Salvini a Bari nel 2017 (LaPresse)

Verso le Regionali

Gianfranco Rotondi: "Salvini è fiaccato, al Sud vincerà Meloni"

Marianna Rizzini e Gabriele De Campis

La Lega che sognava il partito meridionale cerca la rimonta (impossibile?) in Puglia, dove si profila il duello intestino tra Casanova e De Blasi. In Basilicata si pensa a un possibile "asso nella manica". Intanto il leader della Lega vola in Sardegna

“Pronti dieci miliardi di investimenti per la Sardegna tra ferrovie, strade e infrastrutture”, promette Matteo Salvini – caschetto da operaio in testa – alla sua prima trasferta post-natalizia nella città, Cagliari, dove anche il centrodestra, dopo il centrosinistra, si prepara non senza patemi alle regionali del 25 febbraio. “Noi riconfermiamo Christian Solinas”, dice Salvini, garantendo comunque “l’ascolto” degli alleati e un nome entro la fine dell’anno: “Non impongo nulla, rappresento una forza autonomista, nessuna scelta in Sardegna sarà imposta da Roma”, è la frase-ritornello. Fatto sta che Salvini invierà in loco il vicesegretario nazionale della Lega Andrea Crippa, per preparare le liste e affiancare il coordinatore regionale Michele Pais. E se l’isola può dare qualche cruccio, il continente, a sud, rappresenta per Salvini la terra promessa che si tramuta in crudele miraggio: più ti avvicini, più  sfugge. Soltanto tre anni fa, infatti, nel 2018, il meridione pareva pronto a farsi stregare. Invece, già nel 2020, in Campania, Salvini aveva faticato non poco. Per non dire del 2022, tra consiglieri regionali qualificati ma pro condono edilizio (Severino Nappi) e rivalità interne, peraltro amplificate nella Lega versione siciliana. Ci si chiede se ci sia ancora, la Lega, al Sud.

 

“La Lega si è insediata al Sud sulla base di un presupposto, il partito nazionale di Salvini e la sua leadership del centrodestra”, dice Gianfranco Rotondi, democristiano storico, ex ministro nel Berlusconi IV e ora deputato di Fratelli d’Italia. Uno che il Sud lo conosce bene: “Il Mezzogiorno ha incoraggiato la svolta nazionale della Lega”, dice Rotondi, “ma soprattutto si è agganciato a una leadership che prometteva di ereditare quella di Berlusconi. Quest’ultima condizione non si è verificata perché la leadership di Salvini è durata tra le elezioni del 2018 e quelle del 2022, a cui il capo della Lega è giunto fiaccato da una legislatura che lo aveva visto su tre posizioni diverse rispetto a tre governi diversi”. Il risultato è stato, anche al Sud, l’incoronazione di Giorgia Meloni alla guida del centrodestra. Le Europee codificheranno questa condizione con numeri ancor più netti delle elezioni politiche”, è l’epitaffio di Rotondi sul sogno sfumato della Lega meridionale.

 

Salvini intanto cerca sollievo altrove, cioè in Puglia. E anche se il vessillo di Alberto da Giussano è mezzo-ammainato, i proconsoli salviniani sperano di ottenere nella regione un risultato che limiti i danni. Qui, infatti, nel 2019 la Lega ottenne un sorprendente (e irripetibile) 25,1 per cento, con oltre quattrocentomila voti e due eletti: Andrea Caroppo (ora deputato forzista) e “mister Papeete”, l’imprenditore Massimo Casanova. Quest’ultimo —  che nel Gargano ha, a Lesina, una “maison” dove ha ospitato in passato il vicepremier — anche questa volta dovrà vincere un derby regionale: il partito candiderà una personalità fortemente radicata nel territorio salentino, il consigliere regionale Gianfranco De Blasi. Insomma, l’eventuale seggio della circoscrizione Sud sarà oggetto di una bella contesa, sempre con Casanova come protagonista.

 

Stante il probabile boom di FdI, per puntellare il raccolto elettorale (il simbolo del Carroccio è quasi sempre stato sostituito nei municipi dalla lista d’area “Prima” affiancata dal nome della città al voto), il segretario regionale Roberto Marti spera di ottenere anche una candidatura-simbolo in un comune capoluogo tra Bari e Lecce. I leader di centrodestra spiegano che non selezioneranno candidati “con la regola delle bandierine”.

 

Approfittando dello stallo nella coalizione, la Lega pensa per Lecce a Ugo Lisi, ex deputato An-Pdl, attuale cda del Secolo d’Italia, che si gioca la nomination con l’eterna Adriana Poli Bortone e con il consigliere regionale civico Paolo Pagliaro. Per Bari, invece, scalpita il consigliere regionale Fabio Romito (in seconda battuta, il deputato Davide Bellomo). Romito in questi giorni ha organizzato una festa di auguri con il gotha del Carroccio locale, compreso Nuccio Altieri (cda Leonardo). Ultimo fronte: la Lega mobiliterà anche il mondo dei balneari con il deputato Toti Di Mattina, proprietario di una popolare spiaggia a Gallipoli. Una strategia dell’attendismo con avamposti. Che ha un’appendice anche in Basilicata dove, a fronte di una sinistra che sogna di candidare l’imprenditore cattolico Angelo Chiorazzo, i salviniani pensano a un loro possibile asso, l’ex senatore Pasquale Pepe.

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