(foto LaPresse)

Carne sintetica

Il podere di Lollobrigida. FdI aggiunge in un emendamento 2 milioni per il suo staff

Carmelo Caruso

Approvato il suo ddl sulla carne sintetica, abbraccia Il presidente di Coldiretti (che spintona Della Vedova). Al Senato presentata una pecetta per aumentare la dote finanziaria del suo ministero

Francesco Lollobrigida ha ragione: in Italia è “cambiato qualcosa”. Un ministro, un parlamentare, abbraccia chi ha appena spintonato un altro parlamentare. Il ministro è lui, Lollobrigida, e lo spintonatore è Ettore Prandini, il presidente della Coldiretti. All’ora di pranzo, sotto Palazzo Chigi, Prandini aggredisce Benedetto Della Vedova di +Europa. Gli dà del “delinquente”, del “buffone”. La colpa di Della Vedova è aver votato contro il ddl di governo che vieta la carne sintetica, una carne che nessuno in Europa ha prodotto. Il ministro, dopo lo spintone, con il suo codazzo, raggiunge Prandini, e ci comizia insieme da caro amico. A Strapaese, il podere di Lollobrigida, si fa così. Al Senato si lavora intanto per farlo felice. FdI ha presentato un emendamento al dl Anticipi, il dl collegato alla manovra. Vengono aumentati di due milioni di euro le risorse per gli uffici di diretta collaborazione del ministro   Patria, mestolo e divieti.

 

 

Che paese diventa  un paese dove un ministro anziché solidarizzare con un parlamentare spintonato solidarizza con lo spintonatore? Erano le 14 quando Della Vedova e Magi sono scesi in piazza a fare il loro mestiere di parlamentari d’opposizione. Hanno sollevato dei manifesti con su scritto “Coltivare l’ignoranza”. Poche ore prima, alla Camera, si era votato il ddl, a firma Lollobrigida, contro la carne sintetica. +Europa è stata battuta perché la maggioranza ha votato a favore, compatta. Il grosso di Pd e il Terzo Polo si è astenuto. Solo il M5s ha votato contro il ddl. Coldiretti per fare sentire  il suo amore al ministro, di mattina, arriva in massa e tutta vestita di giallo. Bandiere, palloncini. Sembra di stare nel cartoon Minions. Manifestano pacificamente almeno fino a che Prandini vede Della Vedova e lo “affronta”.  Le immagini, i video, sono chiari. Che significa, come dice Lollobrigida, che “per me non è difficile condannare qualsiasi episodio di violenza verbale e fisica. Sarà la magistratura a decidere che cosa sia avvenuto e quali responsabilità attribuire. Non spetta e me farlo”. Lo diceva accanto a Prandini e girava la testa a sentirlo. Il ministro e il suo codazzo erano sotto sbornia da vittoria. Accanto a Lollobrigida c’era la sua corrente turistica. Manlio Messina, il vicecapogruppo FdI, lo scortava con i suoi Ray-Ban. Poco lontano lo seguiva Paolo Trancassini che gli indicava la strada per farsi riprendere meglio dagli operatori: “Da qui, Lollo. Da qui”. L’unico che faceva la sua parte con dignità   era quel buon uomo di Tommaso Foti, Foti dry. Stava zitto. Che bisogno c’era di andare, dopo quella rozzezza, a festeggiare insieme a Prandini? E ancora, che bisogno c’era di tenere il telefono  e registrare, per conto del ministro, l’audio delle sue parole? In FdI temono la “manipolazione” e che i giornalisti, quelli che scrivono, sorridendo, chissà cosa si inventeranno oggi sul ministro Strapaese. Nessuno ce l’ha con Lollobrigida. Purtroppo hanno fatto tutto loro e sono riusciti a coprire perfino il successo, vero, che hanno ottenuto. Prima della Prandinata, Lollobrigida con il suo ddl  aveva infatti mandato in cortocircuito l’opposizione. Molti deputati del Pd, uno su tutti, Enzo Amendola, hanno votato in dissenso con il gruppo. Non si  fa fatica a scrivere che il Lollobrigida che sbertucciava il Pd dell’ex segretario Maurizio Martina o dei sindaci che, spiegava in Aula, gli hanno chiesto, con petizioni, di legiferare contro la carne sintetica, quello sì che era efficace. Peccato che ci sia l’altro. E’ il Lollobrigida “filodiretto” con Prandini e Vincenzo Gesmundo. Uno è il presidente e l’altro è il segretario generale di Coldiretti. Il segretario generale conta più dello spintonatore. Coldiretti ha un milione e mezzo di associati. Non è un caso che la prima uscita di Giorgia Meloni, da premier, sia stata a Milano, da Coldiretti. Quanto conta Coldiretti per Lollobrigida? Conta tanto se è vero che questa estate, per mettere pace dentro l’associazione, Lollobrigida ha chiamato come capo di gabinetto Raffaele Borriello. Era il capo delle relazioni istituzionali di Coldiretti. Ha un cv importante e dicono che fosse entrato in frizione con Gesmundo. Si era aperta una ferita e ci ha pensato Lollobrigida a sanarla. Il primo capo di gabinetto di Lollobrigida, Giacomo Aiello, lascia e torna all’Avvocatura dello Stato. Il suo posto lo prende appunto Borriello, con la benedizione di Prandini, lo spintonatore, che non può rompere il sodalizio con Gesmundo, ma nello stesso tempo neppure con Borriello. Un ex capo delle relazioni istituzionali di Coldiretti non è un capo di gabinetto. Boriello ci ha rimesso economicamente, altri dicono che voglia, e giustamente, una squadra di valore. A soccorrerlo c’è al momento un emendamento a firma De Carlo, Liris, Mennuni, Gelmetti, tutti senatori di FdI. E’ il numero 17.0.41 ed è inserito nel dl Anticipi, il dl collegato alla manovra. Ecco le tre righe della “pecetta” d’Italia: “Le risorse destinate agli uffici di diretta collaborazione del Ministero dell’Agricoltura e delle foreste sono incrementate di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024”. Ma non si era detto niente emendamenti onerosi? E’ probabile che l’emendamento venga cassato. Di sicuro c’è che è stato presentato. Uno dei concetti che ripete spesso Lollobrigida, e per cui viene ingiustamente irriso, è che in Italia si mangia bene con poco. Non si capisce allora perché aumentare di tanto i salari dei suoi chef. Qui, Della Vedova non c’entra nulla. E’ logica. Se si è contro la carne sintetica non si può che essere contro l’emendamento abbuffata.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio