha pensato quando ha visto Travolta alle prese con “Il ballo del qua qua” tra Amadeus e Fiorello?

“Che ci avrebbe fatto causa, visto che non ha firmato la liberatoria. E comunque gli mancavano gli occhiali a goccia e poi...”.

E poi?

“Era uguale a Bonaccini”.

Chi vince Sanremo?

“Finora ho ascoltato solo quindici canzoni, perché la sera del debutto ero a Strasburgo e poi in collegamento con Bersani”.

Sì, su La7, non proprio il massimo della connessione sentimentale con il paese.

“Ma appena arrivata in hotel non mi sono nemmeno tolta il cappotto e ho subito acceso computer e tv”.  

L’altro giorno era a Viale Mazzini a manifestare contro TeleMeloni: quando la Rai non viene lottizzata da voi politici è ancora in grado di costruire grande televisione, non trova?

“Sanremo è Sanremo: non si discute”.

La tenuta di Schlein davanti al Festival è frittatona e birra alla Fantozzi?

“Mercoledì ho mangiato gli gnocchi”.

Per chi fa il tifo?

“Fiorella Mannoia, carisma ed emozione straordinari con un pezzo forte”.

Poi?

“Mi ha fatto piacere il ritorno dei Negramaro, ottimo anche il pezzo di Loredana Bertè. E poi certo: Emma e BigMama”.

Ha dedicato il pezzo della cantante queer a Meloni: La rabbia non ti basta.

“Solo per il titolo, eh”.

Giorgia – la cantante e non Meloni – ha detto: basta distinzioni di genere, uomo donna, deve vincere una bella canzone. E’ d’accordo?

“Stimo Giorgia. Capisco bene ciò a cui aspira. Tuttavia da un punto di vista femminista ci sono ostacoli da superare prima di raggiungere quella parità di genere che in Italia non c’è. E che riguardano le discriminazioni che le donne vivono in tutte le sfere. Compresa quella culturale. Penso alle pochissime donne rettrici negli atenei”. 

Dunque speriamo che sabato sia femmina?

“La parità di genere ancora non c’è”.

Fermi un attimo. Questa versione di “mixed by Elly” va raccontata. In questa intervista al Foglio, l’inafferrabile segretaria del Pd dimostra una dimestichezza con la materia abbastanza impressionante. Altro che correnti e mozioni. Schlein afferma l’egemonia della sinistra sul nazional popolare italiano. C’è un retroscena. Dal 2009 sulla sua pagina Facebook si diverte a fare l’amministratrice di un gruppo, “TotoSanremo”, dove si commenta tutta la kermesse. Materia che l’accende e l’illumina, che la fa ridere ed essere irriverente. Spigliata, spregiudicata e soprattutto dritta nelle affermazioni.

Segretaria, ci voleva il Festival?

“Ho creato questo divertimento su Facebook nel 2009: ero molto triste perché da pochissimo era morto mio nonno”.

E cioè Agostino Viviani, avvocato socialista, grande garantista della Prima repubblica, chiamato nel ‘94 da Silvio Berlusconi per la nascita di Forza Italia.

“Insomma, ancora me lo ricordo: erano serate lunghe e tristi e così mi inventai questo gruppo per commentare in maniera scanzonata la manifestazione. Con il tempo è diventato un rito. Con una comunità eterogenea: dai miei compagni di scuola agli amici del partito, e non solo. Ho deciso di continuare anche quest’anno, nonostante il ruolo politico. L’ultima discussione ha già 1.500 commenti. Certo ho chiesto ai follower di moderare i termini, questo sì”.


Ritorniamo sulle notizie è scoppiato un bel caso su Travolta, al di là della performance discutibile a cui è stato costretto. Antitrust e Agcom sono già in azione. Come si schiera?

“La destra nonostante abbia occupato militarmente la Rai, come abbiamo denunciato nel presidio di mercoledì, non ha perso l’abitudine di attaccare Sanremo. Se ci son state violazioni del contratto con pubblicità occulta andrà verificato, ma loro si dimenticano che stanno al governo quindi se la prendono con se stessi e coi dirigenti che hanno nominato”.

Al Pd servirebbe un Festival 365 giorni all’anno! Ora, senza scomodare l’armocromista, dobbiamo parlare di look: chi promuove?

“L’outfit di BigMama è molto bello. Poi mi ha colpito quello di Annalisa, semplice ma efficace. E poi certo Dargen con gli orsetti sul vestito: di lui ho condiviso anche il messaggio che ha lanciato dal palco”.

Il cessate il fuoco a Gaza, anche se nella seconda serata ha fatto una parziale marcia indietro.

“No, nella sostanza ha ribadito lo stesso concetto sulla guerra che condivido”.

In attesa di cantarle alla minoranza che trama contro di lei sta si sta allenando davanti alla tv?

“L’altra sera ho cantato “Mare fuori” a squarciagola e in napoletano. Può immaginare il risultato”.

Segretaria chi vince Sanremo va all’Eurovision. E lei quando annuncia il suo di Eurovision, cioè la candidatura alle europee?

“Di questo parliamo un’altra volta. Intanto godiamoci il Festival, no?”.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.