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Le dimissioni di Sgarbi. Il video

Si dimette "per evitare il conflitto di interesse, che sarebbe nella stessa conferenza che sto facendo, secondo l'avviso dell'Antitrust... Io non potrei parlare d'arte, non potrei occuparmi d'arte. Annuncio le mie dimissioni da sotosegretario di stato alla Cultura. Da questo momento voglio essere solo Vittorio Sgarbi". Così il critico ha annunciato le sue dimissioni, "con effetto immediato" durante l'evento "La ripartenza", organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano. "Lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni", aggiunge.

Sgarbi è risultato indagato qualche settimana fa. Erano state perquisite le sue case e gli era stato sequestrato un quadro, attribuito al pittore del 1600 Rutilio Manetti, trovato nei magazzini della sua fondazione a Ferrara. L'accusa sarebbe quella di aver mostrato come proprio quel quadro, che avrebbe invece rubato e ritoccato. Durante l'evento Sgarbi ha parlato della sua reazione avuta di fronte ai giornalisti di Report che gli chiedevano del dipinto, ai quali ha gridato insulti e frasi oscene. "Mi scuso di avere pensato il mio augurio di morte", ha detto il sottosegretario. "Ma non ho rilasciato nessuna intervista: quelle erano immagini rubate. E uno nel suo privato può dire quello che vuole". In conclusione, Sgarbi ha detto: "Non rifarei l’intervista anche perché non l’ho fatta. E comunque il giornalista non morirà per questo".

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