Burocrati immobili e soluzioni

Poste si muove un po’ da azienda e un po’ da circuito aggiuntivo dei servizi pubblici. Grazie al progetto Polis, avviato per portare servizi digitali a chi vive nei piccoli centri, gli uffici postali distribuiranno anche passaporti e carte d’identità, cercando di superare i problemi strutturali diventati negli ultimi mesi oggetto di racconti da incubo

Tra le inefficienze o le banali complicazioni della burocrazia si annidano anche spazi di mercato. Il rilascio del passaporto o della carta d’identità erano diventati negli ultimi mesi oggetto di racconti da incubo e di un’ampia rassegna stampa sul filo dell’indignazione, tra ritardi spaventosi, appuntamenti fissati in un futuro non prossimo, anche un pizzico di crisi della globalizzazione con le voci sull’indisponibilità di parti necessarie per i documenti elettronici dovuta allo stop di alcuni stabilimenti produttivi in Cina. Ben vengano tutti i tentativi di rimediare, anche perché l’altro giochino, quello delle accuse verso questa o quella amministrazione è noioso e infastidisce per il tono sempre fazioso che assume. Poste, in questi spazi, si muove un po’ da azienda e un po’ da circuito aggiuntivo dei servizi pubblici. Grazie al progetto Polis, avviato per portare servizi digitali a chi vive nei piccoli centri, gli uffici postali, come ha rivelato ieri  il condirettore generale Giuseppe Lasco, distribuiranno anche passaporti e carte d’identità, cercando di superare i problemi strutturali segnalati nella citata onda di indignazione collettiva. E’ la prova che l’apertura di un canale distributivo, in più dotato di un buon tasso di efficienza e della reputazione dovuta alla decennale confidenza di molti cittadini, crea domanda e aguzza l’ingegno di chi gestisce l’offerta. . La digitalizzazione della società dà maggiori risultati in termini di efficienza e risparmio quanto più è diffusa. Il lavoro di Poste per raggiungere le parti di popolazione meno attrezzate culturalmente e con minore dotazione infrastrutturale e copertura di rete è rilevante non solo per il valore sociale ma perché fa raggiungere la massa critica di utenti. Ed è un esperimento che ci ricorda quanto il governo debba moltiplicare i suoi sforzi per fare i conti con il più grave dei fardelli italiani: gli  oneri e adempimenti burocratici che obbligano i cittadini e le imprese a sostenere ingenti costi per gestire i rapporti con la Pa. Un costo che a maggio il forum Ambrosetti ha stimato essere intorno a 150 miliardi di euro. Allegerire la pubblica amministrazione decentralizzandola può essere un inizio per rendere lo stato più efficiente. A condizione che lo sgravio di lavoro non sia un viatico per la burocrazia irresponsabile per continuare ad alimentare il proprio immobilismo.

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