Open to meraviglia
Il patriottismo che manca nella Venere travestita da Chiara Ferragni
Cara Santanchè, qual è il senso di questa campagna kitsch? In Italia di turisti ce ne sono pure troppi e aizzare gli arrivi rischia solo di peggiorare una situazione già complicata
Santanchè, ma perché? Capisco che un ministro del Turismo debba giustificare la sua esistenza, ma se c’è una cosa che in Italia non mancano sono i turisti. In primavera, poi… I treni sono pieni come uova, davanti ai musei ci sono file chilometriche, nei ristoranti non trovi posto nemmeno se ti metti a piangere, nei centri storici delle città d’arte devi farti largo a gomitate: e proprio ora te ne esci con una campagna promozionale? A ottobre avrebbe avuto più senso. Ammesso e non concesso che un ministero del Turismo debba esistere, un suo compito potrebbe essere quello di spalmare gli arrivi, di sostenere la bassa stagione. Mentre invece con la campagna pre estiva della Venere del Turismo si fa piovere sul bagnato, o splendere sull’assolato… Oltre che nel tempo bisognerebbe spalmare i torpedoni nello spazio. Colosseo e Piazza San Marco, sfondi della pubblicità ministeriale, sono già fotografati abbastanza: dirottare qualche vacanziero nell’interno, sull’Appennino meridionale o nella Bassa Padana, quello sì che sarebbe meritorio. Altro compito del ministero potrebbe essere quello di innalzare il livello economico dei gentili ospiti.
Obiettivo che certo non si pone questa campagna perfettamente kitsch, con la Venere di Botticelli travestita da Chiara Ferragni, infiocchettata di tricolori come una scatola di spaghetti destinata agli scaffali dei discount (non credo di dover ricordare che al tempo di Sandro Botticelli il tricolore nemmeno esisteva: a Firenze sventolavano al suo posto le ben più peculiari palle medicee). Non solo kitsch, pure anglofona è la cartolinesca operazione, avendo come slogan “Open to meraviglia”. Dunque è tutta una stecca la frase pronunciata dal ministro del partito patriottico al momento della presentazione: “Vendiamo il prodotto Italia con l’orgoglio della nostra identità”. A parte la patria definita prodotto, accostamento poco meno che blasfemo, a quale caspita di orgoglio si riferiva? La poliglossia è l’orgoglio dei camerieri. Jünger insegna che “la lingua è parte della proprietà, dell’eredità, della patria dell’uomo”, pertanto quando parli in inglese stai dissipando il lascito degli avi. A proposito di camerieri: si stanno estinguendo rapidamente, davvero non se ne trovano più, i ristoratori sono disperati, il settore dovrà robotizzarsi o ridimensionarsi. Con un simile collo di bottiglia che senso ha aizzare gli arrivi, aumentando il bisogno di un personale irreperibile? Siccome di nuovi ristoranti non se ne possono aprire, “Open to meraviglia” rischia di risolversi in una meraviglia per i distributori automatici di bibite multinazionali: con tanti saluti al vino italiano.
L'editoriale del direttore