Al primo turno i dem hanno presentato candidati sostenuti dal terzo polo o dal M5s. Ora, in teoria, possono contare sull’apporto della formazione rimasta esclusa. Schlein rischia però di vedersi attribuire la responsabilità di eventuali sconfitte in qualche città
Il turno di ballottaggio delle elezioni municipali che si svolgerà domenica e lunedì dovrebbe essere una passeggiata per il Pd, che nelle precedenti occasioni ha sempre prevalso in questo tipo di confronto. La ragione è semplice: il centrodestra si è presentato al primo turno con tutte le sue componenti a sostegno di un unico candidato, quindi se non ha raggiunto la maggioranza assoluta non ha altre forze da aggiungere. Il Pd, al contrario, ha presentato candidati sostenuti o dal cosiddetto terzo polo o dal Movimento 5 stelle, quindi nel secondo turno può contare, in teoria, sull’apporto della formazione di opposizione rimasta esclusa dal ballottaggio. In passato è quasi sempre accaduto così è non ci sono particolari ragioni per pensare che il copione non si ripeta anche questa volta. Proprio per questo, però, Elly Schlein non ha molto da guadagnare e rischia invece, nel caso in cui in qualche città l’esito non dovesse essere quello previsto, di vedersi attribuire la responsabilità della sconfitta. Questo turno di votazioni non ha un significato politico particolare, perché la forza dei partiti si è misurata al primo turno.
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