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Il caso

Lollobrigida e le Europee: "Potrei candidarmi". E per Meloni si apre il rimpasto

Simone Canettieri

La confessione del ministro (e cognato della presidente del Consiglio) ai dirigenti della Coldiretti. Il ruolo di Arianna Meloni, sempre più presente da quando il titolare dell'Agricoltura sembra uscito dai radar

“Sto valutando di candidarmi alle  elezioni europee: cosa ne pensate?”. Francesco Lollobrigida la settimana scorsa ha fatto questa confessione ad alcuni dirigenti di Coldiretti, sindacato  di casa al ministero della Sovranità alimentare.  Parole che aprono scenari interessanti per il governo, che andrebbe verso un rimpasto, ma anche per le dinamiche della Fiamma magica. E cioè la  catena di potere  casalingo e consanguineo che domina il melonismo. Il Lollo nazionale venti anni fa ha conosciuto Arianna Meloni. La coppia ha due bimbe. Ary è l’influente sorella maggiore di Giorgia, dirigente di primo piano di FdI (si occupa del tesseramento). In questi giorni la si può incrociare alla Camera, visti i lavori di ristrutturazione in corso nella sede del partito in Via della Scrofa. 


Voci di buvette, che durano il tempo di un caffè o una limonata, nei giorni scorsi raccontavano di una possibile candidatura della “sorella madre” a Strasburgo, capolista nella circoscrizione Italia centrale per FdI. Ipotesi suggestiva (alle Europee vota Meloni!) che ha trovato pareri discordanti nel partito, con tutte le tutele del caso: commenti in camera caritatis perché sempre della sorella d’Italia si sta parlando.

Discorso diverso per Lollobrigida, ultimamente meno esposto mediaticamente rispetto agli inizi dell’esecutivo e per alcuni colleghi ministri “meno reattivo sui dossier nevralgici”. Spesso è in missione all’estero. E lunedì, in Spagna, ha avuto anche modo di incontrare Santiago Abascal, leader di Vox che domenica tenterà la presa del potere in tandem con i popolari. Se il ministro sembra ritrarsi dai fari dell’opinione pubblica, ecco Arianna Meloni, raccontata come sempre più centrale, come consigliera e amica della sorella premier. Domenica scorsa l’ha accompagnata nella trasferta di Pompei per l’inaugurazione della nuova corsa di Trenitalia, senza aver paura dei flash curiosi. E se fosse per lei, come un giorno ebbe a confessare, “Giorgia la seguirei anche nelle trasferte più lunghe”. Ovunque. Tra miti e leggende di Palazzo, la “sorella madre” c’è. E dice la sua, calma la “capa”, riceve chi va ascoltato e fa ordine nel caos quotidiano del partito della nazione.


Lollobrigida invece è rimpianto, soprattutto alla Camera dove faceva marciare, e non marcire, la falange di deputati che guidava dall’opposizione. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che lo ha visto crescere e che per lui affrontò fisicamente il segretario di Gianfranco Fini Checchino Proietti rimettendoci il posto di coordinatore regionale, gli riconosce ancora oggi doti di tattica e strategia fuori dalla media. Qualità che non sfuggono alla premier che così potrebbe candidarlo come testa di serie il prossimo giugno nella circoscrizione del centro Italia. Con la possibilità magari di andare a fare il commissario all’Agricoltura se la leader di Conservatori dovesse far parte della maggioranza che verrà. Promoveatur ut amoveatur? E chi lo sa. Di sicuro si aprirebbe, questo sì, un rimpasto. Che magari potrebbe coinvolgere anche altri ministri. Si fanno i nomi dei titolari del Made in Italy, Adolfo Urso, e della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Sui quali i pareri di Palazzo Chigi spesso sono severi. Poi certo, grande come un macigno c’è sempre la faccenda di Daniela Santanchè: mercoledì, salvo cataclismi, la mozione di sfiducia che la riguarda sarà respinta dalla maggioranza (magari con l’aiuto, non fondamentale, del Terzo polo). E però la sopravvivenza della ministra del Turismo rimane appesa al filo delle indagini della Procura: ora si sa che è indagata. Dal governo aspettano il rinvio a giudizio, sempre che prima non emergano particolari novità giudiziarie compromettenti e clamorose.  

Tuttavia lo zoom  è su Lollo e sulla sua tentazione, chissà quanto indotta, di voler cambiare aria. Con un volo di solo andata per cinque anni Fiumicino-Zaventem sarà subito "Euro-Lollo". Tutto può accadere. Anche se alla fine deciderà solo lei, Giorgia. Magari dopo aver ascoltato, come accade sempre più spesso, il parere di Arianna.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.