Legge di Bilancio

Pecetta d'Italia. Sanatorie, stabilizzazioni e altri emendamenti. Il dl Anticipi è il dl Lourdes

Carmelo Caruso

Contratti a tempo determinato passano a indeterminato, da una soprintendenza se ne fanno due. Nel dl collegato alla manovra ecco tutte le fantasie che farebbero esplodere il bilancio. E Conte annuncia 1000 emendamenti

Sembra un ordine monastico: sono  i pecettanti. Al posto del rosario hanno l’emendamento (la pecetta)  al posto del saio,  l’abito da senatore. I più attivi sono i parlamentari di FdI. L’abate è da sempre il senatore di FI, Claudio Lotito, che vuole separare in due la soprintendenza di Barletta (una a Foggia e l’altra a Barletta) con la pecetta 16.0.9. Tra poche ore scade il termine per presentare gli emendamenti alla legge di Bilancio (Conte ne ha annunciati già mille). Il vero serbatoio di miracoli è però un altro. E’ il dl collegato alla manovra, il dl Anticipi, il dl Lourdes. I dipendenti a tempo determinato del Molise passano  a tempo indeterminato. Con la pecetta 10.0.8 si nomina con urgenza un commissario straordinario per l’Autostrada del Mediterraneo, Cosenza-Altilia, e la sapienza sta tutta nel lessico. Al commissario non spettano compensi, ma solo “in un primo momento”.  Lo dice la stessa parola, “emendamento”, anche detto pecetta, cerotto o striscia di carta. Si rabbercia. In queste ore si applica una “pecetta” alla manovra per tutelare le pensioni dei medici ed evitare  il loro sciopero. Ma la spesa? Se queste pecette non venissero stralciate si rischia  l’Italiarotta.


I pecettanti titolari sono tre e sono i relatori di maggioranza che siedono in commissione Bilancio al Senato. Il più cercato è Guido Quintino Liris di FdI, l’altro è lo strepitoso Dario Damiani di FI, uno che pecetterebbe tutta la Divina Commedia. Per la Lega se ne occupa la senatrice Elena Testor. I tre relatori raccolgono le proposte di modifica dei partiti e le girano al Mef, il Mef dice sì o no di concerto con la presidenza della commissione Bilancio. Questo per quanto riguarda la manovra. Discorso a parte è il dl Anticipi. Ha 23 articoli ed è un’orgia di spesa. Gli emendamenti sono così numerosi che sono ancora esaminati in commissione. Alcuni sono già stati ritirati, altri sono già stati definiti improponibili. Mentre scriviamo il presidente della commissione Bilancio, il senatore di FdI, Calandrini, è probabile che stia cancellando un emendamento come questo. E’ il numero 3.0.12. E’ a firma di Liris e Matera e prevede che i segretari comunali (che hanno ottenuto incarichi dirigenziali di almeno tre anni) vengano inquadrati dirigenti nell’amministrazione che ha conferito l’incarico. E’ stato definito improponibile e non è un giudizio politico. In commissione Bilancio improponibile significa che quella pecetta è tecnicamente inammissibile.

 

Quando tutte le pecette sono state depositate quella che è subito balzata all’occhio è stata la numero 11.0.4. E’ un contributo in “favore del progetto traduzione Talmud babilonese”. E’ a firma Lotito-Ronzulli. Quasi due milioni di euro. Anche questa improponibile. Sono le pecette che fanno sorridere, quelle che fanno titolo. Un’altra (e questa fa almeno cassa anziché spesa) è sempre del relatore Liris, gentilissimo, che fermiamo al Senato e a cui chiediamo: “Senatore, ma ci spiega come le è venuto in mente di tassare le cartine delle sigarette”? E’ l’emendamento 6.0.11. La fascia esterna del tabacco viene infatti sottoposta a disciplina di tabacco lavorato. Liris si scusa ma deve andare in Commissione. La pecetta Barletta (ed è più di una) è un’altra pecetta che fa titolo. Il solito Lotito non solo vuole separare le due soprintendenze, farne una a Foggia e un’altra a Barletta. Sempre a Barletta, città che evidentemente ama, vuole destinare un milione per ripristinare il velodromo. In realtà le pecette più onerose sono quelle che stabilizzano i precari della Pa. La pecetta 9.51, a firma ancora Liris, fa passare da tempo determinato a tempo indeterminato chi ha lavorato presso la Protezione Civile del Molise. Chi non desidera un contratto vero nella Pa? Ma non è forse così che la Pa si è ingigantita fino a esplodere? Questi emendamenti hanno tutti la stesa dicitura: “Rafforzamenti della capacità amministrativa”. E’ il caso dell’emendamento 9.0.30. E’ a firma Tajani. Fa sì che i lavoratori degli enti territoriali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sardegna vengano “stabilizzati”. Un’altra pecetta, che non può che stare a cuore a un amante del tiro a segno, come il sottosegretario Fazzolari, è l’emendamento 16.14. E’ a firma Zedda, Liris e fa transitare i dipendenti dell’Unione tiro a segno alla società Sport e Salute.

 

Un’altra improponibile, e non lo diciamo noi, ma la commissione Bilancio, è la pecetta 4.0.4. E’ di Fdi (Gelmetti, Menunni, Liris) e fa in modo che lo stato legittimo dell’immobile, costruito prima del 1977, coincida con l’ultimo stato dei luoghi accertato. Un altro emendamento sorriso è il 10.0.22. Vale 2 milioni e mezzo di euro e serve a incrementare il programma “patenti per giovani autotrasportatori”. E’ sempre a firma di FdI come lo è il numero 10.0.15 ovvero “disposizioni finanziarie per la continuità dei commissari straordinari per la realizzazione del corridoi intermodali Roma-Latina,  Cisterna Valmontone”. Ci si augura che il collegamento intermodale sia più breve di questo giro di parole per dire che il commissario straordinario ha ancora la sua dote finanziaria. E’ pecetta d’Italia. Qui è il cerotto che fa la storia.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio