Il sogno della premier, quello di un'alleanza tra Popolari e Conservatori, impone di sbarrare la strada alla ricadidatura della presidente della Commissione. Ma i numeri dicono che forse alla leader di FdI conviene farsi ammettere nella maggioranza "Ursula". Scenari
Sono diventate amiche, ancorché riluttanti. I ruoli e la realtà le hanno spinte a collaborare, a trovare perfino qualche sintonia caratteriale. Pare che Giorgia Meloni, in una pausa dei lavori del recente G7 giapponese, le abbia perfino confidato una bonaria invidia per la sua linea sempre asciutta. E lei, Ursula von der Leyen, subito a risponderle che però per il cibo italiano si concederebbe gli stravizi. “They ask you to be a magician”, sorride la premier, ansiosa di dover cavare d’impaccio la presidente della Commissione assediata dalle domande di sindaci e giornalisti che chiedono di conoscere, ora, subito, la cifra esatta che la Commissione ha intenzione di stanziare per l’emergenza romagnole. E insomma anche ieri, nella più infausta della circostanze, l’incontro tra Meloni e Von der Leyen ha rinnovato un rapporto che non era scontato, al debutto del governo sovranista italiano. Eccole, Giorgia e Ursula: insieme su un elicottero dell’Aeronautica mentre sorvolano Bologna, Conselice, Ravenna, Forlì, Lugo: lo scenario della devastazione a perdita d’occhio, la Romagna allagata.
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