Il racconto

Con Pier Silvio Berlusconi alla presentazione dei palinsesti Mediaset

Carmelo Caruso

Si porta da casa la schiscetta con le carote. Dice “non farò politica”, ma l’azienda lo paragona al padre. Berlinguer e karaoke sfrenato. E’ già il “partito dell’amore”  

Milano. Pier Silvio Berlusconi vi “ama tutti”. Pier Silvio Berlusconi vi dice “grazie di esistere”, anche se gli tamponate l’auto. Pier Silvio Berlusconi è più a sinistra di Fratoianni: alle serate di gala si porta la schiscetta. Eravamo a Cologno Monzese, alla presentazione dei nuovi palinsesti Mediaset 2023/2024, “grande serata con la stampa, 4 luglio”, e cercavamo Bianca Berlinguer, il colpaccio di Pier Silvio Berlusconi, Pier Silvio Berlingueroni, ma quando abbiamo visto questa scena, perdonateci, tutto è cambiato. Ci è caduta sui pantaloni la pepita di parmigiano invecchiata da 101 mesi, ma pure l’acciuga del mar Cantabrico, pescata con la rete di diamante, e subito dopo il fiore di zucchina, con crema di zucchina trombetta. Parapapapam! Cameriere, ma quella è una schiscetta! Erano tutti insieme, al tavolo. C’era lui, Pier Silvio Berlingueroni, il lucignolo Mario Giordano, il direttore Angel(ucci), Alessandro Sallusti, e poi Alessandro Salem, ad di Mediaset España, olé! C’era tutta la crema pasticcera dei manager Fininvest-Mediaset-Publitalia, i Del Debbio, i Porro, i Nuzzi, nostra signora della televisione commerciale, Gina Nieri, manager di Mediaset, ma anche Gerry Scotti, Fidel Confalonieri, e cosa vi accade? Improvvisamente arriva un uomo, palestrato, con una busta termica. Si avvicina al tavolo di Pier Silvio metallurgico e gli porge il prezioso. Pier Silvio tira fuori dalla borsa termica dei contenitori modello Giostyle, come quelli che, da bambini, tirava fuori nostro zio Gino, buonanima, in canotta, alla Playa di Catania: l’unica differenza è che Pier Silvio Berlingueroni ha gli addominali scolpiti, che piacciono tanto alle donne, mentre lo zio Gino aveva la panza. Ma tanta, tanta. Con una scusa diciamo che dobbiamo andare alla toilette, osserviamo, e ascoltiamo, da vicino Pier Silvio: “Caro Mario (Giordano) vuoi le mie noci proteiche e una lunetta di peperone? Sandro (Sallusti), qui ci sono le carote, prendi”. Alla fine, ma vi giuriamo, alla fine, quando Pier Silvio si è alzato dal tavolo, non ce l’abbiamo fatta: “Presidente, lo dobbiamo fare per la stampa libera e scanzonata, dobbiamo assaggiare il contenuto della sua schiscetta”. E lui: “Prego”. Giordano aveva divorato tutte le carote, come Braccio di Ferro gli spinaci, e ha pure avvisato Pier Silvio: “Se vai in politica, io vengo a fare l’ufficio stampa”. Ma lui non ci va! Lo dice: “Non mi candido”. “Mario, una mandorlina?”.

 


Ci rivolgiamo all’ad della Rai, Roberto Sergio, il generale Patton: “Generale, tu sei l’occidente, ma non c’è partita con Pier Silvio Berlingueroni”. Mediaset è oggi la Nato della televisione. I loro manager sono i caschi blu che vengono a salvare Berlinguer e Merlino. Vi diciamo solo che, signori come sono, a Mediaset, che si chiama in realtà Media for Europe, hanno chiesto ai giornalisti di rispettare un tacito patto: “Venite, mangiate, sorridete, divertitevi, ballate. Cantate. Non lavorate. Domani mattina, belli e riposati, aprite i pc e tornate alla fatica”. Pier Silvio Berlingueroni, la mattina seguente, avrebbe aperto il testamento del babbo, ma questo è un altro discorso, che riguarda piccole cose venali, miliardetti. Quello che conta è la nuova icona Pier Silvio, il miglior segretario che può trovare il Pd, se solo avesse questa intuizione. Ama la scuola pubblica, la consiglia agli amici, si nutre solo di frutta secca. Berlinguer era austero, è vero, ma Pier Silvio Berlingueroni lo è con i soldi, il che vale doppio. Che icona. Ritorniamo al patto: non scrivere. Proponete un tale affare a un giornalista, proponete di non lavorare, e il giornalista, che non ha l’ossessione della chiusura di giornale, dei cavi che non si collegano, della batteria scarica, proponetelo, e lui, il giornalista, già si predispone alla dolcezza. Gnam! Generale Patton, c’è poco da fare: qui se li scelgono con l’aureola a partire dai nomi. Angelo, Pellegrino (Danilo, l’ad di Fininvest) Giordano (come il fiume) e in alto c’è Fedele, il vecio che non è mai vecio, Fidel Confalonieri, el maximo, l’uomo come componeva la trinità insieme a Gianni Letta. Se si mette i calzoni corti vi corre ancora come nella famosa foto delle Bermuda in compagnia del Cavaliere. Lo agganciamo sotto la tensostruttura che collega lo studio di Striscia la Notizia allo studio centrale di Cologno. Gabibbo, ma dove tieni la tuta? Basta dire a Fidel che siamo del Foglio e lui: “Sa, quando io e Giuliano …. Si sieda, si sieda”. Andata! Ferrara, santo patrono degli avventori! Al momento della domanda, quella ufficiale, a Pier Silvio Berlingueroni, la faremo un po’ grossa, ma dato che abbiamo la protezione di Fidel, e la medaglietta di Santo Ferrara, che ci potranno mai fare? A Fidel chiediamo del ratto Berlinguer, lo strappo della conduttrice di Cartabianca alla Rai, il ratto che ci ha spinto fin qui, e che ci fa trovare gomito a gomito con Alberto Brandi, Cesara Buonamici, volto del Tg5, e, all’una di notte, pure con i tre tenori de Il Volo, a cantare “Grande amore” e pure “Oh Happy days” con l’Italian Gospel Choir. La nostra domanda a Fidel: “Gentile Fidel, ma una presenza come Berlinguer non rischia di alterare l’armonia del gruppo?”. E lui, Fidel, che ha capito che siamo dei birbanti, risponde in dialetto milanese: “Nell’ufficialità tutto bene, nell’ufficialità. Se capì?”. Si è capito. Sono le 19 quando fa il suo ingresso Paolo Del Debbio, vero campione Mediaset, uno che la Rai, se potesse, clonerebbe. E’ da anni che la Rai non comprende perché, lui, con due spiccioli, riesca a fare ascolti straordinari e loro, in Rai, dovevano invece ricaricare la botte di Corona. A Mediaset, a Corona, che Pier Silvio dice “non vede l’ora di incontrare”, gli hanno già promesso che la sua canotta sarà sempre una canotta, ma di Dolce e Gabbana. Il guardaroba dell’homo Mediaset sta a metà tra Confindustria e il Twiga di Santanchè. Gli uomini hanno le scarpe lucidate direttamente dagli sciuscià di Porta Venezia, e poi, cravatte Isaia, quelle che ama Pier Silvio Berlingueroni. Le donne di classe, come Nieri, prediligono il rosa di Elsa Schiapparelli, abito a sbuffo. Un filo di trucco, ma senza esagerare. Del Debbio, che della Nieri è stato marito, a sua volta, è stile Del Debbio. Prima che ce lo porti via Giordano, ci spiega il segreto del suo successo: “Mi sento come Ignazio da Loyola. Faccio le vacanze a Lucca, io vengo dal popolo. Io parlo come mi babbo. La trasmissione la faccio con un foglio dove mi vengono elencati i cognomi degli ospiti in collegamento. Per me è tutto spontaneo come se fossi al bar”. Senza saperlo siamo nel girone che conta, quello dei giornalisti economici, degli spettacoli, e siamo trasportati da Milano centro, in Ncc, fino a Pier Silvio land, la vera Garbatella di sinistra a Milano. Silvia Fumarola, di Repubblica, ha lo scoop nel pc, chiuso, e come Mackie Messer, nella Ballata, ha il coltello ma “vedere non lo fa”. Ha intervistato Barbara D’Urso che lamenta un trattamento non signorile da parte di Mediaset, la cacciata senza preavviso. Ma chi? Pier Silvio capace di tale offesa? Lui che è meglio di Pablo Neruda e che ama disperatamente tutti? Ditelo ai quattro mila dipendenti di Pier Silvio Berlingueroni, che sono disposti a saltare il cerchio del fuoco per lui, e vi sentirete replicare: “Pier Silvio non ci ha tolto denaro durante il Covid. Ma hai sentito il suo discorso dopo la morte del padre? Da brividi. Sulla D’Urso non può essere stato lui. Ci sarà qualcosa altro”. Tutti i dipendenti Mediaset tengono sui loro telefonini l’orazione di Pier Silvio come fosse un video di Elodie e, quando sono malinconici, se lo riguardano per darsi forza. Mimano pure il gesto di Pier Silvio Berlingueroni: “Da oggi facciamo switch e torniamo a lavoro”. Sebastiano Lombardi, direttore di Rete 4, la rete che è passata dalla soap Sentieri al Diario di Guerra di Andrea Giambruno (compagno di Giorgia Meloni, giornalista Mediaset e citato per nome cognome nientemeno che da Mauro Crippa, il direttore dell’informazione Mediaset) dice che Pier Silvio “è una forza della natura e che Rete 4 dimostrerà, ancora una volta, che si può fare una rete di campioni”. Ah, giusto, arriva pure, da La 7, Mirta Merlino che prende il posto della D’Urso e il programma lo farà da Roma, ma anche questo, cosa volete che sia! Sono piccoli benefit che si danno ai campioni come agli attaccanti si noleggiano le Lamborghini. Siria Magri, che è condirettrice di Videonews, moglie di Giovanni Toti, ogni volta che ci vede con Del Debbio gli ricorda: “Paolo, sei il più bravo”. Arriva Giordano: “Mario, come te nessuno”. Incede Nicola Porro, con le sue scarpe di camoscio, camoscio della Mauritania, e Magri: “Nicola, sei il nostro vanto”. La Rai ha provato in tutti i modi a prendersi Porro, ma lui nisba. Guadagna, raddoppia, si diverte, ha pure un giornale sul web. E’ la Porro vita, meglio della Dolce. Un giorno, vedrete, ci sarà il programma “Porro’s got talent”. I giovani di Mediaset lo dicono: “Io da grande voglio diventare Nicola Porro”. Passa Giuseppe Brindisi, e sempre Magri: “Giuseppe, sei un incanto”. Sembra di stare nel paradiso del giornalista. Ma Bianca non c’è. Non è venuta. Neppure Merlino. Ma come? Lo chiediamo a Clemente J. Minun, direttore del Tg5 da quindici anni: “Direttore, ma dove sta Bianca?”. Da direttore, ci fa un ripasso: “Oggi Pier Silvio ricorda il padre, si presentano i palinsesti. Con Berlinguer si potrà fare un’ulteriore conferenza. E’ l’abc”. Che pulizia di spiegazione, altro che giornalismo frufru. Attenzione, però, l’orecchio non inganna: “Ma diciamolo francamente, Berlinguer, televisivamente è zero. A questo punto dieci, mille, Lucia Annunziata che è verticale e che piaceva davvero a Silvio”. Abbiamo visto anche chi lo ha detto, ma non lo diremo neppure se Corona ci fa ingollare tutta la sua cantina. Un manager Mediaset sorride: “Operazione straordinaria. Perfetta”. Dalla Rai, dove le Talpe non dormono mai, (“Che si dice, racconta, racconta!”) spiegano che Berlinguer non ha neppure compreso il salto reputazionale che Mediaset, grazie a lei, compie: “Avrebbe potuto chiedere qualsiasi cifra. Perfino due milioni di euro sarebbe poco. Berlinguer è il nuovo biglietto da visita di Pier Silvio in Europa. Mediaset adesso può dire: ‘La vera grande televisione europea siamo noi e da noi ci stanno tutti”. Effusioni, fusioni, sigarette, e Moscato d’Asti. Sallusti parla con Luciano Fontana del Corriere della Sera. E’ Milano editoria. Di nuovo, Siria Magri: “Me li volevano scippare ma i migliori stanno con me. Avete capito?”. Siria Magri vale come allenatore più di Luciano Spaletti e Simone Inzaghi. L’ordine: “Girati, toccalo, guardalo”. E’ Pier Silvio Berlingueroni con la sua cravattina blu e il suo jeans (secondo noi è modello Wrangler) e Silvia Fumarola non la vediamo. Astuto di un astuto, Berlingueroni va a salutare Gianni Barbacetto, firma del Fatto Quotidiano, che scopriamo essere stato collega di Mauro Crippa, in una radio libbbera, quando Crippa non vestiva ancora in abito di lino, scarpe Ferragamo, e dicono fosse di sinistra (errori di gioventù, tutto è perdonato). Nostra signora televisione commerciale, Gina Nieri, a Crippa: “Che abito”. E lui, Crippa: “E’ per l’estate. Che ne pensi?”. Rapiti da Pier Silvio Berlingueroni, con la pepita di 101 mesi, ci buttiamo nella rete degli esperti di numeri e spettacoli. Cesara Buonamici non vuole lasciare la mano di Pier Silvio. Noi a Pier Silvio: “Ma si candida?”. E lui: “Posso darvi del tu? Con le signore comincio sempre con in lei. Rispondo. Non mi candido”. Somiglia a Mario Draghi quando in una conferenza stampa rispose: “In politica, lo escludo. E’ chiaro. Uhm”. Ma Pier Silvio è figlio di Silvio che diceva: “Le cose migliori non sono frutto della ragione, ma di una lungimirante follia”. Giordano, un giorno, non va escluso, può andare ai Rapporti con il Parlamento dato che è primo nel cuore di Pier Silvio. Gerry Scotti e Pier Silvio sono tipo il vaso e la pianta. Per Gerry, che è stato pure deputato con i socialisti, non è male la Difesa. Da quarant’anni, zio Gerry, è in televisione e ogni anno è lui che presenta i palinsesti Mediaset. Ma quest’anno, lo dice prima, è speciale. E si capisce. Scotti: “Ecco una sorpresa per te, Pier Silvio”. Buio, silenzio. Sbuca fuori un uomo con la cornamusa e kilt che suona Amazing grace in memoria di Silvio. Lo seguono una cinquantina di cantanti gospel con la tunica di raso, striata color oro. Successivamente, sullo schermo, appare la foto del fondatore Silvio alla scrivania, e un istante dopo quella di Pier Silvio alla scrivania. Si continua. Silvio con la coppa del Milan, e a seguire Pier Silvio con la coppa del Milan. Ancora, i comizi di Berlusconi del 1994 e dopo quello di Pier Silvio all’azienda. Pier Silvio si commuove ha la lacrimuccia. Pier Silvio non si trattiene: “Siete un pezzo della mia vita. Io vi amo e Silvio è con noi. Papà, da lassù, te lo voglio dire. Ti amo”. Questo è già partito dell’amore. Gli applausi si sentono fino a Viale Mazzini, a Roma. Quando poi Pier Silvio dice che “non c’è broadcast simile nel mondo e che Mediaset è destinata a crescere”, la giovane Giulia Wagner, 27 anni, area marketing, ha i lucciconi. Pietro Senaldi, il condirettore di Libero, è incantato o forse ha solo fame. Fontana, direttorissimo del Corriere, analizza in piedi la situazione. Umberto Brindani, direttore di Gente, lo aveva anticipato: “Sa trascinare”. Con cinque flessioni, Pier Silvio ci annuncia che, primo, “è vero che arriva Berlinguer, giornalista trasversale. Condurrà un programma il martedì sera, ma anche la striscia serale in staffetta con Porro e Augusto Minzolini”. Secondo, “non vedo le ragioni per candidarsi in politica e, qualora ci fossero, bisognerebbe avere un progetto. Qualora si sentisse la chiamata bisogna dare un servizio agli italiani. Io sono a Mediaset e le cose non vanno lasciate a metà”. Terzo, “c’è un governo stabile, votato dagli elettori. Meloni la conosco da tempo, mi piace. La stimo. E’ giovane e decisa”. Quarto, “come famiglia non abbiamo mai pensato di vendere Mediaset a Vivendi. Il canone Rai è impossibile da abolire”. Infine. “Urbano Cairo mi piace, anzi, sono un fan di Urbano. Ma lo dico sorridendo, mi sembra che nel caso di fusione saremmo noi a mangiarci Rcs e non viceversa”. Un Pier Silvio boys: “Se si candida, se li magna. E ha noi”. Pubblitalia è arrivata alla versione software 16.5.1 e può, come accade con Forza Italia, se servisse, essere nuova classe dirigente. Gina Nieri vi parla di libertà e dell’importanza dell’iniziativa privata come neppure un ministro dell’Economia. Va bene anche al posto di Urso. Impertinenti come siamo, momento domande, provochiamo Pier Silvio e gli diciamo che si è preso Berlinguer per il cognome: ascolti bassi, critica televisiva che la stronca. Perché, Pier Silvio? E lui: “Non è vero che i suoi ascolti sono bassi. La critica fa la critica. A me Berlinguer, piace. Punto”. Ecco come si tengono le conferenze stampa posto Cdm. Ah, info tv, sorrisi e canzoni. A Mediaset rispolverano il karaoke, Checco Zalone fa uno spettacolo. Pier Silvio ci vede e ora ce le vuole suonare. Ci sottopone alla prova addominale: “Avete tentato di mettermi in difficoltà. Bravi, così si fa”. Evviva! Vorrà dire che non ci chiuderanno nell’armadio con il Gabibbo. Un top, top, top manager Mediaset vuole sapere se Bianca Berlinguer ci ha rubato le caramelle da piccini e rilancia: “Dovreste parlare con Bianca e Corona. Si può aggiungere una voce critica al programma. Pensiamoci”. Ora vi è chiaro perché hanno una Mediaset più degli altri? A sinistra, leggono un articolo critico e non vi parlano più per vite intere, a Cologno, vedono invece l’opportunità della polemica, dello share. Finisce con l’amore in tutti i sensi. Pier Silvio Berlingueroni ci fa rientrale in sala perché si devono esibire i due tenori e il baritono de Il Volo. E’ karaoke sfrenato e di intese: Fatto Quotidiano, Stampa, Giornale, Libero, Repubblica, Il Sole 24 Ore, (Nuzzi è sempre ingrugnato). Quelli de Il Volo piacevano un sacco a Berlusconi. Sono amici di Pier Silvio che se li abbraccia e per lui fanno pure il bis. A sinistra, invece, ancora Fiorella Mannoia. E basta! Il Volo a ogni festa dell’Unità: “Dimmi perché quando penso, penso solo te. Pier Silvio non lasciarci mai. Grande amore!!”.

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio