Il caso

Tutti sui trattori: dal governo ad Amadeus. Meloni pronta a un segnale sull'Irpef

Simone Canettieri

La Lega spinge, Fratelli d'Italia apre: possibile intervento sul Milleprororoghe. Il Viminale segue la protesta alle porte di Roma senza ansie. E gli agricoltori saliranno sul palco dell'Ariston

Si prenotano per il palco dell’Ariston, e sono subito tappeti rossi. Minacciano “passeggiate” lungo i Fori imperiali: avanti c’è posto. Da Tokyo, poi, Giorgia Meloni si dice pronta ad ascoltarli e magari a riceverli giovedì – la premier debuttò proprio a Milano davanti alla Coldiretti – nel giorno della autoproclamata, e non inedita, “Marcia su Roma”. Sono monitorati, ma per nulla osteggiati dal Viminale, nonostante i blocchi e i disagi. Anche Matteo Salvini è “solidale con loro” indicando il nemico, come sempre, a Bruxelles. E il leghista Gian Marco Centinaio: “Li aspetto in Senato”. Così prende forma la maggioranza cingolata, pronta a tutto, pur di non darsi la zappa sui piedi in vista delle elezioni europee. Anche la richiesta sull’Irpef, dopo il ‘no’ iniziale, potrebbe essere esaudita.  


Il tutto attraverso il decreto Milleproroghe, da sempre diligenza assaltata dai partiti per le esigenze di casta, più terra terra che ci siano. L’operazione Irpef costa 120 milioni di euro e dal ministero dell’Economia scuotono la testa. Tuttavia Fratelli d’Italia, partito della razza padrona dalle scarpe grosse e il cervello fino, ha capito che ormai gira così e al mondo agricolo in rivolta non si può dire di no. D’altronde la parola d’ordine di Palazzo Chigi: hanno ragione loro, non abbiamo colpe noi. Sempre Centinaio, che fu ministro dell’Agricoltura ai tempi gialloverdi e anche sottosegretario draghiano, adesso pizzica FdI: “È stato un errore abolire l’esenzione dell’Irpef agricola. La Lega ha presentato un emendamento alla Camera per reintrodurla”. Aria di competizione interna? 


Ecco allora il capogruppo meloniano Tommaso Foti, che non parla mai a titolo strettamente parlamentare, ricordare che “il ministro Lollobrigida ha sempre manifestato il proprio assenso alla proroga dell’esenzione dell’Irpef agricola, se dal ministero dell’Economia e Finanze verranno rese disponibili ulteriori risorse da utilizzare, al riguardo”. Così come per ogni altra forma di sostegno “ad un comparto per noi fondamentale come quello agricolo”. Si allineano i pianeti perché l’ordine della maggioranza è: andiamo a comandare con il trattore in tangenziale. 


“Ore 11”, che è il mattinale e verbo del melonismo per stampa, radio e tv verga a proposito il seguente ordine di scuderia: “Il governo Meloni ha messo a disposizione degli agricoltori 800 milioni per l’acquisto di macchine agricole, 300 milioni per le imprese in difficoltà e aumentato da 5 a 8 miliardi i fondi del Pnrr a disposizione del comparto agricolo”. Dunque le marce e le mucche Ercoline non ce l’hanno con i patrioti, ma con gli altri. “Non a caso le contestazioni in Italia sono rivolte alle iniziative assunte a livello europeo, su impulso delle sinistre e dei verdi”, è lo “spunto” del dispaccio partorito dalle parti del sottosegretario Fazzolari.  


Il Viminale, che usa il bastone con Ultima generazione e la carota con gli agricoltori, dice che è tutto sotto controllo e che al momento Roma non rischia di essere arata. Anzi con un po’ di ottimismo si può sperare che tutto rientri. Fino a lunedì sera la fotografia scattata dal ministero dell’Interno era la seguente: in via Formellese sud Km. 3, località Formello,  presenti 10 trattori e 10 persone; in un terreno privato sulla Nomentana sono presenti circa 15 trattori e circa 30 agricoltori provenienti dall’Abruzzo; in un’area verde nelle immediate adiacenze dell’Aurelia (altezza km 29,7), sono presenti 26 trattori e 50 persone; in zona Valmontone, alla via della Pace, sono presenti 10 trattori e 15 persone. Dunque tutto sotto controllo, non si parla di zone rosse o di poliziotti in tenuta antisommossa. Anche se Danilo Calvani, già leader del movimento dei Forconi, nel pomeriggio, spiegava all’agenzia Adnkronos che da giovedì partirà l’accerchiamento dell’Urbe – che ne ha già viste tante senza colpo ferire – con “migliaia” di mezzi previsti. “La verità è che in questa grande protesta è confluita la rabbia di ogni cittadino italiano”.

E se Calvani è a capo del Comitato degli agricoltori traditi, la cui sigla è Cra, la galassia è vasta ma non è una babele. Dagli ex forconi a “Riscatto agricolo” passando per vecchie conoscenze di estrema destra e dei movimenti antisistema tutto torna uguale, manca forse solo un generale alla testa dei trattori. Il microfono, che diventerà megafono arcitaliano, è già stato piazzato sul palco dell’Ariston. Lo ha detto Amadeus in conferenza stampa: “Se vengono li accolgo: la loro protesta è giusta perché difende il diritto al lavoro”. Basterà aspettare questa sera o al massimo quella di domani. E sarà subito “La terra dei cachi”.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.