L'intervista

Edi Rama: "Nel Pd sono pazzi e senza ricette sui migranti. La sinistra è la garanzia di Meloni"

Simone Canettieri

"I dem non sanno fare opposizione: Giorgia può cadere solo per problemi interni. Dell'accordo con la premier è stata avvisata anche Ursula von der Leyen". Intervista al premier albanese

Edi Rama non è Fred Bongusto: il suo amore non è a Malaga, dove il Pd cerca di fare breccia nel Pse per espellerlo dalla famiglia dei socialisti europei. Il presidente albanese si trova a Parigi. “Ho preferito partecipare alla conferenza di pace sul medio oriente”, dice al Foglio, con il solito perfetto italiano. Sono quasi le dodici e la notizia della sua possibile cacciata lo turba, non tanto nel metodo ma nel merito della faccenda: per il Nazareno è accusato di intelligenza con il nemico per via dell’accordo sui migranti stipulato con Giorgia Meloni: “La sinistra italiana è qualcosa di incredibile: dice le stesse cose della destra in Albania e non a caso fanno la politica di quelli che non vincono mai. Il Pd è un partito perso: sono pazzi”.

Il Pd dice che lei non rispetta la linea dei socialisti sull’immigrazione e per questo va messo alla porta dal Pse. “Allora, a me non risulta così: ho parlato con loro, sono amareggiati ma non hanno intenzione di presentare nulla contro di me. Sarebbero ridicoli e oltretutto le procedure di espulsione non funzionano così. Non esiste. Forse sarebbe meglio aspettare. Forse faranno una smentita o si spiegheranno meglio. E’ tutto surreale”. Ha parlato con Elly Schlein? “No, non la conosco. Ho pochi contatti nel Pd, questo sì. Ma questa storia fa ridere”.

Lei è l’amico di Meloni, la leader della destra italiana che siede a Palazzo Chigi: per i dem lei è un traditore.

“Questa cosa mi fa ancora ridere, lo posso dire? Uno aiuta l’Italia e viene trattato così: solo la vostra sinistra è capace di certe reazioni”.

E qui Edi Rama, che è un conoscitore delle cose di casa nostra, entra nella carne viva dell’opposizione. Che cerca, dice, di attaccarsi sempre allo scandalo del giorno senza poi afferrare nulla e soprattutto senza mai incidere nel dibattito.

“Io seguo la politica italiana e l’opposizione non si fa così. Quando ero io all’opposizione, nel mio paese, ho capito che se volevo vincere non dovevo saltare su ogni argomento senza mai arrivare al risultato. Un’opposizione che fa solo questo non riesce poi a funzionare. Il Pd non ha imparato nulla da Giorgia Meloni”.

Allora si vuole fare cacciare, presidente Rama.

“Se si guarda come ha vinto le elezioni Giorgia salta subito all’occhio un dato: quando non governava non stava tutti i giorni a dire questa cosa non è buona, fa tutto schifo. Giorgia ha avuto un percorso diverso ed è stata premiata dagli elettori. E’ come la storia del dottore”.

Questa ci manca: qual è?

“E’ come se tu sei un paziente ricoverato in un letto di ospedale e c’è un dottore che ti dice domani starai ancora più male. E questo si ripete tutte le volte che il dottore ti visita. A quel punto il paziente dice al dottore: ma vai a quel paese, se sai dirmi solo cose negative, cambio dottore”.

D’accordo, ma nel merito dell’accordo sui migranti anche il suo predecessore Berisha è stato molto critico.

“E questo non mi sorprende: è come la sinistra italiana. Ma dove vivono? Ha visto Scholz?”.

Il cancelliere tedesco del Pse, e allora?

“Sta cercando di fare gli stessi accordi di Meloni. Scholz e i tedeschi non sono contrari al nostro memorandum, e sto parlando della Germania. Anche Bruxelles non è contraria”.

Aspetta il documento per entrare nel merito, a dire il vero.

“Mi scusi, ma se avessimo fatto qualcosa di non accettabile pensa che Bruxelles ci avrebbe lasciato in pace? Secondo lei non sarebbero intervenuti per martellarci sulle cose che non andavano bene?”.

Quindi la Commissione, sta dicendo, era a conoscenza di tutto?

“Io e Giorgia abbiamo informato la presidente Ursula von der Leyen”.

Questa è una notizia.

“Per questo le dico che questi della sinistra italiana sono pazzi”, spiega ancora Rama con la naturalezza di chi si sente un incompreso.

“Nessuno in Europa ha una ricetta chiara sull’immigrazione. Tutti vanno avanti per tentativi. Giorgia ci sta provando”.

Questo accordo potrebbe alla fine non risolvere il problema, ma solo delocalizzarlo per un mese perché i migranti in regola poi torneranno in Italia.

“Ok, allora diciamo che questo accordo non va bene, ma cosa funziona? C’è chi alza i muri, chi chiude le frontiere. Guardi la Svezia: ha fatto una politica indiscriminata di accoglienza. Il risultato è che Stoccolma è in preda a gruppi etnici con la gente che si ammazza per strada”. 


Rama si accalora e insiste, non sembra molto interessante all’effetto che produrranno le sue parole.

“Ma la sinistra italiana cosa propone se non la solita litania ‘questo sì e questo no’ che alla fine sfocia nella classica proposta di accogliere tutti. Poi sa cosa succede?”.

Cosa?

“Le manifestazioni per la Palestina con le frange pro Hamas. Incredibile, non crede?”.

Le sue sembrano però delle eccessive semplificazioni. 

Ci consenta la battuta, ma sembra il leader di Fratelli d’Albania. Anzi: se il Pse dovesse espellerla dai Socialisti europei ci penserà Meloni a ospitarla nella famiglia dei Conservatori.

“Io non scherzo, dico sul serio”. Anche noi: lei sta dicendo che la migliore assicurazione per Meloni è l’opposizione del Pd? “Vuole sapere cosa dico spesso a Giorgia”. Certo che sì. “Con queste opposizioni, puoi cadere solo per i tuoi errori. Loro non ti faranno cadere mai”. 


E qui Rama sembra trasformarsi nel celebre anatema di Nanni Moretti, quello di “con questi dirigenti non vinceremo mai”. Però restano i dubbi, e tanti, sull’accordo Roma-Tirana sui migranti. E soprattutto non si capisce, al di là della spinta italiana per far entrare l’Albania nella Ue, cosa ci guadagni il paese balcanico. Ecco, presidente a voi cosa torna in tasca?

“Ancora questa domanda? Anche lei?”. Sì, per forza. “Cosa ci guadagnò l’Italia quando i vigili del fuoco vennero da noi rischiando la vita sotto le macerie del terremoto? Per noi è un rapporto stretto con finalità strategiche, quello con l’Italia. Se l’Albania chiude questa intesa oggi, l’intesa rimarrà agli atti, nella storia. Fa parte dell’investimento su una amicizia. Non è uno scambio. Facemmo altrettanto con i nostri medici quando il suo paese era piegato dal Covid. Non è business”. Andrà al congresso del Pse? “No”.

Il cuore di Edi Rama non è a Malaga, ormai è chiaro.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.