Il caso

Tv, social, maquillage e temi: il movimento Ellyttico di Schlein per la fase 2 del Pd

Simone Canettieri

La nuova strategia della segretaria del Pd per puntare alla polarizzazione con Meloni. E la sorella diplomatica scherza: "Ma chi glielo fa fare?"

 “Ma chi glielo farà fare? Ultimamente poi è sempre in giro. E di sicuro noi non la vediamo più. Anzi, per fortuna che abbiamo istituzionalizzato su Zoom un incontro settimanale con nostro fratello, Benjamin, e i nipotini”. A parlare è un’altra sorella d’Italia, anzi di Grecia: non si chiama Arianna (Meloni), ma Susanna (Schlein). Qualche sera fa, ad Atene, durante una cena dedicata alla cucina italiana nel mondo organizzata in ambasciata, la diplomatica si è lasciata andare  a qualche affettuosa considerazione sulla vita della sorella minore nonché segretaria del Pd. Susanna Schlein –  la cui auto è stata incendiata dagli anarchici lo scorso dicembre – non volendolo o forse sì ha centrato benissimo la nuova fase di Elly. Se sarà quella dell’accelerazione (la classica e giornalesca fase 2) o un fuoco fatuo (un’estate di san Martino)  è da capire. Però, come raccontano al Nazareno, dalla manifestazione di piazza del Popolo qualcosa è cambiato: è il movimento ellyttico.
Dal 29 ottobre a oggi la segretaria che non amava le conferenza stampa e che annunciò la segreteria su Instagram la si trova ovunque. Diluita a grandi e piccole dosi su radio, tv, giornali, siti. E’ stata ospite di Fabio Fazio su Nove, di “Radio Anch’io” su Radio1, di “In Onda” su La7, di Fanpage, di “Di Martedì” su La7, di “Piazzapulita” su La7, di Radio24 e domenica scorsa di “In mezz’ora” su Rai3. Le hanno detto di parlare più lentamente, perché altrimenti il suo messaggio era confuso. E si notano miglioramenti. Le hanno spiegato di gesticolare un po’ davanti alle telecamere, e ci sta lavorando. Sembra avere anche un nuovo maquillage.  Di sicuro rispetto al passato c’è una sovraesposizione della segretaria del Pd: non a caso alle redazioni dei tg Rai da un po’ di tempo sta arrivando la richiesta di mandare nei pastoni “sempre e solo Elly”. A discapito del resto della compagnia dem. Chi le sta intorno e le suggerisce piccoli e grandi accorgimenti – si sono rifatti vivi anche alcuni comunicatori delle vecchie ere del Pd – è convinto che la polarizzazione con Giorgia Meloni non solo sia possibile, ma scontata. La cerca la premier, non la disdegna la segretaria del Pd, anche quando rifiuta l’invito alla festa dei patrioti di Atreju. Se la comunicazione è l’ancella della politica e non viceversa, come auspicano le teste d’uovo del Pd, i dati iniziano a essere incoraggianti. Dispacci dalla Silicon Valley democratica: “La copertura della pagina Facebook del Pd, negli ultimi 90 giorni, è stata di 2,8 milioni di persone raggiunte e 220 mila interazioni: il 13 per cento in più rispetto al periodo precedente. Su Instagram, con 1,8 milioni di persone raggiunte e 532 mila interazioni, la crescita è stata addirittura del 44 per cento. E su X (l’ex Twitter) raggiungiamo 5,3 milioni di persone”. Social network pieni e urne così così? Dopo sette mesi di sondaggi inchiodati al 20 per cento qualcosina sembra muoversi. Schlein appena eletta ai gazebo ha usufruito come i suoi predecessori vittoriosi alle primarie,  tipo Nicola Zingaretti, di un rimbalzo di sette-sei punti. Passando dal 14 al 20, poi però si è fermata per tantissime settimane. Secondo l’ultimo sondaggio Winpoll che gira in queste ore nelle stanze del palazzone coabitato dai padri scolopi e presto anche da un hotel finalmente la segretaria avrebbe rosicchiato un punto tondo percentuale: arrivando così finalmente al 21 per cento. Tutte queste suggestioni condite da una pax interna al Pd (partito distrutto e ricostruito sulle proprie ceneri più volte della città di Troia) fanno sì che la segretaria continui ad accarezzare sempre di più l’idea di candidarsi capolista in tutte le circoscrizioni alle prossime elezioni europee. Magari come risposta a Giorgia Meloni che potrebbe fare altrettanto. Un tango, si è detto nei giorni scorsi, destinato a continuare fino all’ultimo giorno utile per decidere.  Intorno a tutto questo movimento ellyttico c’è la proposta politica. Oggi promette battaglia in Aula durante le comunicazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani per l’accordo sui migranti con l’Albania (“va ratificato dal Parlamento”).

Domani in direzione presenterà la contromanovra del Partito democratico, tradizionale mossa che rientra nell’antologia dei governi ombra targati Pd. Sull’allarme femminicidi, che domina l’agenda italiana in questi giorni, è pronta a collaborare insieme a Meloni, come accaduto alla Camera per modificare la legge sulla violenza di genere. Il resto dei problemi – dal rapporto con gli alleati alla gestione  impossibile di Vincenzo De Luca in Campania – possono aspettare. Adesso Schlein insegue la fase 2, sperando che questo novembre non sia la sua estate di San Martino.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.